Come facciamo ad accorgerci di un ritardo psicomotorio nei bambini? Ecco come si definisce il ritardo psicomotorio, i sintomi, le cause e le possibilità di recupero. Ne parliamo con la nostra pediatra, la dottoressa Pilar Nannini.

Ritardo psicomotorio: come si definisce?

Dottoressa, cos’è il ritardo psicomotorio e come si può definire?

Si parla di ritardo dello sviluppo psicomotorio quando il bambino non acquisisce le tappe dello sviluppo secondo le età previste, sia nel linguaggio che nella motricità. In condizioni normali il bambino acquisisce tutte le fasi necessarie per il suo sviluppo, dove a ogni età corrisponde una fase specifica. Diversamente, si parla di ritardo psicomotorio.

Dopo la nascita, il pediatra monitora la salute del bambino costantemente, a ogni visita e soprattutto entro il primo anno di vita, che è un momento fondamentale per accorgersi della presenza di un eventuale ritardo. In questo lasso di tempo si controllano in particolare la parte relativa alla reattività e alla neuromotricità.

Quando si parla di ritardo psicomotorio? I sintomi

Un bambino con ritardo psicomotorio non raggiunge l’acquisizione di alcune tappe dello sviluppo. Quali sono queste tappe fondamentali per cui si può parlare di ritardo?

Le tappe principali dello sviluppo riguardano soprattutto i movimenti spontanei dopo la nascita. Per esempio, spostare lo sguardo e agganciare lo sguardo della mamma, alzare la testa, stare in posizione prona (intorno al secondo o terzo mese di vita) e in posizione seduta (dal quarto mese), inizialmente con l’aiuto dell’adulto e poi in autonomia.

Crescendo, il bambino inizia a strisciare e successivamente a gattonare; comincia a camminare prima con il sostegno degli altri, poi la deambulazione diviene autonoma. Di grande importanza sono anche la cosiddetta presa palmare delle mani, a partire dai 6 mesi, e la presa a pinza, che riguarda la motricità fine, dai 9 mesi.

Per quanto riguarda il linguaggio, le principali tappe dello sviluppo sono la lallazione, le prime parole e la produzione di piccole frasi in modo spontaneo e creativo.

La diagnosi e le possibili cause

Dottoressa Nannini, cosa bisogna fare quando il pediatra si accorge che qualcosa, nello sviluppo del bambino, non va?

Ogni volta che il pediatra riscontra un ritardo del normale sviluppo del bambino può indirizzare la famiglia a rivolgersi al neuropsichiatra infantile. Si tratta della figura di riferimento per individuare, diagnosticare, effettuare esami strumentali come la risonanza magnetica, per valutare presenza di eventuali malformazioni cerebrali.

Il neuropsichiatra, a sua volta, indirizza i genitori verso terapie di recupero del linguaggio e/o psicomotorie. Oltre alla risonanza magnetica, il neuropsichiatra fa una valutazione dell’udito e un elettroencefalogramma per dirimere il dubbio diagnostico; ulteriori strumenti a disposizione sono i questionari per le capacità linguistiche.

Quali possono essere le cause del ritardo psicomotorio?

Le cause sono molteplici: possono essere genetiche, ambientali, neurologiche, connesse a un parto distocico (uso della ventosa), o a traumi cranici infantili. Anche l’ipossia del bambino può determinare un ritardo psicomotorio; altre volte, invece, non se ne conosce la causa.

Ritardo psicomotorio: come e quando si può recuperare?

Come si deve intervenire e quali sono i margini di miglioramento?

La programmazione del piano terapeutico specifico è il fulcro del supporto e avviene in tutti gli ambiti del ritardo. I margini di recupero dipendono sia dalla precocità della diagnosi sia dall’entità del ritardo. Nella maggior parte dei casi, oggi la diagnosi è precoce, di solito avviene nei primi mesi di vita. Raramente è più tardiva, e riguarda soprattutto i casi di gravidanze poco seguite e controllate.

Sicuramente, un intervento precoce aumenta le possibilità di miglioramento, ma molto dipende dal tipo di diagnosi. Nel caso di una malattia organica cerebrale degenerativa, per esempio, non sempre è sufficiente. Nella maggior parte dei casi, con una diagnosi e presa in carico tempestive si può mettere in atto un trattamento di supporto logopedico, pedagogico e/o fisioterapico.

Infine, la famiglia deve sempre tener presente e ricordarsi che non è da sola. Il bambino con ritardo dello sviluppo psicomotorio, infatti, deve essere seguito in tutti i contesti di vita con i quali interagisce. Devono essere di supporto anche la scuola, prima il nido e poi la scuola dell’infanzia, per aiutarlo ad affrontare e, se possibile, superare le problematiche emerse.

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  • Bambino (1-6 anni)