
Prima che i bambini imparino a parlare emettono suoni e ripetono sillabe; è la lallazione, uno step fondamentale per "imparare" a parlare.
I bambini che sin da molto piccoli imparano un'altra lingua, oltre a quella materna, ne avranno completa padronanza da grandi, con numerosi vantaggi. Ecco perché il bilinguismo è da incoraggiare e i consigli per incentivarlo nei primi 3 anni di vita.
Come fare allora a incentivare e sviluppare correttamente il bilinguismo dei bambini nei primi anni di vita? Ecco alcuni consigli.
Prima che i bambini imparino a parlare emettono suoni e ripetono sillabe; è la lallazione, uno step fondamentale per "imparare" a parlare.
Allo stesso modo in cui imparano a gattonare e a camminare, i bambini hanno la capacità di imparare le lingue senza sforzo e in modo naturale. Il processo sottostante all’apprendimento di una lingua seconda che avviene nell’infanzia, infatti, è completamente diverso da quello che si innesca in età adulta.
Il bambino impara qualsiasi nuova lingua e la assimila in modo spontaneo (senza doverla studiare come un adulto), purché abbia la necessità di usarla e sia immerso in un ambiente che ne favorisce l’esposizione.
A pochi mesi i neonati riescono a distinguere le lingue che ascoltano. Un bambino bilingue sviluppa una conoscenza più profonda della struttura della lingua e una capacità maggiore di uso appropriato del lessico; questo perché conoscerà più vocaboli per indicare il significato delle parole e più modi di esprimere un concetto.
Infatti, al contrario di chi crede che un apprendimento simultaneo delle lingue possa creare confusione nel bambino, in realtà il bambino padroneggia perfettamente entrambe le lingue a disposizione, e spesso sceglierà di inserire in un discorso vocaboli appartenenti a lingue diverse (code-switching) perché li ritiene più pertinenti e non perché è confuso.
Questi vantaggi porteranno nel tempo a una capacità di lettura, scrittura, comprensione del testo più sviluppate, e una maggiore facilità nell’apprendimento di nuove lingue. I benefici si riconducono al fatto che il cervello del bambino bilingue deve costantemente scegliere tra le due lingue a disposizione, mettendo in campo maggiori risorse cognitive e linguistiche.
Per sviluppare l’uso di una nuova lingua bisogna considerare alcuni aspetti fondamentali. Ecco 4 consigli per i genitori che vogliono incentivare il bilinguismo dei loro figli nei primi anni di vita.
Molti i genitori si domandano quando sia opportuno introdurre una seconda lingua. Questo è il primo aspetto da considerare: prima si comincia meglio è. L’argomento, talvolta evocato, per cui sarebbe opportuno aspettare che una lingua sia padroneggiata dal bambino prima di introdurne un’altra, è senza fondamento: il bambino già dalla nascita sa capire diverse lingue contemporaneamente e con facilità, senza essere confuso.
Le ricerche dimostrano che i bambini nascono pronti a imparare e parlare le lingue del loro ambiente senza confusione e senza ritardi nello sviluppo linguistico. Al contrario, temporeggiare e aspettare troppi anni, quando il bambino sarà cresciuto, farebbe perdere la facilità di apprendimento e i benefici cognitivi del bilinguismo infantile.
Quando in casa si parlano già due lingue (se i genitori, zii, o nonni sono di nazionalità diverse), bisogna parlarle entrambe fin dalla nascita. Quando tutti e due i genitori sono stranieri, sarà opportuno usare la loro lingua nella comunicazione coi figli, che impareranno agevolmente l’italiano a scuola. Infine, se entrambi i genitori sono italiani, si può optare per un’istruzione bilingue.
Per chi vive in una regione in cui sia presente una lingua minoritaria, si può incoraggiare il suo apprendimento.
Il secondo consiglio per i genitori che vorrebbero insegnare ai figli due lingue, è considerare che non si può insegnare ai bambini a parlare un’altra lingua più di quanto si possa insegnare loro a camminare o a sorridere. I bambini lo fanno in modo semplice e naturale.
Molti si chiedono se davvero i figli impareranno due lingue. Non è automatico, ma i bambini possono farlo senza nessuna difficoltà. La parte più difficile e impegnativa è assicurarsi che i bambini abbiano una naturale esposizione sufficiente nella quantità di tempo a entrambe le lingue. Infatti, gli elementi più importanti per lo sviluppo del linguaggio sono l’esposizione alla lingua e l’effettiva necessità di usarla.
Se i bambini sono esposti a una lingua in diverse circostanze e con più persone dalla nascita, e se sentono di averne bisogno per interagire col mondo esterno, semplicemente la impareranno. Se sono esposti a due lingue e necessitano di entrambe per comunicare con le persone che li circondano, le impareranno entrambe.
Per lo sviluppo corretto e l’acquisizione di una nuova lingua, bisogna esporre il bambino almeno per il 25% o il 30% a quella lingua. Questo va fatto con costanza negli anni, perché c’è da considerare il rischio concreto di dimenticare ciò che si è appreso; infatti, se la lingua non viene praticata anche nell’infanzia e nell’adolescenza, il bambino la dimenticherà con la stessa facilità con cui l’aveva appresa.
L’esposizione alla lingua comprende le situazioni in cui ci sia la possibilità di relazionarsi con gli altri. Come si suol dire, “necessità fa virtù”. Il bambino impara una nuova lingua nella misura in cui questa gli serve per i suoi scopi, per svolgere un’azione, per comunicare con gli altri.
Per imparare una lingua bisogna costantemente allenarla. In questo senso, è utile favorire quelle situazioni e circostanze in cui il bambino debba parlare per forza una delle due lingue, per capirne l’importanza e l’utilità.
Bisogna fornire abbastanza opportunità per usare la lingua che si vuole far apprendere in un modo che non sia forzato o artificiale. Il modo migliore è proprio mettere i bambini in quelle situazioni in cui sono “costretti” a usarla, in modo tale che non abbiano la tentazione di mischiare i linguaggi o di tornare alla lingua che padroneggiano meglio.
Alcuni consigli pratici per sviluppare il bilinguismo nei bambini sono:
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