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A una neomamma e a un neopapà tutti si sentono in dovere di dare pareri e consigli, spesso molto discordanti tra loro. Ma per le domande che riguardano un figlio c’è bisogno di risposte certe, supportate da evidenze scientifiche.

Abbiamo, quindi, sottoposto i dubbi più diffusi su questo tema al Prof. Levrini, presidente vicario corso di laurea Igiene Dentale Università degli Studi dell’Insubria, ed esperto che collabora con l’Osservatorio Chicco.

1. Quando proporre il ciuccio per la prima volta e come?

È importante proporre il succhietto ad allattamento naturale ben avviato, non prima. Questo per evitare che il neonato si stanchi troppo e non riesca, poi, a nutrirsi e a stimolare adeguatamente la produzione di latte in modo corretto.

Una volta ben avviato l’allattamento al seno si può cominciare a proporre il ciuccio, l’importante è farlo in momenti di tranquillità del piccolo, magari poco prima di andare a dormire. Non scegliete i momenti di stress perché potrebbe rifiutarlo.

2. Il succhietto fa veramente male?

In realtà il succhietto fa male solo se:

  • Proposto prima del buon avviamento dell’allattamento naturale
  • Usato in caso di otite media perché la suzione aumenta il disturbo
  • Usato dopo i tre anni di età perché potrebbe causare mal occlusioni

3. Quali sono i benefici del succhietto?

L’utilizzo del succhietto porta diversi benefici:

  • previene il rischio di SIDS nel primo anno di vita
  • aiuta il bambino a tranquillizzarsi, perché la suzione stimola la produzione di serotonina. Per questo il succhietto è detto pacifier (pacificatore).
  • riduce la sensazione di dolore in caso di manovre invasive di pronto soccorso
  • riduce il rischio di far succhiare il dito
  • può inoltre prevenire il mal d’orecchio durante i viaggi in aereo. La suzione, infatti, aiuta nei cambi di pressione.

4. Quali caratteristiche deve avere un succhietto?

ciuccio chicco

Bisogna prestare molta attenzione alla sua forma: è quella a fare la differenza. Deve essere pensata tenendo conto della posizione e del ruolo che la lingua svolge all’interno della bocca: quindi una forma inclinata verso l’alto per posizionare correttamente la lingua in alto e in avanti, affinché fornisca gli stimoli giusti per la formazione di bocca e palato.

Una forma così disegnata stimola la muscolatura orale e promuove la corretta funzionalità della lingua e della bocca, creando le premesse per una corretta respirazione fisiologica, fondamentale per lo sviluppo del bambino e il suo benessere generale.

5. Ma cosa si intende per respirazione fisiologica?

La respirazione più efficiente è quella dal naso: dalla bocca si respira più freddo, di meno e in modo meno equilibrato. L’aria respirata dal naso è purificata, umidificata e riscaldata quando raggiunge i polmoni: quindi con caratteristiche sempre uguali, indipendentemente dalle condizioni ambientali, fattore fondamentale per il benessere respiratorio.

Respirare dal naso riduce il rischio di infezioni ed allergie in quanto l’aria è filtrata da batteri ed impurità. Il tema della respirazione non corretta è importante perché coinvolge 700mila bambini italiani (fonte: congresso SIDO 2015).

Basti pensare che nei primi 3 anni di vita quasi il 30% dei bambini presenta un disturbo respiratorio del sonno, come per esempio il russamento che può essere occasionale o cronico (fonte: 36° Congresso Nazionale di Antibioticoterapia).

6. Come faccio a capire se un bambino respira dalla bocca o dal naso?

Bisogna osservarli per capire se respirano dalla bocca o dal naso. Provate a chiedergli di chiudere le labbra: se fa fatica ed arriccia un po’ il mento, significa che normalmente tiene le labbra aperte.

Può essere utile osservarli mentre guardano la televisione: se tengono la bocca aperta allora può essere che abbiano una respirazione prevalentemente orale.

