L’allattamento al seno è raccomandato – nelle donne che decidono di perseguire questa modalità – come la forma di nutrizione migliore per il neonato. I benefici del latte materno sono tanti anche e soprattutto per la composizione che è condizionata anche dalla qualità e dalla qualità dei nutrienti assunti dalla donna nella sua alimentazione. A questo proposito è quindi non solo lecito ma anche doveroso interrogarsi se, oltre a cosa mangiare e cosa evitare durante l’allattamento, in questo periodo sia necessario assumere anche degli integratori. Ed eventualmente quali, per quanto tempo e in che modalità.

Facciamo il punto della situazione sull’uso degli integratori in allattamento andando a valutare l’utilizzo di questi prodotti per quel che riguarda la loro sicurezza e utilità e le condizioni che ne rendono necessario l’assunzione.

Gli integratori in allattamento servono davvero?

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Fonte: iStock

Come evidenziato nell’introduzione di questo studio, l’allattamento al seno comporta un incremento significativo del fabbisogno nutrizionale. Questo aumento è principalmente dovuto alla perdita di nutrienti che avviene prima attraverso il colostro e successivamente attraverso il latte materno. Il latte, infatti, contiene i nutrienti che provengono dalla dieta della madre o dalle sue riserve corporee.

In particolare, la donna che allatta al seno sperimenta un aumento del fabbisogno di proteine, di alcuni grassi essenziali (come DHA e omega-3), di minerali (tra cui iodio, zinco, ferro e calcio) e di vitamine (come quelle del gruppo B, vitamina A, vitamina D e acido folico), che vengono trasferiti nel latte a spese delle riserve del suo organismo.

In realtà il rapporto tra alimentazione materna e composizione del latte non è esclusivamente di causa ed effetto. Il contenuto di carboidrati, proteine, grassi, calcio e ferro nel latte, infatti, non cambia in maniera significativa anche se l’organismo femminile ne è carente. Mentre una dieta povera di vitamine incide su quelle presenti nel latte.

Il Center for Disease Control and Prevention (CDC) precisa che di per sé la sola dieta potrebbe non essere sufficiente ad assicurare l’alimentazione adeguata per le donne che allattano. Alcune di queste potrebbero beneficiare dall’assunzione di un integratore multivitaminico

I migliori integratori per mamme che allattano

Alla luce di quanto appena detto, così come indicato dal National Health Service (NHS), la raccomandazione per le donne che allattano è quella di prevedere l’assunzione giornaliera di un integratore di vitamina D. L’integrazione di iodio e colina, invece, va valutata caso per caso con il proprio medio per individuare l’eventuale necessità di questi prodotti per raggiungere un livello adeguato.

Alimentazione equilibrata e integratori: come combinarli

Sebbene non esistano alimenti controindicati durante l’allattamento (a eccezione d alcuni frutti di mare che andrebbero limitati ma non del tutto evitati), è invece opportuno prevedere una dieta sana e diversificata. L’attenzione principale va rivolta alle calorie, alle vitamine e ai minerali.

Per quel che riguarda le calorie la Mayo Clinic indica la necessità di prevedere un aumento di circa 330-400 calorie in più al giorno, così da prevedere l’energia e i nutrienti necessari per la produzione di latte. In generale, comunque, non si dovrebbe assumere meno di 1800 calorie al giorno. Maggiore attenzione va invece rivolta ai nutrienti. L’Office of Disease Prevention and Health Promotion (OASH), infatti, segnala come più della metà delle donne continua a usare integratori prenatali durante l’allattamento. Le esigenze nutrizionali (sia della gestante che del bambino), però, sono diverse tra la gravidanza e l’allattamento e l’utilizzo degli stessi integratori vitaminici prenatali potrebbero provocare un eccesso di ferro e acido folico.

Ecco un elenco di alcuni nutrienti specifici cui le donne hanno bisogno in quantità maggiore durante l’allattamento e gli alimenti nei quali trovarli:

  • Iodio (circa 290 mcg al giorno) – Presente nei prodotti lattiero-caseari, nelle uova, nei frutti di mare e nel sale da tavola iodato
  • Colina (circa 550 mg al giorno) – Presente nei prodotti lattiero-caseari, nelle uova, nelle carni, in alcuni frutti di mare, nei fagioli, nei piselli e nelle lenticchie
  • Vitamina D (da 10 mcg al giorno) – Da prevedere mediante integratore
  • Ferro – Presente in lenticchie, cereali arricchiti, verdure a foglia verde, piselli e frutta secca
  • Proteine – Presenti nelle fonti vegetali come i prodotti a base di soia e sostituti della carne, legumi, lenticchie, noci, semi e cereali integrali
  • Calcio – Presente nei prodotti lattiero-caseari, nelle verdure a foglia scura e nei prodotti arricchiti e fortificati (succhi, cereali, latte di soia, yogurt e tofu)

Un’attenzione particolare va poi rivolte alle donne che seguono un’alimentazione vegetariana o vegana. In questi, come segnalato nelle Dietary Guidelines for Americans 2020-2025 dell’United States Department of Agriculture (USDA), questo tipo di alimentazione può aumentare il rischio di carenze nutrizionali tali da richiedere la necessità di integrare ferro, vitamina B12 e altri nutrienti (colina, zinco, iodio e grassi omega-3).

I consigli degli esperti per la salute

È importante a questo punto sottolineare come il ricorso agli integratori in allattamento va valutato con molta attenzione. Anche perché a incidere sull’assunzione e la disponibilità dei vari nutrienti ci sono anche l’età, l’indice di massa corporea, lo stato di salute, il livello di attività fisica svolto e la scelta tra un allattamento esclusivo e uno misto.

A questo proposito l’International Breastfeeding Journal pone l’attenzione anche su come continuare l’allattamento al seno esclusivo per sei mesi comporti un maggiore bisogno di vitamina A rispetto alle madri che allattano solo un paio di volte al giorno. Questo perché il bambino assume più latte materno e quindi più vitamina A quando viene allattato esclusivamente al seno, mentre nell’allattamento misto con l’integrazione del latte artificiale o altri alimenti si riduce la quantità di vitamina A che il bambino riceve dal latte materno.

Infine è importante anche non sottovalutare la questione del proprio peso corporeo. Circa una donna su sette che allatta al seno, infatti, passa dall’avere un peso sano prima della gravidanza a una condizione di sovrappeso postpartum, andando incontro a conseguenze importanti a lungo termine per la sua salute.

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  • Allattamento