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Molto comuni durante l'infanzia i dolori alle orecchie sono il sintomo di diverse condizioni; scopriamo quali sono con una particolare attenzione alla corretta gestione per alleviare il fastidio.
Scopriamo meglio come riconoscere il mal d’orecchio nei bambini, come gestire i sintomi, quando rivolgersi al medico e come alleviare il dolore.
Come riferito in questo studio l’otalgia viene definita come dolore localizzato alla regione auricolare che può dipendere da otodinia (causa auricolare) o otalgia riflessa (da una causa extra-auricolare). Possono essere quindi diversi i sintomi associati al mal d’orecchio e, soprattutto nei lattanti e nei bambini piccoli che ancora non parlano, è importante notare qualsiasi cambiamento del comportamento abituale.
In generale i principali sintomi legati al mal d’orecchio nei bambini sono il pianto, il gonfiore localizzato nella zona intorno all’orecchio, l’emissione di pus dal canale uditivo, la febbre alta (tra 38 e 40°C), la congestione nasale, la tosse e l’inappetenza.
Il bambino più grande può riferire di lamentare un dolore all’orecchio mentre in quelli più piccoli, insieme al pianto, si può notare che portano istintivamente le mani alle orecchie (o all’orecchio colpito). Inoltre, come precisato dal National Instritutre on Deafness and Other Communication Disorders i bambini possono avere problemi di equilibrio, disturbi del sonno e difficoltà a sentire e rispondere a suoni di debole entità.
Come anticipato possono essere diverse le cause, dirette o indirette, che possono provocare un mal d’orecchio nei bambini. Le più comuni sono:
Nell’otite media acuta vi è alla base un’infezione, virale o batterica, responsabile dell’infiammazione dell’orecchio medio. Come spiegato nell’opuscolo informativo del Servizio Sanitario Regionale dell’Emilia Romagna l’infiammazione determina una produzione di pus o muco che esercita pressione sul timpano tale da causare il dolore. Per questo motivo l’eventuale perforazione del timpano provoca un sollievo immediato dal dolore.
L’otite esterna, invece, è caratterizzata da dolore intenso anche con la semplice pressione delle cartilagini dl padiglione auricolare. Si accompagna anche a gonfiore del condotto uditivo, fuoriuscita di pus, prurito e a volte febbre. È una condizione comune d’estate tanto che, come spiega anche la Società Italiana di Pediatria, è comunemente nota come otite da piscina. Questo perché l’acqua in cui ci si immerge, se contaminata da batteri (soprattutto Pseudomonas aeruginosa e Staphylococcus aureus- continua Marchisio) causa l’infezione responsabile dell’otite.
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In presenza di tappi di cerume (o corpi estranei) nell’orecchio causa dolore per effetto della pressione che questo elemento causa sulle pareti del condotto auricolare. Gli schiaffi, le lesioni da cotton fioc, un tuffo e il volo in aereo quando si è raffreddati possono provocare traumi all’orecchio responsabili non solo di dolore ma anche acufeni, calo dell’udito, vertigini e anche perforazione della membrana timpanica.
La tonsillite acuta e le altre infiammazioni dei distretti adiacenti possono causare un’otalgia riflessa, ovvero un’irritazione del nervo glossofaringeo che invia le informazioni sensitive al cavo orale e all’orecchio. Infine anche le disfunzioni della mandibola o i problemi dentali possono essere responsabili, per irritazione del nervo trigemino e facciale, di mal d’orecchio nel bambino.
La valutazione medica è sempre consigliata in presenza di mal d’orecchio nei bambini o dei sintomi associati che, soprattutto nei più piccoli, possono causare forte disagio, pianto e malessere generale. Il controllo del medico serve a individuare la causa e offrire tempestivo sollievo ai sintomi e prevenire le principali complicanze legate alle infezioni dell’orecchio. Tra queste il Cleveland Clinic inserisce la perdita dell’udito, il ritardo nello sviluppo del linguaggio, una diffusione dell’infezione e la perforazione del timpano.
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Spesso al medico per individuare la causa responsabile dell’otalgia è sufficiente la valutazione dei sintomi e l’esame fisico. Tramite un otoscopio (lo strumento ottico diagnostico con il quale osservare la cavità interna dell’orecchio) può inoltre individuare la presenza dell’infiammazione responsabile del dolore.
Per approfondimenti si ricorre alla timpanometria e alla riflettometria acustica (per verificare la presenza di liquido nell’orecchio medio), alla timpanocentesi (per rimuovere del liquido e analizzarlo per individuare virus e batteri presenti) e al test dell’udito per individuare eventuali problemi legati al calo della capacità uditiva.
La cura del mal d’orecchio nei bambini è, ovviamente, legata innanzitutto alla causa e allo stesso tempo alla riduzione dei sintomi. In questo senso, soprattutto nella fase precedente il controllo del pediatra, si possono somministrare antidolorifici come il paracetamolo (ogni 5-6 ore) o l’ibuprofene (ogni 8 ore).
Le linee guida (come quelle pubblicate nel 2013 dall’American Academy of Pediatrics), suggeriscono, per i bambini non affetti da malattie croniche, una vigile attesa per le prime 48-72 ore. Se i sintomi non si alleviano o peggiorano è fondamentale il ricorso al pediatra o, in sua assenza, al pronto soccorso (soprattutto nei neonati, nei bambini con pianto inconsolabile, in presente di gonfiore e rossore, vomito e febbre alta).
Il ricorso agli antibiotici è prerogativa esclusiva del pediatra dopo aver accertato la causa dell’otalgia contro cui questo tipo di farmaci si rivela utile.
Il mal d’orecchio è una condizione comune nei bambini in quanto hanno, per diverse ragioni, più probabilità di andare incontro a infezioni. Le trombe di Eustachio, da una parte, sono più piatte e piccole rendendo più difficile il drenaggio del fluido e, dall’altra, l’immaturità del sistema immunitario, aumentano il rischio di contrarre infezioni.
La prevenzione passa dall’adozione di tutti i comportamenti utili a evitare i fattori di rischio per i raffreddori e le più comuni malattie respiratorie (igiene delle mani, ritorno all’asilo solo quando si è completamente guariti, evitare l’esposizione al fumo passivo, eccetera).
L’indicazione, come visto, suggerisce di monitorare e gestire i sintomi e, in presenza di peggioramento o una condizione generale non buona di rivolgersi al medico per verificare la situazione. Spesso le infezioni che colpiscono l’orecchio spariscono spontaneamente ma è doveroso evitare che il bambino si debiliti eccessivamente o che si ignori una causa sottostante tale da richiedere un adeguato trattamento.
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