Una famiglia di virus a DNA (di cui se ne conoscono un centinaio di tipi) che ha un’elevata aggressività e causa significative malattie respiratorie nei bambini piccoli; parliamo dell’adenovirus. Ci occupiamo dell’adenovirus nei bambini e dei rischi (non sempre lievi) associati al contrarre questa infezione.

Cos’è l’adenovirus?

Con il termine adenovirus si fa riferimento a un insieme di virus a DNA particolarmente diffuso in tutto il mondo la metà dei quali, come evidenziato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), è in grado di causare un’infezione nell’uomo.

A essere particolarmente esposti sono i bambini (anche se l’infezione può manifestarsi a qualsiasi età), specialmente quelli più piccoli e i neonati. Il Biomedical Journal, infatti, riporta come la maggior parte dei bambini entro i 10 anni abbia sviluppato almeno un episodio di infezione da adenovirus.

La trasmissione dell’infezione può avvenire o mediante le goccioline di saliva e le secrezioni respiratorie, il contatto ravvicinato di oggetti contaminati (come anche biancheria e asciugamani) o, anche se più raramente, tramite l’acqua o alimenti contaminati dai fluidi corporei delle persone infette.

I bambini, proprio per la loro tendenza a mettere frequentemente le mani in bocca e condividendo ambienti chiusi e ristretti (come asili e scuole) sono i più esposti, insieme agli anziani, al rischio di contrarre l’infezione.

I sintomi dell’infezione da adenovirus nei bambini

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Fonte: iStock

Gli organi principalmente coinvolti dalle infezioni di adenovirus nei bambini sono l’apparato respiratorio (mucosa nasale, laringe, faringe, trachea e bronchi), il sistema digerente (intestino e stomaco), gli occhi, le vie urinarie e il sistema nervoso.

I sintomi sono spesso quelli simile a un comune raffreddore (febbre, rinorrea, ingrossamento delle tonsille, rigonfiamento dei linfonodi, tosse e mal di gola), ma anche condizioni come bronchite, bronchiolite e polmonite che possono essere particolarmente gravi e addirittura fatali. Ci sono poi malattie, come la congiuntivite, la gastroenterite, la cistite, la miocardite, la cardiomiopatia e, raramente, la meningoencefalite che possono essere associate alle infezioni da adenovirus nei bambini.

Per la sintomatologia molto dipende dal sierotipo dell’adenovirus responsabile dell’infezione. I più diffusi sono quelli che interessano le vie respiratorie, tanto che dopo i primi giorni si può sperimentare affanno, polmonite e tosse. Nei bambini non è raro il coinvolgimento dell’occhio e della cornea con arrossamento, bruciore e fastidio per la luce. Se coinvolge l’apparato digerente l’infezione causa dolore addominale, nausea, vomito e diarrea.

L’interessamento degli organi urinari e del sistema nervoso è più raro e sono a rischio i soggetti con una compromissione del sistema immunitario.

Nonostante la non frequenza dei sintomi gravi e delle complicanze associate a questa infezione, non vanno sottovalutati i rischi legati all’adenovirus nei bambini. Uno studio pubblicato su Frontiers sottolinea come la polmonite da adenovirus sia comune nelle infezioni pediatriche del tratto respiratorio superiore e che una forma grave ha un alto tasso di mortalità.

Quanto dura e per quanto il bambino è contagioso?

Solitamente i sintomi si presentano dopo 3-10 giorni dall’infezione e migliorano spontaneamente nell’arco di 3-5 giorni ma, come riportato dal portale WebMD, la possibilità di trasmettere il virus può durare per settimane, anche per la capacità degli adenovirus di sopravvivere fino a 30 giorni.

Il Children’s Hospital of Philadelphia precisa come l’infezione da adenovirus nei bambini sia più comune alla fine dell’inverno, durante la primavera e all’inizio dell’estate.

Come curare l’infezione da adenovirus nei bambini

Complice la spesso non gravità dei sintomi e la sovrapposizione con altre tipologie di infezioni, raramente si arriva alla conferma diagnostica dell’infezione da adenovirus.

Per la cura dell’infezione da adenovirus nei bambini le indicazioni sono limitate al riposo, all’attenzione all’idratazione e all’utilizzo degli antinfiammatori per ridurre i sintomi e abbassare la febbre. Per i neonati e i soggetti immunodepressi viene spesso prevista una terapia antibiotica con lo scopo di ridurre il rischio di eventuali complicazioni.

È fondamentale prestare attenzione al limitare i contatti con altre persone (non mandando quindi i bambini all’asilo), lavarsi spesso le mani, utilizzare fazzoletti monouso per starnuti e colpi di tosse (per i bambini più grandi) e cambiare regolarmente la biancheria.

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  • Bambino (1-6 anni)