Quello della disabilità è un argomento molto delicato, sia perché è causa di molta sofferenza nelle persone coinvolte in queste condizioni, sia perché spesso è difficile parlarne. Lo è anche, come evidenziato dal Manual for Human Rights Education with Young people del Consiglio d’Europa, per l’assenza di una definizione universalmente accettata di disabilità, sia perché spesso non vi è la consapevolezza, l’attenzione e la sensibilità nell’individuarla e nel riconoscerne l’impatto. A questo proposito l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) distingue due concetti chiave: la menomazione e la disabilità.

La menomazione è la perdita o l’anormalità della struttura o della funzione corporea, psicologica o fisiologica, mentre la disabilità è la restrizione o perdita conseguente alla menomazione dell’abilità di eseguire un’attività così come è considerato normale per l’essere umano.

Nonostante la chiarificazione terminologica, non tutte le forme di disabilità sono evidenti. Esistono, infatti, le cosiddette disabilità invisibili. La National Education Association (NEA) le definisce come le limitazioni fisiche, mentali o neurologiche non sono ovvie per un osservatore esterno. Sono condizioni che possono avere un impatto sulla capacità di apprendimento e di svolgere le normali attività quotidiane. Per questo motivo meritano un’attenzione particolare le disabilità invisibili nei bambini. Ne parliamo individuando cosa sono, quali sono, e come riconoscerle, fornendo a genitori ed educatori alcuni elementi e strumenti per affrontarle con maggiore consapevolezza.

Cosa sono le disabilità invisibili nei bambini?

Come detto le disabilità invisibili nei bambini sono tutte quelle condizioni non evidenti che possono influire sul suo sviluppo e apprendimento. Possono essere di natura fisica, mentale o emotiva e manifestarsi in forma temporanea o permanente. Passano inosservate, motivo per cui vengono definite invisibili (o nascoste), ma condizionano la vita dei bambini e dei loro genitori. Anzi, spesso il non riconoscerle, aumenta le difficoltà per le famiglie che percepiscono qualcosa di diverso, ma non sanno come affrontarlo.

Disabilità invisibili più comuni nei bambini: ADHD, DSA, disturbi del linguaggio e altro

Le disabilità invisibili nei bambini sono possono essere distinte in:

  • disturbi neurologici e dello sviluppo
  • disturbi mentali
  • difficoltà di apprendimento
  • disturbi sensoriali
  • condizioni mediche croniche

Tra i disturbi neurologici e dello sviluppo rientra l’autismo e i disturbi della coordinazione motoria (come la disprassia). Vanno poi considerati i disturbi mentali (ansia, attacchi di panico, depressione, disturbo post-traumatico da stress e disturbi del comportamento). Tra le difficoltà di apprendimento (DSA) ci sono la dislessia, la discalculia e la disgrafia e in generale tutte le condizioni che influiscono sulla capacità di esprimersi e comprendere il linguaggio. Nei disturbi sensoriali rientrano la sordità, l’ipoacusia, la cecità, l’ipovisione o i disturbi dell’elaborazione sensoriale. Un’altra delle disabilità invisibili comune nei bambini è l’ADHD (il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività).

Le disabilità invisibili fisiche che non si vedono ma ci sono

Ci sono anche diverse condizioni fisiche che possono rappresentare una forma di disabilità invisibile. Le principali sono la sindrome da stanchezza cronica, la fibromialgia, il diabete, le malattie autoimmuni, le cardiopatie congenite e l’endometriosi che possono manifestarsi anche in età pediatrica condizionando la qualità della vita e la crescita dei bambini.

Come riconoscere i segnali di una disabilità invisibile

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Fonte: iStock

Proprio perché invisibile è più difficile riconoscere una disabilità. Un elemento utile per i genitori e gli educatori può essere quello di osservare la crescita del bambino facendo riferimento al contesto dei coetanei. Ogni bambino è una storia a sé e i suoi tempi di sviluppo sono unici e non vanno forzati, ma registrare alcune differenze importanti rispetto ad altri bambini della stessa età può essere un campanello d’allarme a cui prestare attenzione.

Un bambino che non riesce a mantenere la concentrazione o il livello di coinvolgimento previsto, problemi ad afferrare un oggetto, disegnare o colorare, difficoltà a orientarsi, confondere i giorni della settimana, sono tutti elementi che in età prescolare possono suggerire la presenza di una disabilità invisibile.

Molto utile è anche verificare se ci sono cambiamenti improvvisi che possano indicare che una particolare condizione ha iniziato a manifestare i suoi sintomi. Non tutte le disabilità, infatti, sono congenite ed è anche questo un elemento di cui tenere conto. Spesso poi alcuni cambiamenti nel comportamento (come frustrazione, bassa autostima o maggiore irritabilità) possono dipendere dalla difficoltà del bambino di compiere le normali attività.

