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Da non confondere con le visite che si fanno quando il bambino sta male, i bilanci di salute sono un appuntamento fondamentale con il pediatra per accompagnare e seguire la crescita sana del bambino.
Parlare dei bilanci di salute significa anche ridefinire il ruolo del pediatra, che non è solamente, come spesso accade, il dottore a cui rivolgersi quando il bambino sta male. Anzi, i cosiddetti bilanci di salute, come vedremo, rappresentano una grande opportunità – anche se troppo spesso non sfruttata o sfruttata male – di prevenire tanti problemi, fisici e non, che possono presentarsi durante la crescita del bambino.
Per questo motivo la Società Italiana di Pediatria definisce i bilanci di salute come una realtà che da molti anni opera “nell’ambito delle cure primarie pediatriche”. Una realtà che merita di essere conosciuta nei dettagli per consentire ai futuri genitori di comprendere cosa sono (e cosa no), quali sono e perché è importante non saltare nemmeno uno di questi appuntamenti.
Per fare chiarezza sull’argomento abbiamo intervistato il dottor Francesco Andolina, medico pediatra e neonatologo, che ci ha spiegato l’importanza di questi momenti.
Dottor Andolina, cosa sono i bilanci di salute?
Sono dei controlli che si fanno quando il bambino è in buona salute, quando il bambino sta bene. Non sono le visite che il pediatra fa quando il bambino ha un problema, ma, appunto, quando il bambino è in salute.
Trattandosi di cosa diversa dalle visite che si svolgono quando il bambino lamenta qualche malanno o fastidio, a cosa servono i bilanci di salute? Perché sono così importanti?
Lo scopo del bilancio di salute è quello di valutare il benessere del bambino, quindi la crescita, il benessere sia fisico sia psichico del bambino. Fondamentalmente si fa una visita generale sulla valutazione dei parametri antropometrici e sul colloquio con i genitori al fine di capire se il bambino cresce bene dal punto di vista neurologico, quindi se rispetta tutte le tappe dello sviluppo neuropsicomotorio, e poi sulla valutazione del benessere psicologico.
Dottor Andolina, i bilanci di salute devono essere fatti in momenti specifici della vita del bambino?
I bilanci di salute sono dieci e sono programmati nell’arco dell’età pediatrica, da 0 a 14 anni. La Società Italiana di Pediatria ha fissato quelle età target per fare i bilanci di salute perché è in quel periodo che si manifesta quel particolare problema. Non fare il bilancio di salute o non farlo quando andrebbe fatto rischia di non evidenziare il problema o di individuarlo tardi.
Con l’aiuto del Dottor Andolina vediamo ora nel dettaglio ciascuno dei bilanci di salute, soprattutto di quelli che si fanno nel primo anno di vita, individuando la loro importanza per la crescita sana dei bambini.
Dottor Andolina, il primo bilancio di salute quando viene fatto e in cosa consiste?
Il primo bilancio di salute viene fatto entro il primo mese di vita ed è quello nel quale il bambino viene conosciuto dal pediatra. Fondamentalmente in questo primo bilancio si fa la promozione dell’allattamento al seno.
Come mai in questo bilancio di salute si presta particolare attenzione all’allattamento al seno?
L’allattamento al seno è fondamentale e per questo le linee guida raccomandano di fare il primo bilancio di salute già nella prima settimana di vita del bambino, in modo da favorirlo. Il bambino poi ovviamente va seguito nelle settimane successive per capire se effettivamente l’allattamento al seno sta funzionando e se la mamma riscontra delle difficoltà.
Oltre all’allattamento di cosa ci si occupa in questo bilancio di salute?
Il primo bilancio di salute è poi fondamentale per spiegare quali sono le principali norme di accudimento del neonato da parte della mamma e del papà. Una cosa importante da ricordare è che l’accudimento dei bambini, ancor più che in passato, è da parte di entrambi i genitori e oggi i papà sono più impegnati e presenti nell’accudimento dei bambini. Per questo è fondamentale che in tutti i bilanci di salute, ma soprattutto nel primo, siano presenti sia la mamma che il papà, proprio per perché in questo bilancio il pediatra può spiegare come avviene l’accudimento del neonato.
