
I bambini nati prematuramente possono andare incontro a problemi respiratori che, se non trattati correttamente, possono provocare conseguenze anch...
La corretta respirazione è quella che avviene mediante il naso e quando un bambino respira con la bocca (fenomeno tutt’altro che raro) è necessario intervenire per non condizionare negativamente il suo sviluppo.
Scopriamo nel dettaglio cosa accade quando un bambino respira con la bocca.
La respirazione orale è, come riportato in questo studio, una delle abitudini deleterie più comuni nei bambini. Il modo più adeguato per respirare è infatti attraverso il naso. Questo perché, come spiega il Cleveland Clinic, all’interno del naso ci sono delle ciglia che filtrano gli allergeni, le sostanze inquinanti e i piccoli insetti evitando che si introducano nell’organismo.
Inoltre il naso, a differenza della bocca, inumidisce, tramite i turbinati (le strutture ossee presenti nel naso), l’aria che inspiriamo, permettendo ai polmoni e alla gola di lavorare meglio. Infine, l’aria inspirata con il naso entra nell’organismo a una temperatura più vicina a quella corporea, migliorando la funzionalità della gola e dei polmoni.
Il portale WebMD spiega come i bambini sviluppano il riflesso della respirazione orale non prima dei 3-4 mesi di vita, e che per loro il modo abituale di respirare è quello mediante il naso.
La respirazione orale, che come evidenzia il Mayo Clinic è a volte una funzione necessaria (soprattutto in presenza di un’infezione che chiude i passaggi nasali), è l’effetto più evidente di quella che l’Associazione Italiana per la Prevenzione della Respirazione Orale definisce come sindrome da disadattamento psico-neuro-endocrino-immunitario.
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Le cause della respirazione orale possono essere diverse: ostruzioni nasali causate da influenza, raffreddore o allergia, anomalie nella struttura del naso che rendono difficile la respirazione e ingrossamento delle adenoidi o delle tonsille.
Anche l’utilizzo del ciuccio può contribuire all’eziologia della respirazione orale nei bambini, in quanto innesca un’abitudine muscolare viziata. Altri fattori di rischio della respirazione orale sono il frenulo linguale corto e un’interruzione dell’allattamento al seno prima dei tre mesi.
Perché tutta questa attenzione al modo in cui il bambino respira? Se è vero che la modalità di respirazione migliore è quella tramite il naso, cosa provoca respirare con la bocca? Sono diversi e non trascurabili le conseguenze del respirare con la bocca, tra le quali:
I bambini con respirazione orale, inoltre, hanno maggiori probabilità di sviluppare disturbi del sonno compresa l’apnea notturna e l’apnea ostruttiva del sonno, che è collegata a difficoltà di apprendimento e problemi comportamentali.
Bisogna anche segnalare come l’assenza del filtraggio delle tossine che avverrebbe nel naso influisce sull’ossigenazione dell’organismo, con ripercussioni sulla secchezza delle fauci e, quindi, riduzione della saliva con maggior permanenza dei batteri sui denti, causa di carie e gengiviti. Ulteriori conseguenze sono legate a problemi di salute quali allergie, ipertensione e problemi di linguaggio.
L’Associazione Italiana per la Prevenzione della Respirazione Orale aggiunge anche l’aumento dell’insorgenza di raffreddori, otiti, asma, tonsilliti, adenoiditi e intolleranze alimentari. Ma anche un maggior rischio di soffrire di mal d’auto, stitichezza, colite ed enuresi notturna.
I segni e i sintomi più comuni della respirazione orale sono: la bocca secca, l’alito cattivo, l’eccessiva salivazione (riscontrabile sul cuscino del bambino) e la presenza di malocclusioni.
Anche il digrignare i denti, il russare durante la notte e il respirare inconsapevolmente con la bocca da sveglio sono segni e sintomi da non sottovalutare.
In presenza di uno o più segni e sintomi tipici riconducibili alla respirazione orale è importante che i genitori sottopongano la questione al pediatra. Egli valuterà il bambino e lo indirizzerà presso un odontoiatra, ma anche un otorinolaringoiatra, un allergologo e/o un logopedista che eseguiranno ulteriori controlli.
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Un aspetto importante sul quale investire è la prevenzione e l’intervento precoce in caso di sintomi tali da far sospettare una respirazione con la bocca. La correzione di alcune comportamenti non sani da questo punto di vista (come l’uso del ciuccio o il succhiarsi il dito) e l’attenzione a tutte le cause responsabili di una congestione nasale sono sicuramente elementi preziosi per evitare che la respirazione orale diventi un’abitudine dannosa.
L’Associazione Nazionale Dentisti Italiani (ANDI) indica nell’ortodonzia correttiva precoce, soprattutto in questa fase della crescita, la miglior forma di intervento per la respirazione orale.
L’ortodonzia generalmente prevede un approccio combinato che passa innanzitutto dall’utilizzo di apparecchio molle e un apparecchio fisso ma anche, laddove necessario, al ricorso agli interventi chirurgici di adenoidectomia (la rimozione delle adenoidi infette o ingrossate) e settoplastica (la riparazione dei setti nasali deviati).
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