
Quando e come si sviluppa la disregolazione emotiva nei bambini? Come riconoscerne i sintomi in tempo e come affrontare l'eccessiva emotività nei ...
La consapevolezza di sé nei bambini non è innata, ma si sviluppa con la crescita. Ecco in che modo e come favorirla.
Ma quando inizia questa consapevolezza e come possiamo favorirla?
I bebè percepiscono se stessi e gli altri ancora come una grande massa. Non sono ancora in grado di distinguere in modo differenziato tra sé e gli altri.
Le parole della dottoressa Stephanie Wermelinger, post-dottoranda presso l’Istituto di psicologia dell’Università di Zurigo, spiegano bene cosa di intenda quando si parla di acquisire la consapevolezza di sé nei bambini.
Se, infatti, è vero che fin dalla nascita i bambini sono esposti a informazioni che possono insegnare loro chi sono e iniziano a prendere consapevolezza dell’influenza delle loro azioni sul mondo, solo intorno al secondo anno di età iniziano a sviluppare un senso di sé, percependosi come individui distinti e diventano in grado di riflettere su se stessi dal punto di vista di qualcun altro.
Gli studi indicano che la consapevolezza del proprio corpo nei bambini si sviluppa gradualmente nei primi anni di vita. Nei primi mesi, i neonati manifestano una consapevolezza “primordiale” attraverso il movimento e le sensazioni tattili. Man mano che crescono, iniziano a riconoscere le parti del corpo e a comprendere la relazione tra azioni e conseguenze e a riconoscere e a rispondere al proprio nome.
Tuttavia, è intorno ai 2-3 anni che si osserva un aumento della consapevolezza di sé. In questa fase i bambini iniziano a identificarsi come individui distinti dagli altri e a sviluppare un senso di identità personale.
Un’indicazione di questa nuova autoconsapevolezza oggettiva è che i bambini iniziano a riconoscersi in uno specchio o in una fotografia. Per verificare se sono in grado di farlo, è possibile apporre di nascosto un piccolo segno sulla fronte che non è possibile percepire con il tatto.
Di fronte allo specchio, se il bambino ha la capacità di vedere se stesso come vedrebbe un’altra persona, si allungherà per toccare il segno quando gli verrà mostrato uno specchio, indicando che identifica l’immagine speculare con il proprio corpo.
La consapevolezza del proprio corpo è solo una parte della consapevolezza di sé. Con il tempo, i bambini sviluppano anche una comprensione più profonda delle proprie emozioni, pensieri e relazioni con gli altri. Questo processo è influenzato da fattori genetici, ambientali e sociali.
I bambini piccoli dimostrano la percezione di sé attraverso la capacità di usare e comprendere il linguaggio autoreferenziale come me, io, tu e mio. Un altro esempio è quando rivendicano come “mio” qualcosa di loro proprietà.
Ma a dimostrare che un bambino sta sviluppando autoconsapevolezza è la comparsa di emozioni autocoscienti come imbarazzo, orgoglio, senso di colpa e vergogna dimostra anche che un bambino sta sviluppando autocoscienza, che viene raggiunta in genere intorno ai tre anni, quando il bambino inizia a sentirsi motivato chiedere scusa, a sentirsi orgoglioso del proprio comportamento o a nascondersi quando è si sente in colpa per qualcosa che ha fatto o si sente triste.
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La capacità dei bambini di pensare a se stessi dalla prospettiva di una seconda persona segna anche l’inizio dell’acquisizione del cosiddetto “concetto di sé”: pensieri e sentimenti stabili su sé stessi. Tra il primo e il secondo compleanno i bambini saranno in grado di produrre semplici autodescrizioni e valutazioni come “sono un bravo bambino”, che diventeranno più complesse nel tempo. Quando un bambino avrà circa otto anni, avrà un’idea relativamente stabile dei tratti e delle disposizioni della propria personalità e se si sente una persona preziosa e competente.
Con l’ingresso nell’adolescenza, la percezione di sé può diventare più complessa. Si comincia a sviluppare un senso di identità, che è influenzato da valori, credenze ed esperienze. I bambini diventano anche più consapevoli delle norme e delle aspettative sociali e potrebbero sentire la pressione di conformarsi a tali norme. Ciò può portare a cambiamenti nella percezione di sé, poiché cercano di adattarsi ai loro coetanei e di stabilire la propria identità.
Le interazioni con i caregiver e con i coetanei giocano un ruolo fondamentale. L’empatia, la comunicazione e la risoluzione dei conflitti sono abilità che i bambini imparano attraverso le relazioni sociali. Inoltre, un ambiente stimolante e inclusivo favorisce la sperimentazione e l’esplorazione, incoraggiando così lo sviluppo di una sana consapevolezza di sé.
Man mano che crescono, non solo i bambini diventano più consapevoli delle proprie capacità e dei propri limiti, ma iniziano a confrontarsi con gli altri. Questo confronto sociale è un fattore chiave nello sviluppo della percezione di sé, poiché i bambini iniziano a formarsi un’idea di chi sono in relazione agli altri.
Giocare insieme, sperimentare e vivere insieme esperienze, dando tempo e modo al bambino di esprimersi e sviluppare la propria autonomia diventando man mano più indipendente sono tutti strumenti che possono favorire l’autopercezione di sé.
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