Una delle abilità relazionali che si sviluppano in età evolutiva riguarda la capacità nei bambini di controllare le emozioni ma cosa capita quando questa abilità viene meno? Si mette in funzione la disregolazione emotiva, ovvero il “bisogno” da parte del piccolo di controllare in modo eccessivo tutto ciò che sente dentro di sé.

Quello che viene meno è la regolazione affettiva cioè,  l’insieme dei processi attraverso i quali la persona (e il bambino) influenza le emozioni che prova, quando le prova, in che modo le prova e come le esprime.

Quali sono i risultati nel lungo periodo e come capire se il bimbo ha sviluppato una disregolazione emotiva? Scopriamolo attraverso i comportamenti tipici di chi ne è affetto e come intervenire.

Regolazione e disregolazione emotiva nei bambini, le differenze

Durante il suo sviluppo, il bambino inizia a regolare le proprie emozioni, acquisendo anche le giuste risorse mentali per affrontare due tipi di relazioni, quelle interpersonali positive e quelle conflittuali. Questo accade poiché, man mano, diventerà una persona in grado di comprendere le emozioni degli altri, attribuire loro intenzioni e aspettative sviluppando, a sua volta, relazioni sociali soddisfacenti. In questo modo il piccolo svilupperà il giusto equilibrio delle proprie emozioni. Questo processo prende il nome come regolazione emozionale.

Nel contesto psicologico sono stati sviluppati molti studi in merito allo sviluppo della regolazione emotiva in fase evolutiva. Tra le tante ricerche effettuate ne spicca una di impatto profondo che analizza proprio i diversi contesti in cui la regolazione emozionale, ovvero il saper controllare le emozioni, diviene disregolazione emotiva.

Gli psicologi e studiosi Southam-Gerow nel 1994 e il prof. Kendall nel 2002 hanno evidenziato da una parte la capacità di regolazione emozionale in bambini che presentano particolari disturbi dello sviluppo, dall’altra quale tipo di influenza possono avere i contesti problematici sullo sviluppo di tale capacità, come per esempio, i contesti familiari caratterizzati da bassi livelli socio-economici, il maltrattamento e la presenza di sintomi depressivi nella figura genitoriale. Nel caso di bambini vissuti in contesti familiari maltrattanti, essi non sono in grado di autoregolarsi, sperimentando e, di conseguenza, manifestando una maggiore emotività negativa.

I risultati degli studi clinici effettuati hanno evidenziato come la disregolazione emotiva era maggiormente presente non solo nei bambini ma, anche, in quei genitori affetti da diverse forme di psicopatologia. L’eccessivo controllo delle emozioni scaturisce, in questo caso, da una difficoltà di comprensione emotiva.

Come si presentano i disturbi legati alla disregolazione emotiva nei bambini?

I disturbi legati alla sfera del controllo emozionale del bambino e quindi, caratterizzati da un eccessivo controllo sono legati a problemi di paura, ansia, bassa autostima, vergogna, tristezza e depressione. Questi disturbi si traducono in comportamenti esternalizzati dal bimbo in contesti sociali come la scuola o in famiglia.

I sintomi più evidenti riguardano:

  • ansia sociale;
  • aggressività verbale e/o fisica;
  • impulsività;
  • irascibilità;
  • iperattività;
  • eccessiva esuberanza;
  • disturbi della condotta;
  • difficoltà nel riconoscere il bisogno di dormire e il senso di stanchezza;
  • comparsa di coliche, rifiuto/richiesta eccessiva di cibo;
  • difficoltà a riconoscere il senso di fame e sazietà.

Nei bambini con deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD) la capacità di regolazione emozionale è molto evidente e si presenta con la difficoltà, da parte del minore, di:

  • espressività emotiva e facciale evidente;
  • ridotte capacità cognitive;
  • disturbi del comportamento in contesti sociali.

Poco controllo delle emozioni? La colpa è dell’alessitimia

L’alessitimia è ritenuta, nel processo di inibizione emotiva, come una delle conseguenze della ridotta capacità di regolare le emozioni nei bambini. Le caratteristiche maggiori, infatti, si hanno nella:

  • difficoltà di identificare le emozioni;
  • difficoltà di distinguere le emozioni dalle sensazioni corporee che si accompagnano all’attivazione emotiva;
  • difficoltà nel descrivere agli altri i propri sentimenti;
  • processi immaginativi limitati con difficoltà nel fantasticare;
  • stile cognitivo legato allo stimolo e orientato all’esterno;
  • predisposizione verso disturbi somatici e psichici.

Come si legge su psicoterapeutiinformazione, il Dott. Porcelli spiega:

Le persone alessitimiche non sarebbero incapaci di provare le emozioni quanto, piuttosto, sarebbero predisposte a provare stati affettivi indifferenziati e scarsamente regolati tanto che, talvolta, le loro esperienze emotive possono anche manifestarsi in maniera intensa, non modulabile ed elaborabile.

Il ruolo del genitore per affrontare la disregolazione emotiva nel bambino

Un genitore sicuro, che riesce a calmare il suo bambino, a riconoscere prontamente i disturbi iniziali di emotività nel figlio e a rispondere nel migliore dei modi ai suoi bisogni, sarà capace di rafforzare il legame tra genitori e figli e permette uno sviluppo ottimale della personalità del bambino, che non sarà fermata dagli effetti della disregolazione emotiva.

In principio il piccolo dipenderà dalla propria figura di attaccamento (madre-padre) per raggiungere un sano equilibrio emotivo. Poi, una volta interiorizzate le strategie di regolazione dategli dal genitore, sarà capace di acquisire prima una regolazione degli stati biologici (sonno, veglia, alimentazione) e poi di quelli affettivi ed emotivi.

Se vi è una mancanza da parte del genitore di una azione regolativa verso il bimbo, il bambino sarà portato ad utilizzare forme di regolazione improprie quali come:

  • l’autoconsolazione;
  • l’isolamento e la chiusura in sé stesso;
  • non chiedere consolazione al genitore.

Il genitore in questo caso dovrà adottare alcune piccole strategie comportamentali con il bimbo:

  • modulare la voce con tono basso e rassicurante quando il piccolo ha bisogno di calma o con toni alti quando il bambino ha bisogno di stimoli;
  • sviluppare una presenza calma e rassicurante;
  • creare uno spazio intorno al bambino dove non possa farsi del male;
  • rivolgersi al bimbo, una volta calmato, con gentilezza e gioia.
Seguici anche su Google News!
Ti è stato utile?
Rating: 1.0/5. Su un totale di 1 voto.
Attendere prego...

Categorie

  • Bambino (1-6 anni)