Bambini e paura della guerra: come aiutarli a gestire ansia e preoccupazioni

I bambini di tutte le età possono avere paura della guerra. I social, le notizie alla TV e la loro immaginazione possono scatenare ansia, stress e diverse preoccupazioni. Tacere l’argomento non significa proteggere i bambini, ma abbandonarli alle loro interpretazioni e percezioni che inevitabilmente sono spesso spaventose. Vediamo invece cosa fare in questi casi.

Parlare di guerra ai bambini? Può sembrare una scelta sbagliata e controproducente, ma in realtà può – anche considerando le notizie che ogni giorno, soprattutto negli ultimi anni, riceviamo sui vari conflitti nel mondo, specialmente quelli a noi molto vicini – essere non solo necessario ma anche benefico. Analizziamo con più attenzione come affrontare il rapporto tra bambini e paura della guerra in maniera positiva.

Bambini e guerra: perché la paura può essere così intensa?

Tra le principali paure dei bambini spesso non consideriamo quella della guerra. Questo, almeno in Italia e in altri Paesi occidentali, perché i conflitti non vanno oltre la notizia ascoltata al telegiornale, vista sui social o percepita nei discorsi degli adulti. Questo privilegio (Save the Children stima che nel 2023 circa un bambino su cinque viveva in una zona di guerra), al netto di tutte le differenze del caso, non ci risparmia, soprattutto ai più piccoli, di avere paura della guerra.

Per i bambini le guerre sono spesso associate a immagini o informazioni sgradevoli e, come spiegato anche dall’UNICEF, quando ne sentono notizia possono provare non solo paura, ma anche tristezza, rabbia e nervosismo. In un periodo di crisi i bambini sperimentano e manifestano un bisogno di sicurezza e conforto maggiore, che ricercano nei propri genitori e parenti, ma anche negli insegnanti.

Molto dipende, ovviamente, dall’età dei bambini ma in tutti i casi la paura della guerra può essere percepita in maniera forte. I più piccoli potrebbero non essere in grado di distinguere le immagini viste in TV o su internet e confonderle con quelle della loro vita reale, mentre i più grandi potrebbero spaventarsi leggendo le informazioni sui vari conflitti e temendo un’escalation.

Va anche considerato, come osservato dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, che i bambini di oggi vengono dall’esperienza della pandemia, del lockdown e della paura del contagio, con tutte le conseguenze sulla loro salute e serenità mentale. Per quanto la guerra non l’abbiano mai sperimentata o vista, quanto percepito dagli adulti si riflette sull’immaginario dei bambini.

Senza un adeguato supporto, cui inevitabilmente devono farsi carico i genitori, questo insieme di emozioni possono generare un senso di paura e smarrimento responsabile di conseguenze psicologiche e neuro-evolutive importanti sia nel breve che nel medio-lungo periodo.

La British Psychological Society evidenzia come i bambini assorbano costantemente ciò che leggono, vedono e ascoltano ed è normale che la guerra generi in loro ansia e preoccupazione.

Perché parlare di guerra ai bambini

Premesso, come abbiamo visto, che i bambini sanno e percepiscono quello che avviene nel mondo, è importante – anzi necessario – affrontare con loro l’argomento della guerra. Ignorare l’argomento (così come per altri spiacevoli e complessi) non significa proteggere i bambini, ma abbandonarli alle loro interpretazioni e percezioni che inevitabilmente sono spesso spaventose.

Parlare di guerra ai bambini è importante anche perché, se fatto in maniera adeguata, li aiuta ad avere uno spazio sicuro nel quale esprimere le loro paure e le altre emozioni che tale evento suscita. Senza questa opportunità concessa loro dai genitori per i bambini tali emozioni potrebbero rimanere inespresse e diventare causa di maggior ansia e disagio. I sentimenti dei bambini vanno sempre presi sul serio, accolti e ascoltati rassicurandoli che quanto sperimentano è normale e non sbagliato.

Come spiegare la guerra ai bambini senza traumatizzarli

La prima cosa da fare è partire dal bambino, sia per quel che riguarda l’età sia per quanto percepisce sulla guerra. È necessario, infatti, che sia innanzitutto il bambino a esprimere come si sente e a riferire cosa sa della guerra, così da comprendere qual è la sua idea sull’argomento e su quali aspetti intervenire.

Oltre a prendere sul serio i sentimenti dei bambini e a non minimizzare mai le sue preoccupazioni è importante rassicurarlo su quanto sta provando e stabilire una conversazione tranquilla e aperta, adatta alla sua età. Compito dei genitori è quello di affrontare e non fuggire dall’argomento utilizzando un linguaggio adeguato e prestando attenzione alle reazioni dei bambini. Molto importante si rivela il tono di voce calmo, la chiarezza di ciò che si dice e il linguaggio del corpo.

Un altro elemento a cui prestare attenzione è quello di, tenendo sempre conto dell’età del bambino, di usare un linguaggio adeguato spiegando i fatti e liberando il loro immaginario da tutte le disinformazioni che spesso anche su questi argomenti, inevitabilmente, ci sono. È normale che i genitori non abbiano le risposte a tutto, soprattutto ad alcune domande particolari, ed è utile tranquillizzare il bambino spiegandogli che ci si informerà per dargli una risposta a quell’interrogativo.

