20000 bambini in Italia hanno il diabete mellito, quello di tipo 1; così come riportato dall’Agenzia ANSA questo è un trend in crescita in tutto il mondo tanto che il diabete infantile è la principale malattia endocrina dell’età pediatrica.

Una malattia, quella del diabete, che ha un inizio acuto e che non prevede una cura risolutiva ma che, se gestita con attenzione e regolarità, può essere associata a una buona qualità della vita.

Conosciamo meglio questa condizione, quali sono i sintomi da monitorare e come comportarsi.

In cosa consiste il diabete infantile?

Il diabete è, come viene definita dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, una malattia cronica caratterizzata dall’aumento dello zucchero nel sangue (iperglicemia) come effetto di una carenza, assoluta o relativa, dell’insulina all’interno dell’organismo.

Si tratta di una malattia autoimmune che non interessa solamente gli adulti tanto che negli ultimi anni si sta assistendo a un aumento dei casi di diabete in età pediatrica. Anzi, la maggiore insorgenza del diabete infantile, come riportato dall’I.R.C.C.S. S Ospedale San Raffaele, si manifesta con due picchi: prima dei 5 anni e tra i 10 e i 12 anni in concomitanza con lo sviluppo puberale.

Va precisato come esistano diverse tipologie di diabete. Il diabete infantile è quello mellito di tipo I che è caratterizzato dalla totale carenza di insulina. Di per sé l’assoluta carenza di insulina è una condizione incompatibile con la vita: per questo l’accertamento della condizione e il relativo trattamento devono essere tempestivi.

Diabete infantile: le cause

Come per le altre malattie autoimmuni, anche il diabete infantile è determinato da una scorretta reazione del sistema immunitario. Nel caso del diabete infantile, come chiarito dal Johns Hopkins Medicine, il sistema immunitario del bambino danneggia le cellule del pancreas che hanno il compito di produrre insulina.

L’insulina, riporta il Manuale MSD, è un ormone che controlla la quantità di glucosio presente nel sangue e ne permette il passaggio all’interno delle cellule. Una carenza di insulina determina un aumento di concentrazione di glucosio nel sangue e un’insufficiente rifornimento per le cellule. La sua concentrazione nel sangue provoca la presenza dell’insulina nell’urina esponendo l’organismo a una serie di complicanze, anche molto gravi.

A oggi non sono certe le cause specifiche che portano all’insorgenza del diabete infantile. La Società Italiana di Pediatria suggerisce come oltre ai fattori genetici possano interferire anche fattori ambientali. Tra questi va posta l’attenzione sul latte materno e sullo svezzamento.

Per quel che riguarda l’allattamento al seno è oggi ampiamente accertato in ambito medico-scientifico che è una scelta estremamente vantaggiosa per il neonato. Questo svolge un ruolo protettivo sullo sviluppo dell’autoimmunità per il diabete di tipo I (la forma infantile), ma non è ancora chiaro quale sia la durata minima dell’allattamento al seno. Per questo motivo i pediatri raccomandano l’allattamento al seno come forma di prevenzione per i bambini a rischio di diabete infantile.

Parallelamente va posta l’attenzione sull’inizio dello svezzamento. Nel corso degli anni l’avvio dell’alimentazione complementare è stato modificato e ritardato rispetto al passato. Oggi si consiglia di offrire al bambino un’alimentazione esclusiva al seno fino al sesto mese di vita anche perché uno svezzamento precoce, prima dei 3-4 mesi di vita, è associato a un aumento del rischio di diverse patologie.

Non esistono evidenze scientifiche che spieghino il legame tra insorgenza del diabete infantile e tempistiche legate allo svezzamento, ma anticipare di troppo l’inizio dell’alimentazione complementare potrebbe non essere benefico per il bambino.

Sono maggiormente a rischio i bambini di origine caucasica, che hanno un familiare diabetico e che si trovano nella fascia d’età tra i 4 e i 6 anni o in quella tra i 10 e i 14 anni.

I primi sintomi del diabete infantile

Il diabete infantile è accompagnato da diversi sintomi che i genitori devono monitorare con attenzione per intervenire prontamente. Il bambino diabetico ha una minzione maggiore sia nella frequenza che nella quantità di urina prodotta (poliuria).

