La suzione nel neonato è fondamentale per un buon allattamento. Ne abbiamo parlato con l’ostetrica Elena Gabutti che ci spiega come facilitarla, quali sono le maggiori difficoltà per la mamma e il neonato e come superarle.

Cos’è la suzione?

Si parla di suzione in riferimento al modo di nutrirsi dei neonati. Il termine, infatti, indica l’ingestione di liquido attraverso aspirazione con la bocca.

L’ostetrica ci spiega che la suzione è necessaria per la produzione di latte materno e la sua assunzione da parte del neonato; perché avvenga in modo corretto, è fondamentale stimolare la spontanea suzione del neonato appena possibile, subito dopo il parto (qualsiasi tipo di parto, anche il cesareo):

Diversi studi scientifici hanno evidenziato che, per incrementare la produzione di latte, è importantissimo il contatto del bambino col corpo della mamma. Il bambino deve essere posizionato sulla pancia della mamma, vicino al seno, e se vuole succhiare succhia. Questo è fondamentale: per le prime due ore dopo il parto andrebbe creato un ambiente esclusivo per la mamma e il bambino.

Ma perché sono così importanti la suzione e l’allattamento?

La suzione è fondamentale perché consente non solo che il latte sia prodotto; ma che venga prodotto in qualità, quantità e composizione adatti proprio per quel bambino. Attraverso la suzione il neonato trasmette dei messaggi che il cervello della mamma elabora e traduce nella produzione di latte, che sarà prodotto nella quantità e composizione più adatte. Il latte infatti cambia composizione con la crescita del bambino, che farà richiesta di un latte specifico. Fino ai 6 mesi l’Oms raccomanda che l’allattamento materno sia esclusivo; poi si consiglia l’autosvezzamento, durante il quale si può allattare con tempi differenti, a richiesta del bambino.

Spesso le madri ritengono che se il bambino si attacca molto al seno e mangia molto, il latte verrà prodotto in minore quantità. In realtà, Elena Gabutti sfata anche questo luogo comune:

Al contrario di quanto spesso si crede, più c’è suzione più c’è produzione di latte, e non viceversa. Se c’è un surplus nella produzione di latte materno nei primi due mesi, non c’è da preoccuparsi, anzi, ben venga. Per stimolare la produzione di latte ci si può aiutare con un tiralatte, per esempio se il bimbo è nato piccolo o se c’è una maggiore produzione di latte. Si può allattare fino a quando mamma e bambino se la sentono.

Riflesso di suzione

Il riflesso di suzione nel neonato è un istinto primario: già nella pancia della mamma il feto si succhia il pollice. Nell’allattamento le labbra del bambino sono estroflesse, perché istintivamente cerca di attaccarsi al seno della mamma per nutrirsi. Spiega l’ostetrica:

La suzione è un riflesso, un istinto automatico del bambino; il bambino, appoggiato alla pancia della mamma, automaticamente si dirige verso il seno e il capezzolo e inizia a succhiare. Se lo si sollecita con un dito, il bimbo di riflesso gira la testa e protende le labbra come a voler succhiare (si parla anche di riflesso di rooting).

Il bambino può esercitare quest’istinto col ciuccio. Cosa fare in proposito?

Le linee guida dell’Oms lo sconsigliano. In realtà, quando l’allattamento è già stato avviato, se il bambino lo richiede si può utilizzare tranquillamente; se ha già problemi ad attaccarsi al seno, invece, è consigliabile evitarlo.

Come facilitare la suzione? I consigli

Per facilitare la suzione, l’ostetrica Gabutti raccomanda alcuni comportamenti:

  1. Che sia avviata il prima possibile:
    Mamma e bambino devono essere a stretto contatto (“pancia a pancia”). Si raccomanda di poggiare il bambino sulla pancia della mamma subito dopo il parto; il neonato istintivamente inizierà la suzione.
  2. Evitare aggiunte di latte dal biberon:
    Prendere il latte dal biberon è più facile per il bimbo; se viene abituato così, il neonato si attaccherà meno al seno della mamma, che a sua volta produrrà meno latte.
  3. Cercare la giusta posizione:
    Il bimbo deve prendere tutto il capezzolo e parte dell’areola. Soprattutto si si è alla prima gravidanza, la mamma deve cercare una posizione in cui sia comoda (rimarrà una memoria cellulare che renderà tutto più semplice nelle gravidanze successive). Non c’è una posizione migliore delle altre, è tutto molto soggettivo, ma tre le posizioni ideali c’è la mamma seduta comoda con un cuscino dietro la schiena e un altro cuscino che sorregga il bambino.
  4. Seguire i ritmi del bambino:
    Chi desidera allattare deve crederci davvero e chi è intorno dovrebbe interferire il meno possibile e lasciare che la mamma abbia le condizioni ottimali per allattare. Allattare significa che il bambino deve venire attaccato al seno della mamma tutte le volte che lo richiede. Se si seguono i ritmi del bambino senza farlo piangere o gridare, piano piano la situazione si stabilizzerà.

Infine, si consiglia di bere molto; è estremamente utile e salutare ritagliarsi del tempo per se stesse dopo aver finito di allattare, quando il bimbo si addormenta; ma, soprattutto, avere tanta, tanta pazienza e rivolgersi a un professionista in caso di difficoltà.

Avere il supporto di un’ostetrica è fondamentale per evitare di incorrere in fastidiose complicazioni, come la comparsa di ragadi.

I problemi maggiori per mamma e neonato

Secondo l’ostetrica, i maggiori problemi di suzione del neonato possono essere ricondotti a diversi fattori:

  • Mal posizionamento: Quando è mal posizionato, per il bambino diventa difficoltoso succhiare bene; alla mamma fa male il seno e diventa difficile allattare.
  • Poco attaccamento: Se il bambino si attacca poco, questo è spesso dovuto all’aggiunta con biberon. L’utilizzo di aggiunte latte artificiale sono sconsigliate: il bambino si sazia più facilmente e più velocemente e di conseguenza la mamma produce meno latte.
  • Scarsa suzione: Ci può essere poca suzione perché si ingorga il seno; in presenza di ragadi; oppure, nel caso di una mamma che lavora, se il seno non viene stimolato e ciclicamente svuotato produrrà meno latte.

Il supporto di un esperto, conclude l’ostetrica, è vivamente consigliato e raccomandato:

Uno dei problemi più sentiti riguarda proprio gli operatori, che non hanno una formazione univoca e spesso non sono disponibili dopo la dimissione della mamma, che invece dovrebbe ricevere il supporto necessario per avviare l’allattamento nel modo migliore.

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