Non solo per quel che riguarda l’alimentazione, che è un discorso prettamente materno nel caso dell’allattamento al seno, ma per quello artificiale anche i papà se ne possono occupare, dalla corretta preparazione del latte alla modalità e ai tempi di somministrazione, ma poi anche tutto quel che riguarda il cambio del pannolino, il bagnetto, la cura del cordone ombelicale e tutte quelle manovre che possono favorire lo sviluppo del bambino, come per esempio il massaggio infantile e l’utilizzo della musica che va fatto fin dai primi giorni di vita del bambino.
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Dopo il primo, che potremmo definire “introduttivo” per i genitori per spiegare loro le primarie nozioni di accudimento dei bambini, si passa al secondo bilancio di salute. In cosa consiste?
Il secondo viene fatto tra il secondo e il terzo mese per valutare come sta andando l’allattamento, se la crescita del bambino sta andando bene, se ci sono delle difficoltà.
Nel terzo bilancio di salute di cosa ci si occupa?
Il terzo si fa intorno al quarto-sesto mese e in questi primi bilanci una cosa importante è quella di incentivare la lettura ad alta voce da parte dei genitori, l’utilizzo di libri adatti per i bambini di questa età. È stato infatti individuato come la lettura di determinate filastrocche, con una precisa cadenza, favorisce l’attivazione di alcuni neuroni e favorisce il relativo sviluppo neurologico del bambino; ma anche l’ascolto della musica, di un particolare tipo di musica, sia fondamentale per favorire il rilassamento del bambino e per lo sviluppo neurologico. Inoltre questo è un bilancio di salute fondamentale perché è quello in cui si parla di svezzamento.
È quindi l’occasione anche per fornire informazioni utili per l’educazione alimentare dei più piccoli?
Oggi i bambini vengono svezzati a sei mesi e in questo bilancio il pediatra spiega come avviene lo svezzamento, ovvero il passaggio da un’alimentazione esclusivamente lattea all’alimentazione solida. È una fase importantissima perché se non viene affrontata correttamente crea tutti quei problemi sulle abitudini alimentari dei bambini.
Dopo i primi sei mesi di vita si passa al quarto bilancio di salute; a cosa serve?
Il quarto bilancio di salute viene fatto tra i sette e i nove mesi è quello in cui viene fatto il Boel Test. È un test che, attraverso dei giochini, permette di valutare la capacità del bambino di orientare lo sguardo sulla base di uno stimolo sonoro o di uno visivo. In questo modo si valutano le capacità uditive, visive e motorie del bambino.
Siamo a metà dei dieci bilanci di salute; cosa valuta il quinto di questi bilanci?
Il quinto bilancio, che è l’ultimo del primo anno di vita del bambino, viene fatto tra i dieci e i dodici mesi, serve sempre valutare lo sviluppo neurologico del bambino, ma viene fatto tramite dei metodi standardizzati. In questo bilancio, per esempio, si valuta la risposta al nome del bambino.
Quando si eseguono i successivi bilanci di salute?
Il sesto bilancio di salute viene fatto tra i quindici e i sedici mesi, il settimo tra i 2-3 anni e l’ottavo a 5-6 anni, prima della scolarizzazione, nel quale è fondamentale valutare l’acuità visiva del bambino.
Di cosa ci si occupa, invece, il nono bilancio di salute?
Il nono bilancio di salute viene fatto tra i nove e i dieci anni ed è quello nel quale si interviene per la prevenzione dell’obesità, che è un problema la cui incidenza sta sempre più aumentando.
Quando avviene l’ultimo bilancio di salute?
L’ultimo bilancio di salute viene poi fatto quando c’è il passaggio dal pediatra al medico dell’adulto e avviene tra gli undici e i tredici anni.