Inoltre è costantemente assetato e affamato necessitando di un’assunzione di liquidi e alimenti superiore al normale (polidipsia e polifagia). Nonostante questo il bambino va incontro a dimagrimento e lamenta dolori addominali non collegabili ad altre condizioni.

Nelle forme di diabete infantili più gravi si possono manifestare anche uno stato confusionale, l’alterazione di alcune funzioni mentali e il coma. Il Royal Children’s Hospital Melbourne indica come possibili sintomi anche la visione offuscata, l’eccessiva stanchezza, la nausea e il vomito.

La Mayo Clinic, invece, aggiunge anche l’irritabilità, i cambi di comportamento e un alito dall’odore fruttato. Altri segni possono essere tremore, pallore, eccessiva sudorazione e palpitazioni.

Conseguenze e rischi

Come anticipato, parliamo di una condizione che, se non debitamente gestita, porta il bambino alla morte. Oltre a questo esito il diabete infantile può portare a diverse conseguenze: malattie cardiache e ai vasi sanguigni e ictus.

Il restringimento e il danneggiamento dei vasi sanguigni possono provocare danni ai reni, agli occhi e ai nervi. Inoltre, come effetto della riduzione della densità minerale ossea, il bambino ha un maggior rischio di sviluppare l’osteoporosi. Un’altra comune complicazione del diabete infantile è la chetoacidosi diabetica (DKA) che si può verificare anche quando il bambino non segue la terapia a base di insulina.

Non meno importanti e sui quali va posta la dovuta attenzione ci sono i problemi psicosociali. I bambini con diabete, infatti, sono a rischio di ansia, depressione, disturbi del comportamento alimentare e altri problemi psicologici. Questi disturbi possono incidere sulla capacità del bambino di gestire la propria alimentazione e l’assunzione di farmaci provocando uno scarso controllo della glicemia che lo espone a tutte le conseguenze e i rischi di cui abbiamo parlato.

Si può guarire dal diabete infantile?

Il diabete è una malattia cronica che persiste per tutta la durata della vita. Non esiste una cura ma c’è una terapia che, se seguita correttamente, consente al bambino e poi all’adulto di condurre una vita normale.

Trattamento e terapie

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Fonte: iStock

La diagnosi di diabete infantile si basa su un semplice esame del sangue (anche una sola goccia è sufficiente) o di un campione di urina. La presenza di valori di glicemia superiori a 125mg/dl dopo un digiuno di 8 ore o superiori a 200mg/dl a prescindere dai pasti assunti sono infatti elementi che confermano la presenza del diabete.

Dall’esame del sangue è possibile identificare anche gli anticorpi presenti e individuare il tipo di diabete. Successivamente alla conferma diagnostica ai bambini vengono prescritti ulteriori esami per verificare la presenza di altre malattie autoimmuni come la celiachia, i disturbi della tiroide, alcuni disturbi articolari e muscolari e quelli del tratto digerente.

La gestione del diabete infantile si basa su due strategie: attenzione all’alimentazione e all’esercizio fisico e le iniezioni di insulina. Queste devono essere eseguite più volte al giorno tramite iniezione sottocutanea da eseguire tramite appositi dispositivi semplici e pratici da utilizzare.

Esistono diversi formati a seconda della rapidità d’azione dell’iniezione in modo da consentire una terapia puntuale e corretta a seconda delle varie necessità nel corso della giornata. La dose dell’iniezione varia da paziente a paziente a seconda dell’età e delle caratteristiche del paziente. L’indicazione generale è quella di seguire il cosiddetto schema Balas Bolus per il quale vi è un’iniezione ultrarapida al momento dei pasti e una ritardata una volta al giorno.

Per il monitoraggio dei livelli di glicemia nel sangue esistono diversi dispositivi che utilizzano un particolare sensore sottocutaneo che permette di evitare i controlli tramite la puntura del dito e favoriscono un’educazione del bambino nella gestione autonoma della sua condizione.

Oltre al trattamento a base d’insulina si rivela fondamentale che il bambino segua uno stile di vita sano caratterizzato da una regolare attività fisica, un’alimentazione equilibrata (prevedendo l’assunzione di cibi nutrienti e poveri di calorie e grassi) e il regolare e autonomo controllo del diabete anche nella gestione dei continui cambiamenti dei livelli di glicemia.

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Categorie

  • Bambino (1-6 anni)