
Il feto sembrerebbe possedere una sorta di memoria prenatale durante la sua vita in utero e dopo, alla nascita. Si tratterebbe però di un tipo di ...
Come funziona la memoria infantile? Ecco quali sono le tappe dello sviluppo della memoria nei bambini e i principali problemi.
Come si sviluppa la memoria nei bambini? Quando si parla di memoria bisogna sapere che è indispensabile, per esempio, per riconoscere i volti delle persone. Per associare il volto alla sua mamma, il bambino utilizza la memoria. Per immagazzinare un’esperienza, individuarla, ricordarla e confrontarla con altre, il bambino utilizza la memoria. Ricordare significa riconoscimento, associazione, confronto.
Il feto sembrerebbe possedere una sorta di memoria prenatale durante la sua vita in utero e dopo, alla nascita. Si tratterebbe però di un tipo di ...
La memoria, infatti, non è qualcosa di fisso e a sé stante, ma comprende diverse abilità, alcune delle quali si formano sin dai primi giorni di vita del neonato. Sviluppando queste abilità, il bambino riesce a costruire schemi percettivi via via sempre più complessi.
Vediamo ora quali sono le tappe più importanti della memoria infantile.
Il primo aspetto della memoria infantile è il “riconoscimento”. A 5 o 6 mesi di vita il bambino è capace di riconoscere un volto familiare, un oggetto noto; a una condizione, però: per poterlo riconoscere, questo volto/oggetto deve essere presente nell’ambiente in cui il bambino si trova. La memoria va stimolata; da solo, infatti, il bambino non è ancora in grado di rievocare volti e oggetti conosciuti, di rappresentarli nella mente.
Per esempio, nel caso del viso di una sorellina o un fratellino, il bambino è capace di riconoscerlo quando lo ha davanti e lo vede di fronte a sé; tuttavia, se non ci sono, il bambino non può “ripescare” quel volto dalla sua memoria, né rappresentarselo con l’immaginazione.
Abbiamo visto che riconoscimento è la prima forma di memoria. Essa ha dei tempi molto brevi; con il tempo migliora e si stabilizza. Già a 8-12 mesi il bambino trattiene maggiormente un certo avvenimento nella memoria, ricordandolo più a lungo. Si tratta delle cosiddetta “memoria di lavoro”, che compare già a 6 mesi ma si solidifica e stabilizza a partire dagli 8 mesi-un anno.
Crescendo, il bambino incrementa la sua capacità di ricordare. Per esempio, se l’adulto nasconde una pallina in una delle due mani, facendo aspettare il bambino qualche secondo prima di cercarla, a 8 mesi il bambino non ricorda dove si trova, anche se è passato pochissimo tempo. L’abilità di ricordare dove si trova l’oggetto migliora col passare del tempo: a un anno i bambini la trovano e a un anno e mezzo gli errori sono davvero pochi.
A circa un anno, i bambini riescono a mettere a confronto schemi diversi. La “memoria di rievocazione” fa parte della memoria a lungo termine e permette di confrontare un nuovo oggetto o un’esperienza con qualcosa già vissuto. Tale abilità ci permette di risalire al processo di innesco di alcune paure tipiche dei bambini di più di 8 mesi, come la paura del distacco dalla mamma e la paura delle persone che non conoscono.
Questo si spiega col fatto che un bambino di 9-10 mesi, quando vede un adulto che non conosce, osserva il suo volto e in modo automatico associa ad esso gli schemi dei volti che conosce (come i genitori). Vedendo che non c’è sovrapposizione tra il nuovo viso e quelli familiari, viene preso dalla paura, può piangere e cercare il conforto della mamma. Quando il bambino è più piccolo questo non accade perché non possiede ancora la memoria a lungo termine.
Nel giro di pochi mesi, quindi, il bambino passa dal semplice riconoscimento di un volto, di un’esperienza appena vissuta, all’abilità di rievocare esperienze e volti di un passato più lontano nel tempo.
Le tappe della memoria infantile sono fondamentali per il corretto sviluppo cognitivo e l’apprendimento. I problemi che coinvolgono questa sfera sono sempre più diffusi, sin dalla scuola dell’infanzia e della primaria.
La memoria a breve termine, infatti, ha un ruolo decisivo: se intaccata, può rendere difficoltoso l’apprendimento. A scuola, le difficoltà nella memoria si manifestano nei bambini con deficit di attenzione e iperattività, e con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA).
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