
I "genitori elicottero" tendono a essere particolarmente apprensivi e iperprotettivi, fino a sostituirsi ai figli nell'adempimento di grandi e picc...
Cosa significa essere una madre con sindrome della leonessa. Quali sono i rischi e le conseguenze di questo approccio alla maternità, e come superarlo.
La cosiddetta “mamma leonessa” è una tipologia di madre eccessivamente presente nella vita dei figli. Il nome deriva da uno degli animali più protettivi verso i propri cuccioli. Proprio come questi mammiferi, la madre leonessa tende a proteggere il bambino da qualsiasi potenziale pericolo; inoltre, mostra nei suoi confronti una gelosia e un attaccamento morbosi.
Ha un atteggiamento iper protettivo anche nei momenti di svago: quando il bambino gioca, per esempio, controlla con ansia ogni piccolo movimento o spostamento. I pensieri e gli atteggiamenti di queste mamme diventano spesso ossessivi.
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L’eccessiva preoccupazione e ansia della madre leonessa non rientrano nella normalità, ossia non sono riconducibili all’istinto di protezione materno. Al contrario, spesso sono spropositati in relazione al contesto e alla situazione vissuta; inoltre, possono avere conseguenze negative sul bambino e sulla madre, e in generale possono compromettere l’instaurarsi di un clima sereno e di benessere tra di loro.
Ma come si riconosce la sindrome della leonessa? Oppure, come fare a riconoscersi mamme troppo protettive? Bisogna fare attenzione ad alcuni segnali.
Solitamente, le “mamme leonesse” hanno una vera ossessione per le situazioni di pericolo in cui il bambino potrebbe trovarsi; un aspetto particolare che ossessiona queste madri sono le malattie.
La gelosia eccessiva verso il bambino è un’altra spia che potrebbe avere a che fare con questo tipo di sindrome. La madre leonessa vuole a tutti i costi proteggere il figlio dalle altre persone (anche nelle situazioni in cui non ce n’è bisogno), proprio come una leonessa con i suoi cuccioli.
Le donne che soffrono della sindrome della leonessa non si rendono conto che vivono una situazione patologica, insana; per questo motivo non bisogna mai sottovalutarla.
Le madri leonesse vivono male le interferenze che riguardano la vita del bambino e talvolta non permettono nemmeno che altre persone lo accarezzino o gli si avvicinino troppo.
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Queste donne infatti sono estremamente gelose del rapporto che hanno col figlio, e la gelosia aumenta se il bambino mostra affetto o simpatia per altri. Accettano malvolentieri consigli da parte di amici o familiari credendo di essere le sole a sapere qual è il bene del bambino; inoltre, spesso reagiscono con rabbia e restano sulla difensiva.
Questo attaccamento morboso ovviamente porta con sé delle conseguenze negative, per il bambino, la mamma e il partner e, in generale, per il benessere e la serenità dell’intero nucleo familiare.
Chi vive accanto a una madre con la sindrome della leonessa probabilmente non tarderà ad accorgersene, perché dall’esterno spesso appare tutto più chiaro. In generale, in questi casi, il partner ha un ruolo fondamentale e talvolta decisivo nel risolvere il problema.
Per affrontare la situazione, bisogna partire col non sottovalutarla. Per aiutare una donna che vive questo disagio, bisogna puntare molto su una comunicazione delicata ma allo stesso tempo assertiva.
La donna, cioè, deve poter sentire il bene e la fiducia del partner, ma allo stesso tempo rendersi conto che sta vivendo un problema con rischi per lei e il bambino. Il partner può aiutare la mamma ad alleviare la paura del distacco dal bambino. Il tutto va fatto gradualmente e con pazienza, perché per la madre non sarà facile.
Se le persone più vicine alla donna si rendono conto che la situazione perdura nel tempo senza miglioramenti significativi, allora sarà opportuno rivolgersi a uno psicologo, un professionista che possa aiutare la mamma a comprendere le radici della sua insicurezza, che poi traduce in controllo eccessivo e in ansia e tutto questo permetterà di acquisire le giuste competenze per “proteggere senza soffocare” e sarà occasione per la famiglia di trovare un sano equilibrio nella crescita e nell’educazione dei figli.
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