Masturbazione infantile: come si manifesta a seconda dell'età e come comportarsi

I bambini piccoli si possono masturbare? In realtà è più corretto parlare di un disturbo della gratificazione, una realtà diversa dalla masturbazione degli adolescenti e degli adulti e che i genitori devono conoscere per rispondere alle curiosità dei propri bambini e gestire al meglio questa condizione.

Nonostante spesso provochi imbarazzo, parlare di masturbazione è inevitabile per ogni genitore, considerando come questa sia una dimensione con la quale, tanto i figli maschi quanto le figlie femmine, si confronteranno. È quindi necessario che i genitori sappiano rispondere, sia personalmente che direttamente ai propri figli, su una realtà inevitabile.

Con il termine masturbazione infantile si fa riferimento a un insieme di fenomeni particolari, sia per la loro natura che per la durata. L’infanzia, infatti, è un periodo di tempo particolarmente ampia che va dalla prima infanzia, ovvero dal primo anno di vita, fino all’inizio della pubertà (la comparsa dei caratteri sessuali).

È un periodo nel quale avvengono enormi cambiamenti fisici, ma anche psicologici, con il bambino che prende consapevolezza del proprio corpo. Un corpo che completa il suo sviluppo determinando tra le altre cose, la produzione degli ormoni che contribuiranno alla formazione dello sperma da parte dei testicoli nei ragazzi e la maturazione delle mammelle, della vagina, delle ovaie e dell’utero nelle ragazze.

Sebbene propriamente la masturbazione è da intendersi come la pratica erotica tesa alla provocazione dell’orgasmo e del piacere sessuale, esiste una condizione, nota con il nome di masturbazione infantile, nella quale, a differenza di quella nei bambini più grandi e negli adulti, “comporta poca o nessuna stimolazione genitale”.

Masturbazione infantile: cosa si intende?

Cos’è allora la masturbazione infantile se non è associata, come avviene nei ragazzi e nelle ragazze più grandi, alla stimolazione genitale?

È un fenomeno che prende il nome anche di disturbo della gratificazione o di un insieme di disturbi del movimento transitori caratterizzato dal “ripetersi di movimenti stereotipati e/o posture a livello degli arti inferiori”. È un fenomeno molto particolare ma comune nei bambini più piccoli (in circa il 90% dei maschi e nel 50% delle femmine) che, per quanto venga definito come disturbo, è in realtà una normale variante comportamentale che si verifica nei bambini dai 3 mesi ai 3 anni.

Nonostante si tratti di una condizione così diffusa, non ci sono tantissimi riscontri nella letteratura scientifica (è una realtà della quale si è iniziato a parlare agli inizi del Novecento), sia perché si tratta di una condizione transitoria e comunque benigna, ma anche perché molti genitori tendono a non riferire tali episodi sui quali, quindi, sono stati condotti pochi studi.

Le cause della masturbazione infantile

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Fonte: iStock

Non è raro che una scorretta diagnosi e valutazione del fenomeno della masturbazione infantile sia associato a condizioni di movimenti parossistici non epilettici o disturbi gastrointestinali. In realtà l’osservazione di questa condizione mostra come spesso si manifesti in occasioni di tensione, noia, eccitazione o infezione genitale. È stato riscontrato come una causa potrebbe essere individuata nella riduzione dei livelli di estradiolo (ma non altri ormoni sessuali).

Inoltre il Canadian Journal of Neurological Sciences riferisce come gli episodi di masturbazione infantile abbiano caratteristiche simili e stereotipate. Ogni episodio, infatti, nonostante abbia una durata variabile (pochi minuti o anche più ore), è accompagnato da rossore al viso con sudorazione (diaforesi), vocalizzazioni con grugniti, pressione sul perineo e l’irrigidimento degli arti inferiori. In alcuni casi si può assistere anche alla torsione del collo e al movimento delle mani e della lingua.

Questi episodi terminano spontaneamente con il bambino che si distrae ma che si innervosisce se viene interrotto. Sono fenomeni che si verificano prevalentemente prima di addormentarsi, ma mai durante il sonno e che possono iniziare anche stando seduti sul seggiolone o sul seggiolino dell’auto o in braccio ai genitori.

