Il nome deriva dall’ebraico מָרָא (mara, marah), che vuol dire “amaro”, e in senso lato “amarezza”, “tristezza”, “infelicità” o “amareggiato”, “infelice”. Si tratta di un nome biblico: è infatti così che chiese di farsi chiamare Noemi (nome che significa “gioia”), dopo la morte del marito Elimelech e dei figli. Nel passo biblico di riferimento, Noemi dice:

Non mi chiamate Noemi, chiamatemi Mara, perché l’Onnipotente mi ha tanto amareggiata! Io ero partita piena e il Signore mi fa tornare vuota. Perché chiamarmi Noemi, quando il Signore si è dichiarato contro di me e l’Onnipotente mi ha resa infelice?

Nella Bibbia è anche il nome di una fonte le cui acque amarissime vengono purificate da Mosè (Es15:22-25).

Attestato soprattutto nel Nord Italia e in Toscana, deve la sua diffusione soprattutto alla raccolta di poesie di Ada Negri del 1919 Il libro di Mara, e al nome della protagonista del romanzo di Carlo Cassola del 1960 La ragazza di Bube. È usato pressoché solo al femminile, anche se sono attestate rarissime forme maschili. È un nome in calo negli ultimi anni, tanto che nel 2020 sono state chiamate così solo 44 neonate.

In croato, serbo e ungherese, Mara è una variante del nome Maria.

Parliamo di un nome adespota, visto che non ci sono sante o beate che lo portano, pertanto l’onomastico ricade il 1° movembre, giorno di Ognissanti.

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