I segnali più comuni, inoltre, sono a livello comportamentale e riguardano stanchezza e/o irritabilità già dal pomeriggio a causa di una scarsa qualità del sonno. Anche il russamento, la sudorazione notturna ed un sonno movimentato possono essere un segnale importante.

7. È vero che l’uso del succhietto può determinare il palato stretto?

NO, ma la forma del succhietto, i tempi (non oltre i tre anni) e le modalità di utilizzo possono ampliarne le positività o le negatività. Il palato stretto può avere diverse cause, in particolare ambientali come la respirazione orale, e la deglutizione non fisiologica. Non si tratta di un fenomeno così raro come si potrebbe pensare: un bambino su 4 presenta questo problema.

Avere il palato stretto non permette una corretta crescita dei denti permanenti e una chiusura corretta della mandibola. Da un’indagine condotta con ortodontisti, emerge che oltre il 90% ritiene che il palato stretto sia una tra le problematiche più rilevanti per il non corretto sviluppo della bocca (Fonte: indagine SIDO 2014).

Un succhietto con una forma che si adatta perfettamente alla cavità orale aiuta la lingua a posizionarsi correttamente all’interno della bocca, può dare beneficio allo sviluppo corretto del mascellare e, quindi, alle funzioni che la bocca deve assolvere.

Un succhietto simmetrico e dritto, non inclinato verso l’alto e senza una cavità sulla sua punta per aiutare il corretto posizionamento della lingua, potrebbe ampliare le negatività di un palato già non correttamente sviluppato.

8. A che età bisogna togliere il ciuccio?

Il ciuccio dovrebbe essere interrotto entro i 3 anni. Per toglierlo, è bene usare la gradualità: magari limitando l’uso del ciuccio dai due anni in poi utilizzandolo prima solo in casa, poi solo in camera, solo di notte… Fino a che naturalmente il bimbo non lo cercherà più.

Oltre alla limitazione spazio-temporale è importante affiancare più momenti genitori-bambino al posto dell’utilizzo del ciuccio: dalle coccole, al gioco alla lettura di un libro.

Non esiste un momento ideale per toglierlo, ogni bambino è diverso. L’importante è scegliere un periodo di tranquillità, una vacanza, per esempio, quando i genitori sono più disponibili e meglio evitare i momenti di stress, come un trasloco o l’arrivo di un fratellino o una sorellina.

Il ciuccio PhysioForma

PhysioForma è l’esclusiva forma scelta da Chicco per tutti i suoi succhietti per supportare la respirazione fisiologica e il corretto sviluppo del palato.

La sua speciale geometria è stata valutata utilizzando strumenti di bioingegneria e software per la valutazione dimensionale e per la simulazione delle pressioni e delle forze esercitate dalla lingua all’interno della bocca del bambino. Queste le sue caratteristiche:

  • una forma sottile, concava e rivolta verso l’alto, che lascia spazio alla naturale posizione della lingua
  • speciali rilievi che riproducono le naturali rugosità del palato, punti di riferimento importanti nel guidare la lingua nella posizione fisiologica
  • una curvatura laterale, che distribuisce le pressioni della lingua sul palato per supportarne il corretto sviluppo.

Dalle analisi volumetriche dell’aria fatte, risulta come la forma con il collo rivolto all’insù e ridotto ingombro in senso verticale, possa offrire più spazio alla lingua rispetto ai succhietti classici.

Per la scelta del primo succhietto Chicco propone Try Me Box, un box contenente tre ciucci diversi tra loro per materiali e design ma tutti con un’unica forma: PhysioForma.

Così il bambino può scegliere il suo ciuccio preferito e i genitori sono tranquilli che la forma sia quella giusta. TryMe Box contiene anche utili consigli su come e quando proporre per la prima volta il ciuccio.

Articolo sponsorizzato dalogo Chicco

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