Una causa è da individuare nella comparsa di un evento stressante o un disturbo all’apparato genitale; queste condizioni, infatti, spesso coincidono con l’inizio degli episodi di masturbazione infantile.

Masturbazione infantile: le possibili conseguenze

Dal punto di vista medico il bambino non ha alcun tipo di conseguenze legate a questa particolare forma di masturbazione. Sia perché essa è innocua e, come detto, benigna, ma anche perché gli episodi dovrebbero risolversi spontaneamente entro i 4 anni.

L’uso di farmaci antiepilettici non hanno sortito cambiamenti e la conseguenza principale è da individuare nell’ansia da parte dei genitori che non conoscendo il fenomeno tendono a preoccuparsi e imbarazzarsi.

Va anche sottolineato come sottoporre il bambino a indagini e diagnosi che si rivelano inadeguate e inutili e, anzi, potenzialmente dannose, è una fonte di stress che non solo non risolve il “problema”, ma aumenta il disagio tanto nei genitori quanto nei bambini.

Masturbazione infantile: cosa possono fare i genitori?

Alla luce di quanto detto è utile contestualizzare la masturbazione infantile interpretandola nella prospettiva del bambino e non in quella dell’adulto. Per parlare di masturbazione come viene comunemente intesa a livello adolescenziale e adulto, infatti, è necessario attendere che il bambino inizi il processo della pubertà con la maturità fisica, emotiva e cognitiva.

Per quel che riguarda la masturbazione infantile i genitori devono essere informati che questo è un comportamento del tutto naturale e privo di conseguenze. Rimproverare il bambino può essere solo controproducente scatenando l’effetto di rafforzamento positivo di questi comportamenti e contribuire a diminuire la loro autostima.

Quello che può essere utile e necessario fare, invece, è parlare con i bambini insegnando loro a non praticare questi comportamenti quando ci si trova in luoghi pubblici o in presenza di estranei. Parallelamente, essendo la masturbazione infantile spesso associata a noia e scarsa stimolazione, provare a coinvolgere il bambino in attività più stimolanti che veicolino altrove l’attenzione che, altrimenti, lo porterebbe a praticare queste attività masturbatorie.

Tale rassicurazione dei genitori deve partire anche dai medici e dagli operatori sanitari che non devono ignorare l’esistenza di questo fenomeno ed evitare di prescrivere visite e controlli che, come visto, si rivelerebbero inutili e controproducenti.

Parallelamente a quanto detto sulla gestione della masturbazione infantile vera e propria, è utile che i genitori non fuggano il discorso del sesso e della sessualità con i propri figli. Parlarne liberamente e tranquillamente non significa spiegare loro i dettagli o caratteristiche che non sarebbero neanche in grado di comprendere, ma nemmeno eludere di rispondere ai loro legittimi interrogativi.

Con la crescita e con il confronto con i coetanei (anche dell’altro sesso) i bambini scoprono il loro corpo e si interrogano su di esso. Per quanto sono ancora lontani dall’erotizzazione dei genitali e dei comportamenti sessuali sono curiosi e cercano di capire; questo fa parte del normale processo di crescita e presa di consapevolezza delle proprie abilità, capacità e caratteristiche.

Nello spiegare i rapporti sessuali è consigliato usare esempi generici e non legati ai genitori ed evitare di utilizzare espressioni provenienti dal mondo animale o vegetale, ma chiamare le cose con il loro nome.

L’importante è rispondere alle domande dei bambini senza entrare troppo nei dettagli; il compito educativo dei genitori passa anche da qui. Troppo spesso disagi e problemi legati alla sessualità in età adolescenziale e adulta nascono proprio dall’assenza di comunicazione in materia nel contesto familiare. Per quanto possa apparire difficile, l’uso di un linguaggio chiaro e rispettoso capace di rispondere alle curiosità del bambino senza ignorarle o banalizzarle è quanto di più sano e utile si possa fare nei confronti dei propri bambini.

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  • Bambino (1-6 anni)