
Conosciuti come Temper Tantrum, sono i capricci uniti agli scatti d'ira senza controllo, che provano anche i bambini. Vediamo come aiutarli a gesti...
Cos'è la sindrome del bambino imperatore (o bambino tiranno) che sfida gli adulti e sottomette i propri genitori? Vediamo come comportarsi.
Vediamo cos’è e come riconoscere e gestire il piccolo che sfida gli adulti.
La sindrome del bambino imperatore è un problema comportamentale sempre più comune durante l’infanzia; è conosciuta anche col nome del “bambino re” o “bambino tiranno” e non va confusa coi tipici capricci infantili.
La sindrome del bambino imperatore prevede un’inversione dei ruoli: è il bambino a comandare i propri genitori e non i genitori a dirigere la relazione; è il bambino ad avere il coltello dalla parte del manico: spesso mette la mamma e il papà sotto ricatto, con urla, aggressioni verbali e fisiche, insulti. I genitori sono i bersagli più colpiti, ma possono diventarlo anche gli altri adulti con cui il bambino interagisce.
Il piccolo è dispotico e autoritario. Vuole soddisfare tutti i suoi desideri e se non raggiunge quello che vuole manifesta la sua insoddisfazione e frustrazione con esplosioni di rabbia; talvolta, arriva all’aggressione fisica e verbale dell’adulto. Il bambino è estremamente richiedente nei confronti dei genitori, che non riescono più a gestirlo come vorrebbero e finiscono per accontentarlo in tutto e per tutto.
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La sindrome del bambino imperatore non è un disturbo genetico, ma una problematica comportamentale le cui cause vanno ricercate soprattutto nell’ambiente, nel contesto familiare di provenienza, che è solitamente molto permissivo. La mancanza di regole ben precise e di limiti hanno spesso, come effetto, quello di mettere in atto una continua sfida verso i genitori. Per ottenere ciò che vuole, il bambino richiede sempre di più, alzando di volta in volta l’asticella.
Spesso genitori insicuri o poco decisi hanno paura di ferire il proprio figlio se sono troppo duri, se lo rimproverano o non lo accontentano. In realtà i bambini hanno estremo bisogno di limiti per uno sviluppo sano. In questo senso, i famosi “no” rappresentano un atto di rispetto nei confronti di figli, sono fondamentali per la loro crescita ed educazione.
Queste mamme e papà spesso hanno a loro volta delle difficoltà relazionali. Per esempio, possono avere difficoltà ad affrontare conflitti interpersonali, tendono a essere evitanti nei confronti dei problemi e dei conflitti. Altri genitori permissivi e accondiscendenti pensano che, accontentando i figli, questi li ameranno di più. O ancora, il disinteresse dei genitori può alimentare i comportamenti tipici del bambino tiranno. In tutti i casi, il problema maggiore è la mancanza di conflitto nel nucleo familiare.
Il rischio è quello di sviluppare una scarsissima tolleranza verso il fallimento o piuttosto la non accettazione delle sconfitte, un’incapacità di gestione della frustrazione. Conseguentemente, i bambini non imparano dai propri errori perché, in mancanza di limiti o rimproveri, pensano di non commetterne.
In realtà, la rabbia e le scenate dei “bambini imperatori” rappresentano un chiaro segnale: la richiesta di quei “paletti” che nessuno fino a quel momento è stato in grado di dargli. Avere un sistema di regole che aiuti i bambini a comprendere e gestire le emozioni è necessario, fondamentale per la crescita.
Ma come si manifesta e come si riconoscono i comportamenti tipici del bambino tiranno?
Dopo aver passato in rassegna le caratteristiche della sindrome del bambino imperatore, vediamo ora come intervenire per gestirla nel modo migliore.
I genitori dovrebbero partire dal riconoscimento e dall’analisi del problema e di quelle che possono essere le cause scatenanti, anche inconsce e inconsapevoli. Ciò di cui i bambini hanno estremo bisogno è un adulto che fornisca loro delle regole precise. Anche poche, ma chiare e comprensibili, che sarebbe bene condividere anche con gli altri adulti di riferimento, come nonni o baby sitter.
Una volta inserite le regole, la situazione nuova inevitabilmente scatenerà un conflitto, un’insoddisfazione del bambino, ormai abituato a comandare. In questa fase delicata, la pazienza dell’adulto è fondamentale. Non deve mai cedere alla rabbia, alle emozioni negative. Non deve essere autoritario: alla fermezza va affiancata la dolcezza.
All’aggressività dei bambini che fanno una scenata, non bisogna rispondere con un ulteriore carico di aggressività, rimproveri o urla. Per prendersi cura dei loro bisogni, il genitore deve invece educarli alla comprensione e gestione delle loro emozioni; è importante far sentire la nostra vicinanza: si può dire al bambino che lo capiamo, e proporgli di fare delle attività insieme. Piano piano si costruirà e rinsalderà una relazione di autentica fiducia.
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