Nome estremamente diffuso in tutta la penisola italiana, Daniele è un nome di derivazione ebraica: trae infatti origine dal nome דָּנִיֵּאל (Daniyyel), composto dalle radici dan (“giudice”), -i (“mio”) ed El (“Dio”), che può perciò essere interpretato come “Dio è il mio giudice”.

Ci sono diverse varianti del nome, alcune piuttosto antiche, come Daniello, mentre la forma Danilo rappresenta la variante del nome che, in origine, era slava.

C’è poi l’inglese Daniel, diventato altrettanto diffuso, e l’ipocoristico serbo e croato Danko che è condiviso con il nome Gordan.

Il nome ha anche una tradizione biblica, essendo portato dal profeta Daniele, autore dell’omonimo libro che fa parte dell’Antico Testamento; ma Daniele è anche un angelo menzionato nell’apocrifo Libro di Enoch. Fu però proprio grazie alla figura del profeta che il nome, nella forma Daniel già citata, si diffuse nell’Inghilterra medievale. Nonostante una piccola diminuzione nel XV secolo, il nome fu nuovamente portato in voga dai Puritani con la Riforma Protestante, e negli Stati Uniti rimase ininterrottamente tra i quindici nomi maschili più usati tra il 1972 e il 2008.

In Italia, come detto, è da sempre molto diffuso, nonostante un piccolo calo negli ultimi anni: se nel 1999 erano 3334 i bambini chiamati così, nel 2019 sono invece stati 1241, rappresentando comunque sempre lo 0,58% del totale. L’onomastico si festeggia in vari giorni dell’anno, ma soprattutto il 10 ottobre, per celebrare  san Daniele, religioso e martire con altri compagni a Ceuta sotto i Mori.

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