Nei primi mesi di vita del neonato, complici anche le piccole dimensioni del suo stomaco, il numero delle poppate è molto frequente ed è indicativamente tra le 8 alle 12 al giorno. Questo significa che, mediamente, mangia ogni 3 ore.

Per chi segue un tipo di allattamento a richiesta le poppate avvengo inevitabilmente anche di notte. Essendo questa la modalità di allattamento più diffusa (anche perché raccomandata per i benefici del latte materno e dell’attaccamento al seno) è importante e utile capire come gestirla.

Perché se da una parte può essere vero che, come spiega l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, le mamme accettino di buon grado questo sacrificio perché è associato alla salute del proprio bambino, è altrettanto vero che non dormire la notte o avere un sonno di qualità pessima (svegliarsi ogni 3-4 ore non può essere definito un buon riposo) non contribuisce allo stato di salute materno (e di conseguenza anche a quello del bambino).

Parliamo di poppata notturna, degli elementi da valutare e dei consigli da seguire per trovare un equilibrio (o qualcosa di simile).

Quando è necessaria la poppata notturna?

Il portale Pregnancy, Birth and Baby spiega come i neonati trascorra molto del loro tempo alternando momenti di riposo a momenti di veglia nei quali avranno bisogno di nutrirsi. Questo perché, anche non conoscendo la distinzione tra giorno e notte, digeriscono rapidamente il latte e hanno bisogno quindi di frequenti poppate.

È solo dopo i primi tre mesi che i neonati tendono a stabilizzare i loro ritmi di sonno e veglia con questi ultimi che diventano più lunghi durante il giorno e quelli di riposo più lunghi durante la notte. In questa fase i neonati possono riuscire a dormire anche fino a 4-5 ore consecutive.

Dopo i 6 mesi, complice anche l’inizio dello svezzamento, la digestione cambia e il bambino potrebbe avere meno esigenza di mangiare e chiedere il seno (o il biberon).

A questo punto sono necessarie una serie di precisazioni. L’attenzione verso la poppata notturna è maggiore nelle coppie che scelgono di seguire un allattamento a richiesta. Nel caso di un allattamento a orario o di chi (per scelta o necessità) segue un allattamento con latte artificiale, il discorso può cambiare in quanto è più facile coinvolgere il partner e garantire alla donna un riposo migliore.

C’è però da considerare anche come l’attaccamento al seno sia per i neonati non solo una questione strettamente alimentare. Un po’ come avviene per il ciuccio la suzione ha un effetto rassicurante e rilassante e spesso è il mezzo più rapido per riaddormentare un bambino che si è svegliato durante la notte. Ed è uno dei motivi per cui spesso si ricorre al co-sleeping con il lettino del neonato posto accanto al letto dalla parte dove dorme la donna così che non debba alzarsi per allattarlo ma possa continuare a farlo anche in uno stato di dormiveglia.

Non c’è qui nessuna volontà di giudizio e ogni genitore trova le soluzioni e le strategie che meglio rispondono all’insieme delle proprie esigenze e scelte (e anche, legittimamente, debolezze e fragilità). È chiaro però che è importante, per l’interesse di entrambi, che il neonato impari a emanciparsi dal seno materno e che la poppata notturna, per chi decide di praticarla, sia una necessità limitata ai primi mesi di vita.

Quando si può iniziare a togliere

A questo proposito il portale MyHealth Alberta dà come indicazione temporale quella dei 4 mesi. Se dopo questo periodo il neonato si sveglia per più di due volte a notte per mangiare potrebbe essere arrivato il momento di abbandonare la poppata notturna.

Come fare per eliminare la poppata notturna

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Fonte: iStock

Le principali strategie per togliere la poppata notturna o almeno ridurne il numero sono legate all’intervenire per migliorare il sonno del neonato. Sonno che tra risvegli, scatti di crescita, regressioni e altri fenomeni è spesso poco lineare.

I consigli in questo senso sono innanzitutto di stabilire un programma regolare di riposini diurni e di mantenimento dello stesso orario per il sonno notturno. Per preparare il bambino al sonno notturno può essere utile seguire una routine della buonanotte e metterlo a dormire quando è ancora sveglio ma rilassato evitando di farlo addormentare in braccio perché potrebbe necessitare la medesima modalità durante i risvegli.

Con l’inizio dello svezzamento l’eventuale necessità di soddisfare bisogni alimentari e nutrizionali del bambino durante la notte può essere affidata al biberon. E, quindi, al partner. Organizzandosi su turni o sulle esigenze personali di ogni coppia, è possibile migliorare la qualità del sonno, evitando che ogni notte sia massacrante solo per la donna.

Parallelamente allo svezzamento, il neonato potrebbe di notte svegliarsi cercando il seno materno (o il biberon) ma assumendo una minore quantità di latte rispetto al solito. Questo può essere un segnale che la poppata notturna non è necessaria e può essere eliminata. In questi casi sarà necessario, inizialmente con un po’ di fatica in più, far riaddormentare il bambino senza il seno o il biberon.

Per far riaddormentare un bambino piccolo esistono strategie (tra cui il metodo Ferber e il metodo Estivill) di estinzione graduale del pianto ma soprattutto l’attenzione a capire se ci sono elementi che disturbano il suo sonno (pannolino sporco, temperatura inadeguata, rumori eccessivi nella stanza, temperatura elevata, eccetera).

In generale, comunque, ogni bambino è una storia a sé e anche sul sonno notturno molti potrebbero essere i cambiamenti e i consigli che funzionano per alcuni potrebbero non funzionare per altri (e viceversa). La pazienza e l’eventuale coinvolgimento del pediatra per affrontare dubbi e chiedere consigli sono sempre strategie valide per attendere che, spesso in maniera improvvisa, sia il neonato stesso a smettere di avere bisogno della poppata notturna.

Tra i consigli utili da seguire ci sono anche quelli legati alle abitudini da evitare. Da una parte meglio evitare che l’ultima poppata sia a ridosso dell’addormentamento e che tramite essa il neonato si addormenti. Va anche evitata la cosiddetta aggiunta di latte artificiale, l’introduzione nel biberon di biscotti o cereali così come di dare la camomilla prima di metterlo a dormire.

I trucchi e i consigli per dormire meglio

In attesa che questo accada, è necessario sopravvivere cercando di trovare modi efficaci per migliorare la qualità del proprio sonno. I consigli reali (dormire durante il giorno quando il neonato dorme è spesso inapplicabile o insufficiente) sono quelli legati all’organizzazione e all’adozione di alcuni accorgimenti.

Come già anticipato, può essere utile avere il neonato accanto al proprio letto così da ridurre la fatica e l’impegno di doversi alzare, prendere il bambino, allattarlo e tornare a letto. Questa soluzione potrebbe favorire anche un più rapido addormentamento.

Durante le poppate notturne meglio evitare lo smartphone. Per quanto fonte di distrazione e utile per rimanere sveglie rischia di rivelarsi controproducente sia sulla qualità del sonno che sulla rapidità di riaddormentarsi dopo la poppata notturna.

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  • Allattamento