Dottor Andolina, abbiamo visto diffusamente in cosa consistono i bilanci di salute e possiamo suddividerli in due grandi gruppi: i primi cinque, ravvicinati a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro e i successivi cinque, dilazionati nel corso degli anni. Perché questa differenza?
Nei primi cinque bilanci di salute la visita serve a valutare fondamentalmente il peso, la lunghezza e la circonferenza cranica. Poi si eseguono i vari test che servono a valutare lo sviluppo neurologico e il colloquio con i genitori. Il colloquio è sempre fondamentale perché oltre a fornire le informazioni utili sulla gestione del bambino, possono emergere determinate problematiche che i genitori notano. I genitori, infatti, sono i primi che si rendono conto, anche nel confronto con gli altri bambini, se c’è qualcosa che non va e permettono di fare una diagnosi precoce dei vari problemi.
Gli altri cinque bilanci, invece, vanno dal primo al quattordicesimo anno e vengono dilazionati lungo questo periodo e sono meno frequenti dei primi perché devono valutare la crescita del bambino e il suo benessere neurologico, neuropsicomotorio e psicologico.
Al di là dei controlli specifici che variano in base all’età del bambino, cosa si fa durante i singoli bilanci di salute?
Ogni bilancio di salute dura mediamente venti, venticinque minuti. La durata varia anche in base alle domande dei genitori e consiglio sempre di prepararsi le domande da fare al pediatra e tutto quello che hanno potuto notare e che merita di essere affrontato. Il colloquio è fondamentale anche perché è attraverso di esso che il pediatra fornisce quelle che sono definite come le “guide anticipatorie”, ovvero i consigli che anticipano i problemi che i genitori potrebbero incontrare nel corso dei mesi successivi. Per esempio nella fase tra il gattonamento e quella in cui il bambino si mette in piedi e incomincia a camminare, quindi tra i sei mesi e l’anno e mezzo, è fondamentale la prevenzione degli incidenti domestici. È quindi importante avvertire i genitori su quali pericoli domestici potrebbe andare incontro il bambino e prevenirli.
Dottor Andolina, questi bilanci hanno lo scopo non solo di prevenire i vari disturbi fisici e le patologie che possono riguardare i bambini piccoli, ma anche verificare che la loro crescita sia sana dal punto di vista psicologico. È così?
«L’altra cosa importantissima che viene fatta nei bilanci di salute è la valutazione della salute mentale e psicologica del bambino. Quindi oltre a eseguire, per ognuna delle tappe, i test per valutare se il bambino è adeguato dal punto di vista neurologico alla sua età, bisogna controllare anche la salute psicologica del bambino. Serve a capire se il bambino ha dei problemi in famiglia, se nel bambino più grande ci sono problemi di natura alimentare, per valutare i casi di bullismo o di tutte le situazioni di disagio in cui potrebbe ritrovarsi sia nell’ambiente familiare che in quello scolastico, ma anche in quello di gioco o dello sport; infatti in alcuni bilanci di salute è previsto proprio il colloquio con il bambino che interagisce direttamente con il pediatra.
I bilanci sono obbligatori?
Non c’è l’obbligatorietà per legge, ma sono fortemente consigliati. Non bisogna portare il bambino dal pediatra quando sta male, ma farlo quando sta bene. Infatti se sono presenti delle patologie o dei disturbi particolari, il pediatra non li può evidenziare quando il bambino ha la febbre o quando ha una malattia esantematica, li deve evidenziare quando il bambino è in stato di benessere. Questo dipende molto dai genitori perché molti saltano i bilanci di salute e anche il pediatra ha il compito di ricordare i momenti fondamentali in cui va fatto il bilancio di salute.
Alla luce di quanto detto risulta evidente l’importanza che i genitori devono prestare nella scelta del pediatra. Che non è solamente colui a cui rivolgersi per risolvere dei problemi, ma soprattutto la figura di fiducia che accompagna i genitori ad affrontare le varie sfide e criticità che inevitabilmente incontreranno nel crescere i propri bambini.
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