Descritta per la prima volta all’inizio del ‘900, la scarlattinetta è oggi considerata una malattia inesistente. È la cosiddetta quarta malattia, seguendo l’ordine degli altri comuni esantemi infantili tra i quali rientrano, nell’ordine, il morbillo (prima malattia), la scarlattina (seconda malattia), la rosolia (terza malattia), la scarlattinetta (quarta malattia), il megaloeritema infettivo (quinta malattia), l’esantema critico (sesta malattia) e la varicella.

Oltre a questi, come riferito dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) tra le malattie esantematiche ci sono anche la mani piedi bocca e la pitiriasi rosea.

Quarta malattia o scarlattinetta: cos’è?

Si parla di prima, seconda, terza, eccetera, malattia in riferimento all’ordine con il quale tali condizioni sono state identificate. Nel caso della quarta malattia o scarlattinetta si riferimento molto semplicemente, come spiegato dalla Società Italiana di Pediatria (SIP) a una forma lieve della scarlattina.

La storia di questa condizione, nota anche con il nome di malattia di Dukes (dal nome del medico che per la prima volta la identificò), è piuttosto controversa tanto da essere a partire dagli anni Sessanta considerata inesistente e, come riferito dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), essere stata rimossa dalle classificazioni della letteratura scientifica.

Come riferito in questo studio la quarta malattia è stata osservata e descritta per la prima volta tra il 1884 e il 1900 ed è stata accolta dalla comunità scientifica più o meno nello stesso periodo della rosolia e della quinta malattia. È il motivo per cui la malattia di Dukes, nonostante l’esito cui poi è andata incontro, ha conquistato il relativo aggettivo numerale ordinale divenendo la quarta malattia. Nel corso dei decenni successivi nella letteratura medica furono descritti centinaia di casi e studi di laboratorio ma non a tal punto da essere sufficientemente dimostrata da criteri epidemiologici e neanche dall’isolamento di un agente eziologico.

È il motivo per cui già a partire dagli anni Trenta ne furono descritti rari casi fino a portare la comunità scientifica negli anni Sessanta a eliminarla dai manuali e dalle classificazioni ufficiali. I casi originariamente identificati come quarta malattia o scarlattinetta erano semplicemente degli episodi di rosolia e scarlattina erroneamente diagnosticati. L’errata identificazione è attribuita dalla comunità scientifica dal fallimento delle capacità critiche dell’epoca.

Oggi, quindi, non si parla di scarlattinetta e non c’è alcuna diagnosi di quarta malattia. Si parla di scarlattina che in alcuni bambini può avere un quadro sintomatologico attenuato.

I sintomi della quarta malattia nei bambini

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Fonte: iStock

A questo punto bisogna fare riferimento alla scarlattina e ai sintomi di questa malattia. La seconda malattia si manifesta con febbre alta (tra 39°C e 40°C), brividi, nausea, vomito, cefalea e faringite (che dà dolore durante la deglutizione) che compaiono in modo brusco. Entro 12-48 ore dalla comparsa dei primi sintomi si ha il tipico esantema rosso scarlatto che si sviluppa inizialmente nella zona dell’inguine per poi diffondersi sotto le ascelle e sul collo fino a raggiungere tronco, braccia e gambe.

Nella scarlattinetta si ha generalmente un esantema modesto con l’assenza della febbre e degli altri sintomi tipici.

Le differenze tra scarlattinetta e scarlattina

Uno studio pubblicato su The Lancet ripercorre la storia della quarta malattia e riferisce di come nel 1894 il medico Clement Dukes (dopo Nil Filatow nel 1885) descrisse due forme distinte di rosolia. Nel 1900 propose quindi che una di queste forme fosse un’entità separata che chiamò, appunto, quarta malattia.

Negli ultimi cinquant’anni la quarta malattia è stata considerata non più di una forma lieve di scarlattina, ma certamente non una malattia distinta. L’unica differenza riscontrabile, quindi, è quella di sintomi più lievi.

Come si cura la quarta malattia?

Il trattamento della scarlattinetta è, quindi, il medesimo della scarlattina in quanto tecnicamente si tratta di un caso di terza malattia e non di quarta malattia (che viene considerata inesistente). La cura prevede l’assunzione di un antibiotico per via orale, l’amoxicillina, per 10 giorni (o un’iniezione singola di benzatin-penicillina) che ha lo scopo anche di prevenire le complicanze della malattia (complicanze immunologiche come la glomerulonefrite acuta post-infettiva e la malattia reumatica così come otiti, sinusiti e ascessi tonsillari).

Dopo 48 ore dall’inizio del trattamento antibiotico il bambino può tornare a scuola in quanto nei 5 giorni precedenti l’inizio dei sintomi il bambino è contagioso e può trasmettere il batterio responsabile della malattia tramite l’emissione di muco e saliva.

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  • Bambino (1-6 anni)