Susanna continua, tramite il latino Susanna e il greco biblico Σουσαννα (Sousanna), l’ebraico שׁוֹשַׁנָּה (Shoshannah), nome che si basa sul termine שׁוֹשָׁן (shoshan), che significa “giglio” in ebraico antico e “rosa” in ebraico moderno, che deriva forse dalla radice egizia sšn (“loto”). Il nome è analogo quindi, per semantica, a Lilia e ad Azucena (che peraltro è etimologicamente correlato).

Probabilmente l’iniziale diffusione del nome si deve a Susanna, una donna di cui si narra nel libro di Daniele dell’Antico Testamento che, accusata falsamente di adulterio da due vecchi, venne aiutata dal profeta Daniele. Il nome ricompare anche nel Nuovo Testamento, dove è portato da una discepola di Gesù, una di quelle che portarono la mirra al suo sepolcro.

In inglese, era usato sporadicamente durante il Medioevo, proprio in onore del più antico personaggio biblico, e divenne molto più comune dopo la Riforma Protestante, specialmente nella forma Susan, che fu poi preponderante per tutto il XVIII secolo, ed ebbe notevole popolarità negli Stati Uniti d’America, risultando sempre tra i dieci nomi femminili più usati fra il 1945 e il 1968, e raggiungendo in particolare il secondo posto nel triennio dal 1957 al 1960.

In Italia il nome è abbastanza popolare ma negli ultimi anni non usatissimo, tanto che nel 2020 sono state chiamate così solo 40 neonate.

L’onomastico ricorre solitamente l’11 agosto in memoria di santa Susanna di Roma, martire a Coazzo nel 295, ma nel corso dell’anno ci sono altre sante e beate celebrate con questo nome.

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