Non vanno mai fatte generalizzazioni, mentre può essere utile valorizzare le storie positive, come quelle delle persone che prestano soccorso o a coloro che lavorano per il raggiungimento della pace.

È molto importante, riprendendo le parole di Save the Children, dire la verità e parlare della guerra, senza mai dimenticare di raccontare la speranza.

Ansia e stress nei bambini: segnali da riconoscere

Stress-bambini-paura-guerra
Fonte: iStock

Quando si vive un periodo storico nel quale determinati conflitti hanno un’attenzione mediatica maggiore è importante monitorare il bambino per verificare il suo stato di benessere. Il bambino, infatti, può reagire alla preoccupazione con diversi comportamenti, andando incontro a disturbi del sonno, risultando più stressato e nervoso, vivendo sentimenti di rabbia o tristezza o lamentando malesseri fisici (mal di pancia, mal di testa, eccetera). Queste reazioni indicano che il bambino sta percependo in maniera preoccupante quanto sta accadendo con ripercussioni sul suo benessere psicologico, non solo immediato ma anche futuro. Ciascun cambiamento può risultare un campanello d’allarme a cui prestare la dovuta attenzione.

Strategie per rassicurare i bambini spaventati dalle notizie di guerra

I bambini vanno rassicurati, senza menzogne e senza dover affrontare con loro analisi geopolitiche la cui complessità spesso sfugge anche agli stessi adulti. Può essere utile spiegare ai bambini che al pari di chi vuole la guerra ci sono persone e istituzioni che stanno lavorando per raggiungere la pace.

Per rassicurare il bambino è fondamentale prestare attenzione e ascolto alle sue domande e difficoltà, mantenendo l’attenzione sul presente e tranquillizzando i bambini che loro si trovano in un luogo sicuro. Queste occasioni di malessere e tensioni sono utili anche per insegnare ai bambini a ritrovare la serenità. Per farlo può essere utile il limitare l’uso dei social media ed evitare di tenere la televisione accesa come sottofondo o quando si è in loro presenza.

È importante anche che i bambini percepiscano la calma e la sicurezza dei genitori e che siano coinvolti in attività positive come possono essere le iniziative di volontariato o più in generale azioni positive che possano far vivere immediatamente un’esperienza felice (come aiutare un vicino).

Per i bambini si rivela molto importante il mantenimento di una routine quotidiana nella quale ci sia spazio anche e soprattutto per il gioco e il divertimento che aiutano a dimenticarsi per un po’ delle preoccupazioni e a evitare che queste degenerino.

Il ruolo della scuola e della famiglia nel gestire la paura della guerra

Per assicurare ai bambini l’adeguato supporto nel gestire la paura della guerra è importante l’impegno sia dei genitori che degli insegnanti. Non è compito solamente della scuola o della famiglia, ma di tutte le figure educative e di riferimento dei bambini. Gli adulti, infatti, hanno la responsabilità di proteggere i più piccoli dai pericoli, anche quelli apparentemente lontani e non immediati.

L’errore che viene commesso maggiormente è quello di minimizzare i problemi o non rispondere alle domande dei bambini. I pedagoghi e gli psicologi sono invece concordi nella necessità di dire sempre la verità ai bambini, anche su questioni delicate e complesse come la guerra. È la comunicazione sincera e aperta che permette ai bambini di maturare consapevolezza e serenità, ancor più delle singole risposte verbali.

Attività pratiche per aiutare i bambini a sentirsi più sicuri e sereni

La comunicazione è il segreto per supportare i bambini nell’affrontare le paure, anche quelle legate a un dramma com’è quello di un conflitto armato. La comunicazione, però, non è solamente quella verbale ed è importante che i bambini percepiscano innanzitutto che i propri genitori e insegnanti siano calmi e sereni. Parallelamente possono rivelarsi utili molte attività pratiche che possono essere fatte sia a casa che in classe per affrontare con serenità un argomento così difficile.

Con i bambini più piccoli può essere d’aiuto il disegno e il gioco anche per far emergere le emozioni e affrontare un determinato argomento. Con i più grandi può essere utile partecipare alle varie iniziative di solidarietà (raccolte, donazioni, eccetera) sia per sensibilizzare su un problema concreto e non astratto che per dare la sensazione di fare qualcosa di utile che, per quanto piccola, può donare un grande sollievo.

Molto utili si rivelano anche i libri tematici (sulla guerra e sulla pace) così come le azioni solidali che educhino i bambini alla pace e alla collaborazione.

Infine è importante anche ricordare che l’impegno per rassicurare i bambini sulla paura della guerra passa anche nel mantenimento della normale routine. Non si tratta di indifferenza nei confronti di eventi così tragici, ma della necessità di distrarsi e non rimanere soffocati da una serie di eventi nei confronti dei quali non si ha un controllo diretto. È sicuramente necessario rimanere informati ed essere consapevoli di ciò che accade nel mondo, ma senza perdere la speranza e l’attenzione verso il presente.

Seguici anche su Google News!
Ti è stato utile?
Non ci sono ancora voti.
Attendere prego...

Categorie