Tra le infezione da vermi intestinale più comuni al mondo, specialmente in età pediatrica, e in modo particolare nei bambini (tanto da essere nota anche come infezione da vermi dei bambini) troviamo l’ossiuriasi, ovvero l’infestazione dell’intestino causata dai vermi ossiuri.

Molte persone infette da questo verme non presentano sintomi, mentre altre lamentano prurito, dolori e forti fastidi che possono condizionare la qualità della vita e specialmente il riposo notturno. Conosciamo meglio di cosa si tratta in modo da saper riconoscere la presenza di questi vermi, escludere altre condizioni ed eliminare questi parassiti dall’organismo del bambino.

Cosa sono gli ossiuri?

Gli ossiuri sono dei parassiti intestinali lunghi circa 5mm (i maschi) o 1cm (le femmine) dalla forma affusolata e di colore bianco-avorio e per questo facilmente riconoscibili. L’infezione è causata dall’Enterobius vermicularis, il verme ossiuro che trova il suo habitat ideale nell’intestino. Le femmine degli ossiuri escono di notte o al mattino presto e depositano fino a 10000 uova nella zona intorno all’ano; le larve possono essere ingerite nell’intestino o risalire lungo il colon.

Le uova restano vitali fino a 3 settimane per poi schiudersi nell’intestino e diventare vermi adulti. Le uova resistono alle basse temperature, ma non alle alte.

Data la localizzazione e le caratteristiche degli ossiuri l’infezione si trasmette per via oro-fecale. Il contagio può avvenire condividendo lenzuola, asciugamani o i sanitari e sono frequenti le ricadute sia per la facilità della trasmissione dell’infezione che per la difficoltà di vivere in un ambiente completamente sterilizzato.

La causa dell’infezione da ossiuri

Sono diverse le cause che provocano l’ossiuriasi. Questa si verifica ingerendo o inalando accidentalmente le uova degli ossiuri. Questo può avvenire o mangiando e bevendo alimenti contaminati, ma anche entrando a contatto con lenzuola, superfici o altri oggetti sui quali le uova sopravvivono anche per 2 o 3 settimane. Il maschio degli ossiuri muore poco dopo aver fecondato la femmina che, invece, sopravvive fino a 12 settimane aderendo alle mucose dell’intestino e alimentandosi con il cibo che passa di qui.

Nelle 4-6 ore successive alla loro deposizione le uova si schiudono dando il via libera ai vermi che possono infettare una persona. Lo stesso soggetto può infettarsi più volte ingerendo i vermi anche dopo essersi grattato per alleviare il dolore o aver toccato la biancheria intima o gli indumenti infetti.

I bambini piccoli sono maggiormente a rischio in quanto tendono comunemente e frequentemente a mettersi le dita in bocca. Anche i loro genitori non sono esenti dal contagio in quanto condividono con loro il bagno, i giocattoli e diverse superfici. A differenza di quanto si possa pensare, invece, la trasmissione dell’infezione non avviene tramite il contatto con le feci in quanto le uova non vengono espulse durante la defecazione.

Ossiuri: i sintomi

Il principale sintomo che fa sospettare la presenza degli ossiuri è il prurito nella zona perineale. Questo aumenta di notte quando le femmine degli ossiuri si attivano per depositare le uova. Spesso oltre al prurito si hanno dolori addominali, meteorismo, enuresi, nausea, mal di stomaco, stato di agitazione, irritabilità e bruxismo.

I sintomi, verificandosi prevalentemente di notte, possono essere responsabili dei risvegli notturni e degli altri disturbi del sonno del bambino.

Come riconoscere gli ossiuri?

Nel caso in cui, a fronte dei sintomi, si sospetti la presenza di ossiuri è opportuno ispezionare la zona perianale del bambino, preferibilmente nelle prime ore del mattino in modo da individuare le femmine degli ossiuri. Generalmente gli ossiuri si trovano nella zona anale o tra le natiche del bambino e nelle bambine possono essere visibili anche nella zona vulvare.

La conferma diagnostica, da fare anche nel caso i sintomi persistono ma le uova e i vermi non si vedono a occhio nudo, avviene tramite lo scotch-test che prevede l’applicazione di un pezzo di nastro adesivo trasparente sulla pelle intorno all’ano in modo da catturare le uova di ossiuri. Il test va ripetuto per più giorni prima di sottoporre i campioni al medico che accerta l’infezione.

Ossiuri: rimedi e consigli

Il trattamento dell’ossiuriasi prevede l’assunzione di un farmaco adeguati all’età e al peso del bambino, motivo per cui sia il tipo di farmaco che il dosaggio devono essere esclusivamente prescritti dal medico. Questi farmaci hanno la capacità di eliminare i parassiti ma non le uova per questo il trattamento prevede solitamente la somministrazione di due dosi, in modo da eliminare i vermi nati dalle uova precedentemente non eliminate. La terapia va seguita anche da tutti i componenti della famiglia in modo da debellare completamente l’ossiuriasi.

I cosiddetti rimedi naturali a base di cannella, aglio, chiodi di garofano o altri prodotti non solo non sono risolutivi ma rischiano di contribuire alla diffusione dell’infezione. Può invece essere valutata l’applicazione di una crema lenitiva nella zona perianale per ridurre il fastidio del prurito ed evitare che il bambino si gratti diffondendo l’infezione.

Molto importante si rivela anche la prevenzione. Lavare frequentemente le mani (specialmente prima dei pasti), tenere le unghie pulite e corte, lavare la biancheria e gli indumenti ad alte temperature (almeno a 60°C) separandoli dagli altri vestiti, lavare i giocattoli, le stoviglie, le superfici e i sanitari, così come utilizzare asciugamani diversi, preferire quotidianamente di fare la doccia rispetto al bagno in vasca e mantenere gli ambienti ben illuminati durante la giornata perché le uova sono particolarmente sensibili alla luce del sole.

È consigliato anche seguire una dieta povera di zuccheri e carboidrati in quanto è stato riscontrato che aiuta a eliminare l’infezione e a prevenirla.

Se gli ossiuri vengono trascurati

L’infezione da ossiuri, per quanto provochi sintomi e conseguenze fastidiose e spiacevoli, non determina gravi problemi di salute. In alcuni casi possono verificarsi delle complicazioni dovute alla gravità dell’infezione o a un trattamento tardivo o inadeguato. L’intensità dei sintomi, per esempio, può portare a lesioni da grattamento che possono favorire sovra-infezioni batteriche.

Inoltre nelle femmine c’è la possibilità che le larve di ossiuri si annidino tra le piccole e le grandi labbra causando una leucorrea, riconoscibile dalle secrezioni biancastre e un intenso prurito nella zona della vagina.

Inoltre nel caso in cui il parassita risalga dalla zona anale fino alla vagina può poi attaccare le tube di Fallopio, l’utero e gli organi pelvici portando alla comparsa di endometrite (l’infiammazione dell’endometrio) o di vaginite (l’infiammazione della vagina). In casi ancora più rari l’ossiuriasi può provocare perdita di peso, infezione dell’addome o del tratto urinario.

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Categorie

  • Bambino (1-6 anni)