Al giorno d’oggi sentiamo spesso parlare di coding, una pratica che aiuta lo sviluppo del pensiero computazionale. Non tutti però sanno che si tratta di una pratica utile anche per i più piccoli e sempre più diffusa nelle scuole.

Vediamo meglio cos’è il coding per bambini, i benefici e come insegnarlo.

Che cos’è il coding?

Il coding è utilizzato con bambini e adulti per incrementare il pensiero computazionale. Questa modalità di pensiero logica e consequenziale permette di risolvere i problemi in modo chiaro e lineare. Si può applicare anche agli ambiti quotidiani attraverso la messa in atto strategie d’azione personali.

La parola coding significa “programmazione informatica” e, se ancora non è diventata una materia scolastica, potrebbe presto diventarlo. Il coding è utile nella vita di tutti i giorni, e per questo viene spesso affiancato alle abilità di base, come saper leggere, scrivere e far di conto.

Qualcuno parla di coding come di un nuovo linguaggio, che permette di dare istruzioni precise alle macchine (per esempio ai computer), comunicando con esse. Queste istruzioni devono essere chiare, consequenziali e logiche perché possano venire attuate.

Coding per bambini: i benefici

Il coding offre diversi benefici per i bambini. Innanzitutto permette di sviluppare il pensiero computazionale e, grazie a questo, di affinare la capacità di problem solving nella risoluzione di problemi. Il pensiero computazionale, infatti, affronta un problema scomponendolo in tante parti differenti, per poterlo risolvere più agevolmente.

Il coding incrementa anche la creatività, perché i bambini devono mettersi in gioco e utilizzare tutto il loro ingegno per arrivare a delle soluzioni possibili. Gli esercizi per lo sviluppo di questa abilità sono diversi anche in base alla fascia d’età.

Fino a 6 anni (quando ancora i bambini non sanno leggere e scrivere) si lavora con le icone e la manualità.

Come insegnare il coding ai bambini?

Per insegnare ad attuare il coding ai bambini ci sono tanti modi.

Le primissime basi del coding possono essere insegnate già alla scuola dell’infanzia. Si tratta di proporre giochi molto semplici, adatti a quella fascia d’età, per incoraggiare lo sviluppo del pensiero logico e computazionale; allo stesso tempo, i bambini possono imparare ad affrontare un ostacolo, cercando da soli le migliori strategie per superarlo.

Per insegnare il coding si possono usare gli spazi della scuola. Per esempio applicare del nastro adesivo sulle pareti o il pavimento dell’aula, creando un percorso a ostacoli. Oppure realizzare dei piccoli percorsi sul quaderno, con personaggi di favole e fiabe.

A partire dalla scuola primaria, i bambini possono creare un piccolo videogioco da zero, con regole semplici. Saranno protagonisti del loro apprendimento e impareranno più facilmente, divertendosi.

Usando pc e tablet, possono provare giochi interattivi che facciano realizzare ai protagonisti le azioni necessarie e sequenziali per raggiungere lo scopo prefissato. Per esempio, dovranno muovere oggetti o piccoli mattoni, aggirare ostacoli per creare la giusta sequenza per il completamento di livello.

Esercizi e piattaforme

Sul web esistono varie piattaforme per migliorare le proprie competenze di coding. Ecco quelle principali:

  • Scratch
    È un sito dove i bambini possono creare dei videogiochi, storie animate che poi possono essere condivise con altri partecipanti. La piattaforma permette di utilizzare i cosiddetti “blocchi”. Scratch ha anche una versione junior, perfetta per i più piccoli (bambini di 5 o 6 anni).
  • Code.org
    È la soluzione perfetta per chi comincia ad approcciarsi al coding. Il sito è piuttosto intuitivo e permette di usufruire di giochi, quiz e video, dove cimentarsi in sfide sempre diverse e superare ostacoli con il proprio personaggio.
  • CoderDojo e Codeacademy.com
    Si tratta di piattaforme che mettono a disposizione dei corsi di programmazione informatica. Hanno un’impronta ludica quindi sono particolarmente adatti ai bambini.
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Categorie

  • Bambino (1-6 anni)