Dieta in allattamento: cosa mangiare e cosa evitare per tornare in forma
È possibile seguire una dieta in allattamento che permetta di dimagrire e tornare al peso e alla forma fisica pregravidica? Ecco i consigli della nostra nutrizionista.
È possibile seguire una dieta in allattamento che permetta di dimagrire e tornare al peso e alla forma fisica pregravidica? Ecco i consigli della nostra nutrizionista.
Per tornare in forma, per perdere il peso accumulato durante la gravidanza e sentirsi più leggere è utile seguire una dieta in allattamento, purché non sia drastica e repentina.
Tutte le donne durante i 9 mesi di dolce attesa prendono qualche chilo, per via del feto che cresce, della placenta e del liquido amniotico ma anche perché spesso si commette l’errore di “mangiare per due”. Vero è che in questo periodo il fabbisogno calorico aumenta, ma di certo non raddoppia.
Ad ogni modo si può tornare in forma e perdere peso subito dopo il parto, anche se si allatta, senza privare il bambino dei giusti elementi nutritivi utili per la sua crescita e per le sue difese immunitarie. Abbiamo approfondito l’argomento con la nutrizionista Simona Santini, che ci ha dato qualche consiglio sulla corretta alimentazione in allattamento.
Se durante la gravidanza mangiare per due poteva sembrare un’idea interessante e soddisfacente, soprattutto per togliersi qualche voglia di troppo, ma sbagliata, in allattamento bisogna prestare ancora più attenzione. I cibi che si introducono nel corpo, infatti, influiscono sul latte ma anche sulla silhouette.
Al di là delle intolleranze alimentari e delle preferenze a tavola è sempre bene ricordare che si dovrebbe mangiare di tutto, senza eccedere, ed è possibile di tanto in tanto concedersi qualcosa di sfizioso, il cosiddetto sgarro.
Una mamma che allatta non deve seguire uno schema rigido perché, come ci spiega la dottoressa Santini, “non c’è un’alimentazione specifica per la donna in allattamento”. A tal proposito, la nutrizionista spiega:
La dieta seguita deve essere sana e bilanciata dal punto di vista nutrizionale, apportando il giusto quantitativo di carboidrati, proteine, lipidi, fibra alimentare, vitamine e sali minerali. Dal punto di vista energetico, il fabbisogno calorico delle nutrici aumenta di circa 500 kcal al giorno rispetto alla normalità. Quindi si deve mangiare leggermente di più, ma non di certo per due.
Nello specifico, è bene sapere che tra i cibi da favorire in allattamento ci sono frutta e verdura, meglio se verde scuro o giallo-arancio, perché sono quelle più ricche di vitamine.
La nutrizionista suggerisce anche di mangiare pesce almeno tre volte a settimana, in particolar modo quello ricco in Omega3, come le sardine, lo sgombro e il salmone. Assumere latte e yogurt per l’apporto di calcio, cereali integrali e prediligere fonti proteiche magre, come le carni bianche e i formaggi magri. Consumare anche uova e legumi un paio di volte la settimana.
Tra gli alimenti da evitare ci sono le pietanze troppo elaborate ricche di grassi saturi, alcolici e superalcolici.
L’acqua è invece una sempre utile fonte di idratazione e depurazione; in allattamento si consiglia di berne circa 2 litri e mezzo al giorno.
Nel periodo dell’allattamento al seno, che può essere variabile da donna a donna, non è indicato, come suggerisce la dottoressa Santini, iniziare una dieta dimagrante ipocalorica. Aggiunge però l’esperta:
Ciò non significa che non si possa dimagrire. Al contrario, impostando una dieta bilanciata e sana sarà possibile tornare al peso pre-parto senza troppi sforzi.
Per offrire tutti gli elementi nutritivi al bambino, è bene optare per un regime alimentare sano e bilanciato. Evitare di mangiare determinati alimenti, come pane e pasta, per ridurre al massimo il consumo di carboidrati, aiuterà a perdere velocemente peso ma non è certamente una buona idea.
Infatti il rischio che si corre quando si segue una dieta strettamente ipocalorica in allattamento, conclude la dottoressa Simona Santini, è “la perdita di massa magra da parte della madre e rallentamento del suo metabolismo, con rischio di riprendere i chili persi subito dopo. Inoltre la produzione di latte ne potrebbe risentire”.
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