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Dal modo di essere dei genitori dipende molto del modo di essere dei figli. Parliamo dei genitori narcisisti, di come riconoscerli e di cosa fare.
È un argomento delicato per diversi motivi, innanzitutto quelli legati alla definizione di narcisismo. Nelle forme gravi questo è un disturbo della personalità tra quelli presenti nel Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-5), ma esiste anche una forma sana.
Sempre la Società Psicoanalitica Italiana, infatti, sottolinea come esista la necessità di ogni individuo di sentirsi amato e riconosciuto come persona nella sua unicità e che la forma sana di narcisismo è quella che si manifesta, in un equilibrio oscillatorio, tra l’amore per sé stessi e quello verso gli altri.
Questo elemento è importante da sottolineare per parlare di genitori narcisisti per evitare di cadere in un eccesso opposto, ovvero quello del totale annullamento dei genitori, con conseguenze altrettanto importanti sia sullo sviluppo e la crescita dei figli che sulla salute mentale degli adulti.
Il Newport Institute spiega come il narcisismo sia caratterizzato da un intenso egocentrismo, per cui le persone che vivono questa realtà soffrono di sentimenti di superiorità tali da richiedere costantemente di essere al centro dell’attenzione.
Uno degli elementi tipici della persona narcisistica è la mancanza di empatia; queste persone hanno difficoltà a comprendere come possono sentirsi le altre persone e assumono un atteggiamento di chiusura e arroganza tale da considerare sempre gli altri responsabili delle varie situazioni negative.
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Partendo dalla considerazione che le scelte e gli atteggiamenti, ma anche i comportamenti, dei genitori hanno un impatto enorme sui figli, è importante interrogarsi sulle conseguenze di questo tipo di atteggiamento.
Essere genitori narcisisti non significa vantarsi dei successi dei propri figli o imporre loro determinate decisioni. È, invece, un modo tossico per crescere i propri figli, in quanto si ha difficoltà a favorirne l’indipendenza e a soddisfare i loro bisogni.
Il narcisismo può interessare sia il padre che la madre, che a loro volta lo manifestano secondo alcuni elementi caratteristici. I genitori narcisisti vedono i propri figli come un’estensione della loro persona e la loro individualità viene subordinata alla propria. Questi tratti emergono soprattutto con la crescita del bambino e lo sviluppo della sua personalità e autonomia (anche decisionale).
Con il passare degli anni, infatti, i genitori narcisisti tendono a sentirsi minacciati e, come spiegato da Psychology Today, a impegnarsi in una competizione marginalizzante con la prole.
È un fenomeno che non si esaurisce nei primi anni di vita o quando il figlio è adolescente; prosegue anche con i figli adulti in quanto la loro indipendenza viene percepita come una minaccia. Da qui si attuano una serie di comportamenti quali l’imporre delle aspettative irragionevoli, il vivere attraverso i figli, il costringerli a vivere nella propria ombra e intaccare la loro autostima.
Ci sono alcuni tratti caratteristici dei genitori narcisisti. Le persone narcisistiche tendono a considerare i propri figli come una forma di convalida e quando non ci sono elementi per vantarsi, tramite i figli, della propria persona questi genitori risultano disinteressati e distaccati nei loro confronti. Parallelamente svaluta il bisogno di contatto e connessione che il figlio manifesta.
Un altro tratto dei genitori narcisisti è quello di avere reazioni importanti (urla, scatti di rabbia e, anche, atti di violenza fisica) quando si sentono frustrati o delusi. Inoltre, di fronte all’emotività altrui tendono a provare disagio, andando a far vergognare il proprio figlio delle emozioni che prova.
I narcisisti possono risultare invadenti chiedendo ai figli, e pretendendo che li accontentino, di fare qualcosa per loro. In presenza di più figli hanno spesso dei favoritismi e tramite questi esercitare il loro potere manipolatorio. Un altro elemento tipico è quello di scaricare le colpe sui figli per non ammettere le proprie responsabilità. Inoltre i genitori narcisisti si aspettano che il figlio si prenda cura di loro (soprattutto in età adulta).
Infine si può riconoscere nei narcisisti una forte insofferenza alla disobbedienza e il mostrare attenzione e affetto solo quando i figli fanno esattamente ciò che gli è stato richiesto.
Com’è facile intuire questo tipo di educazione e approccio genitoriale ha enormi conseguenze sullo sviluppo dei bambini. I figli dei genitori narcisisti solitamente non esprimono i loro bisogni e desideri per non suscitare rabbia o punizioni, reprimono pensieri e sentimenti per mantenere la quiete emotiva in famiglia e vanno incontro a bassa autostima.
Questi bambini, ragazzi e poi adulti non hanno una buona idea di sé stessi, sono molto insicuri e possono sviluppare ansia e depressione. Solitamente trascurano di prendersi cura di sé stessi e tendono a sentirsi in colpa quando lo fanno.
Sebbene da piccoli non si accorgano di questa genitorialità disfunzionale, da adulti, anche dal confronto con gli altri e dalle relazioni fuori dal contesto familiare, iniziano a emergere maggiormente i problemi. In questa fase possono avere un attaccamento insicuro e ansioso e un disperato bisogno di attenzioni.
Se sono persone molto sensibili, possono diventare estremamente compiacenti con gli altri ruotando la propria vita sui bisogni altrui, mentre se sono più aggressivi tendono a replicare il comportamento dei propri genitori.
Vivendo in uno stato di ansia costante, i figli di genitori narcisisti possono andare incontro anche a danni psicologici a lungo termine. Tra questi c’è il disturbo bipolare, il disturbo ossessivo compulsivo, il disturbo da stress post-traumatico e altri problemi di salute mentale.
Cosa fare? I figli che si ritrovano in questa condizione hanno innanzitutto bisogno di sapere che, se non possono (e non devono) cambiare i propri genitori, possono però cambiare il modo in cui rispondere ai loro comportamenti.
Per molti aspetti la crescita e il fisiologico distaccamento ed emancipazione dai propri genitori aiuta a definire dei limiti. È importante che i figli mantengano le loro posizioni e non cedere di fronte alle reazioni. Parallelamente, è utile individuare dei punti di forza dai quali ripartire. I figli di questi genitori hanno spesso una personalità indebolita e hanno necessità di lavorare sulle cose positive e buone (e ce ne sono) che li caratterizzano, andando a ricordarle regolarmente per non darle per scontante o sottovalutarle.
Un consiglio importante è quello legato all’accettazione della propria condizione. Avere un’emotività indebolita, non essere la persona che i propri genitori dicono di volere e provare sentimenti di tristezza e scarsa autostima, per quanto sono elementi su cui lavorare, fanno parte della propria personalità.
Per quanto difficile da credere e vedere non è una colpa né una condanna; si può investire sul proprio benessere anche avendo pazienza nei confronti di sé stessi e richiedere un supporto professionale per individuare le misure più efficaci per la propria persona.
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