Nome fra i più diffusi nel nostro Paese, significa letteralmente “salvatore”, “colui che salva”, ed è uno dei più antichi nomi cristiani, riferito a Gesù Cristo “salvatore dell’umanità”. Propriamente, il nome nasce da una traduzione del greco Σωτήρ (Soter), a sua volta traduzione dell’ebraico יְהוֹשֻׁעַ (Yĕhošūa’, che era il nome di Gesù); in questo senso, quindi, i primi cristiani adottarono il nome “Salvatore” come traduzione del nome Gesù. In minima parte, la sua diffusione può essere stata aiutata dal culto verso san Salvatore da Horta.

Il nome è popolare in tutta Italia, anche se sembra essere particolarmente concentrato nel sud del Paese e nelle isole; negli stessi luoghi esistono anche gli ipocoristici Turi, Ture, Turiddu, mentre, seppur più rare, esistono – soprattutto in Sardegna – le varianti Salvatrice, Salvatorica e Salvatorico. Secondo una stima del 2000 è il settimo nome maschile più diffuso in Italia nel XX secolo.

Negli ultimi anni il nome, seppur sempre popolare, è un po’ in calo: nel 2020 sono stati chiamati così 1421 neonati.

Fra le varianti straniere troviamo Salvador, Sotiris (greco), Salwator  (polacco), Salvator, e nei paesi baschi Gaizka, che funge da equivalente.

L’onomastico si festeggia il 18 marzo, in onore di san Salvatore da Horta, religioso francescano, confessore a Cagliaris, oppure il 6 agosto per la festività della Trasfigurazione di Gesù, oppure il giorno del Corpus Domini (che ha data mobile), o anche il 9 novembre, quando si celebra la festa della dedicazione della basilica Lateranense a Cristo Salvatore e si commemora il miracolo dell’immagine crocifissa del Salvatore a Beirut; meno frequentemente viene festeggiato il 3 gennaio, giorno della venerazione del Santissimo Nome di Gesù.

Ci sono poi altri santi e beati che portano questo nome, festeggiati nel corso dell’anno.

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