
Il legame tra i bambini e la natura che li circonda è unico e i benefici innumerevoli. Ecco come stimolare questo rapporto.
L'attivismo pedagogico è un approccio educativo che affonda i suoi principi nella libertà, nell'esperienza concreta e nelle attività pratiche, per improntare un'azione educativa che sia il più naturale possibile per il bambino.
Col termine “attivismo pedagogico” si fa riferimento a una corrente pedagogica sviluppatasi in Europa e negli Stati Uniti tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. Si tratta di un nuovo modo di pensare la scuola e l’educazione dei bambini, che ha aperto le strade a varie sperimentazioni nel Novecento, tra cui quella di Maria Montessori e del suo metodo noto in tutto il mondo.
L’attivismo pedagogico si rifà anche alla psicologia, che riconosce nell’infanzia un periodo fondamentale per il bambino e l’adulto che diventerà. Si tratta di un momento delicato e importante, che avrà conseguenze su tutta la vita. L’infanzia deve quindi trascorrere in modo misurato, e rispondere ai bisogni del bambino, non alle imposizioni degli adulti.
La crescita del bambino, con le sue unicità e il suo prezioso potenziale, è un percorso di vita che andrebbe visto sempre in positivo. Per assecondare la spinta naturale e positiva di questa età, l’adulto deve farsi custode del bambino, della sua crescita e della sua libertà, accompagnandolo in maniera consapevole e sostenendone, ove possibile, le scelte, realizzando ambienti educativi e scolastici a misura di bambino.
Verso la fine dell’Ottocento e agli inizi del Novecento si diffondono in Europa e negli Stati Uniti le new schools (le “scuole nuove”). Queste scuole pongono attenzione al metodo scientifico, allo studio della lingua e all’esperienza diretta sulla realtà circostante, attraverso attività che stimolano l’interesse dei bambini.
Iniziano a distinguersi soprattutto per il grado di coinvolgimento dell’attività didattica. L’alunno, infatti, non deve avere un atteggiamento passivo e assorbire le nozioni che il docente spiega; ma deve sperimentare e capire in prima persona, attraverso l’esperienza e l’attività pratica.
Alcuni degli esponenti delle scuole attive sono stati Bovet (che per primo parla di scuole attive), Ferrière, Freinet, Decroly, Claparède. Ma il maggior esponente dell’attivismo pedagogico è stato il pedagogista americano John Dewey. Convinto del valore didattico dell’esperienza, ha sostenuto il sistema democratico e la sua stretta connessione con l’educazione dei bambini. La scuola è una comunità col compito di rendere il bambino capace di partecipare attivamente alla vita sociale e contribuire al progresso della società.
I servizi educativi hanno il compito di proporre attività educative che rispondano ai bisogni e gli interessi dei bambini. Alla base di ogni attività c’è l’esperienza, l’azione pratica, che Dewey concretizza nelle attività di laboratorio. Inoltre, la scuola fa da ponte tra la famiglia, in cui il bambino fa le prime esperienze, e la società, nella quale l’adulto sperimenterà la vita in tutti i suoi aspetti.
Ferrière, in occasione del Primo Congresso sull’educazione Nuova, delinea i principi fondamentali che devono ispirare l’azione educativa delle nuove scuole attive.
Tra le esperienze educative che hanno riproposto, in diversi modi, l’eredità dell’attivismo pedagogico, esistono oggi ancora diverse realtà. Per esempio, l’asilo nel bosco rappresenta un’alternativa, sempre più diffusa, alla scuola dell’infanzia tradizionale. La pedagogia alla base degli asili nel bosco è incentrata sul contatto con la natura, l’esperienza all’aperto, l’autonomia e la collaborazione tra bambini.
Il legame tra i bambini e la natura che li circonda è unico e i benefici innumerevoli. Ecco come stimolare questo rapporto.
Il metodo Montessori è incentrato sullo sviluppo psicofisico dei bambini, dei quali incoraggia la libera scelta, purché le regole alla base siano chiare e condivise. Si punta all’autonomia e alla responsabilità del bambino, già da piccolo, soprattutto attraverso le attività manuali. Poi c’è la scuola Waldorf, conosciuta meglio come scuola steineriana, che mira soprattutto a sviluppare la creatività degli alunni e a valorizzare l’educazione musicale.
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