Il nome Geremia deriva, tramite il greco Ιερεμιας (Ieremias) e il latino Ieremias o Jeremias, dal nome ebraico יִרְמְיָהוּ (Yirmiyahu, o dalla sua abbreviazione Yirmeyah), che può essere interpretato come “il Signore fonda”, “fondato dal Signore” o “scelto dal Signore”; secondo altre fonti, invece, considerando Yirmeyah come un nome a sé stante, il suo significato è quello di “possa Yahweh esaltare”, “Yahweh ha innalzato” o anche, al rovescio, “sublimità del Signore”[1] o “esaltazione del Signore”.

Parliamo di un nome di tradizione biblica, portato da Geremia, uno dei profeti maggiori dell’Antico Testamento, oltre che da altre figure minori; in Inghilterra, la forma Jeremiah ha cominciato a essere usata sostanzialmente a partire da dopo la Riforma protestante, mentre nella forma vernacolare Jeremy era già sporadicamente usato dal XIII secolo.

Nel nostro Paese non è un nome estremamente diffuso; nel 2020 è stato assegnato a 89 neonati nati sul territorio nazionale. Le sue varianti principali sono Jarmo (finlandese), Jeremias, Jeremy o Jeremiah.

Esistono diversi santi o beati che si chiamano Geremia, fra cui san Geremia, monaco e martire con altri compagni a Cordova, celebrato il 7 giugno; altre date si ritrovano al 16 febbraio, san Geremia, martire con altri compagni a Cesarea marittima; 5 marzo, beato Geremia da Valacchia, religioso cappuccino; 1º maggio, san Geremia, profeta; 15 settembre, san Geremia, martire a Cordova con sant’Emila.

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