Il ruolo della scuola e degli insegnanti nel supporto ai bambini con disabilità invisibili

Abbiamo fatto riferimento alla fase prescolare, ma molte delle disabilità invisibili nei bambini si possono manifestare in età scolare. Difficoltà a memorizzare, a scrivere, a concentrarsi, ad allacciarsi le scarpe, a organizzare autonomamente il materiale o a usare strumenti di precisione sono elementi che dovrebbero far attivare gli insegnanti.

Il ruolo dei docenti ha una duplice valenza. Da una parte quello di evidenziare ai genitori, magari ignari del problema, la condizione che potrebbe interessare il proprio figlio e dall’altra supportare il bambino nel suo sviluppo.

La scuola è probabilmente la dimensione più critica per le disabilità, sia quelle visibili che quelle invisibili, con l’aggravante di quelle nascoste che spesso non vengono riconosciute. Il riconoscimento delle disabilità invisibili non è solamente quello legato alla consapevolezza della loro esistenza, ma anche della possibilità di attivare le procedure previste (come i docenti di sostegno). C’è poi la grande sfida nell’integrare i bambini con disabilità invisibile nel contesto della propria classe di appartenenza. Se ancora oggi spesso si fa fatica a integrare i bambini con disabilità note (che spesso invece vengono marginalizzati ed esclusi), il fenomeno si acuisce con i bambini con disabilità invisibile.

Disabilità invisibili e inclusione: come aiutare il bambino a sentirsi accettato

Quanto appena detto è probabilmente uno dei problemi più grandi che i genitori da una parte e gli insegnanti dall’altra si trovano ad affrontare. Il primo grande ostacolo, infatti, sta nel riconoscimento dell’esistenza di queste forme di disabilità. Anche le recenti polemiche per cui nelle scuole elementari ci sarebbe un eccesso di certificazioni di DSA, suggerisce quanto l’argomento sia controverso e non accettato.

Il fronte culturale, quindi, è il principale sul quale agire andando a comprendere che i bambini con disabilità invisibile non sono pigri, cattivi o viziati ma hanno una menomazione (per riprendere l’espressione utilizzata dall’OMS) che causa l’incapacità o l’impossibilità di eseguire un’attività che per altri, invece, è del tutto normale. I pregiudizi, gli stigmi e i luoghi comuni in questo senso sono enormi e spesso difficili anche da riconoscere.

Adottando un approccio inclusivo per cui il bambino con disabilità invisibile non è sbagliato o da correggere, si riescono a perseguire (seppur con difficoltà) strategie di accettazione e integrazione. Molto importante si rivela il validare l’esperienza di disabilità che il bambino prova, senza denigrarlo o colpevolizzarlo, educandolo alla consapevolezza e all’individuare metodi con cui aiutarlo a fare le cose di cui ha bisogno e che gli piacciono fare. L’esistenza di una disabilità non deve mai intaccare la dignità del bambino, così come quella dei suoi genitori e familiari.

Strumenti e strategie per migliorare la qualità della vita dei bambini con disabilità invisibili

Abbiamo accennato alla necessità di mettere il bambino con disabilità invisibile nelle condizioni di avere una vita il più possibile normale, che sia orientata alla sua indipendenza, autonomia e serenità. Per quanto spesso ci siano dei limiti insormontabili è importante che il bambino non debba rinunciare alle possibilità che ad altri bambini sono date per scontate.

È quindi importante, innanzitutto, partire da un’analisi medica necessaria da una parte a diagnosticare l’impatto della disabilità e dall’altra a definire un percorso terapeutico utile a migliorare la salute e la qualità della vita del bambino. Successivamente è necessario anche comunicare con la scuola e gli insegnanti per valutare quali sono le soluzioni percorribili (Piani educativi individualizzati, Piani 504, modifiche ambientali, eccetera).

Può rivelarsi molto utile offrire al bambino un supporto psicologico adeguato anche per gestire lo stress e il senso di colpa derivante dallo stigma della disabilità invisibile. Molto importanti sono inoltre le strategie di coping con le quali il bambino impara a gestire i sintomi della sua condizione.

Infine è necessario per i genitori, che hanno la principale responsabilità del benessere dei bambini, rimanere aggiornati sulla disabilità del figlio, non solo sulle possibilità di cura e gestione, ma anche e soprattutto sull’impegno nell’adottare accorgimenti e attenzioni che riducano l’impatto della disabilità e facciano sentire il bambino meno diverso e meno solo.

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