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Conosciamo nel dettaglio caratteristiche, proprietà, benefici e durata del colostro, il primo latte prodotto dall'organismo femminile.
Prende il nome di colostro la prima versione del latte materno che, sebbene molto diverso dal latte maturo vero e proprio, ha caratteristiche, funzioni e proprietà importanti che chi sceglie di allattare al seno è importante che conosca.
Il documento dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) dedicato all’allattamento al seno definisce il colostro come un liquido denso e vischioso caratterizzato da un colore variabile dal giallo all’arancione.
Sebbene spesso si parli del colostro come il primo latte secreto dalle mammelle dopo il parto, in realtà la sua produzione inizia molto prima. Viene infatti sintetizzato dal seno, come spiegato in questo studio, tra la dodicesima e la sedicesima settimana di gestazione e prosegue durante i primi giorni dopo il parto.
L’aspetto più interessante del colostro è probabilmente la sua composizione. È infatti un liquido povero di grassi, ricco di proteine, carboidrati, minerali, vitamina A, antiossidanti e anticorpi (immunoglobuline).
In modo particolare, come evidenziato in questo studio, il colostro umano è particolarmente ricco di immunoglobuline (Ig), peptidi antimicrobici (lattoferrina e lattoperossidasi) e altre molecole bioattive, inclusi fattori di crescita importanti per la nutrizione e lo sviluppo dei neonati e per l’immunità passiva.
Il pH del colostro è maggiore rispetto a quella del latte di transizione e del latte maturo, caratteristica che lo rende più acido.
Data la sua composizione, il colostro umano (diverso per il suo profilo nutrizionale e immunologico dal colostro bovino) rappresenta una dieta completa per il neonato durante la fase iniziale della sua vita. È infatti ideale come primo alimento in quanto, proprio per la sua composizione, ha un’alta digeribilità e un elevato potere nutrizionale. Inoltre ha un effetto lassativo tale che permette al neonato di eliminare le prime feci (il meconio) e a espellere la bilirubina in eccesso contribuendo a prevenire l’ittero.
Inoltre svolge una protezione immunologica essenziale. Alla nascita l’intestino del neonato è considerato sterile e il colostro contribuisce a stabilire un normale microbioma intestinale nel bambino. Le immunoglobuline A (IgA) contenute nel colostro, infatti, si occupano di rivestire l’intestino del neonato offrendo una protezione molto importante contro molti virus e batteri in quanto ne favoriscono la colonizzazione da parte dei batteri benefici. Anche per questo motivo non si dà l’acqua al neonato: farlo significherebbe rimuovere parte di questa protezione, esponendo il bambino a una serie di infezioni.
Le caratteristiche del colostro lo rendono ideale per il neonato che nei primi giorni dopo la nascita deve imparare e perfezionare le capacità di suzione, deglutizione e respirazione durante la poppata. La composizione del colostro, come suggerito dal Pediatric Clinics of North America, è tale per cui questo liquido contiene concentrazioni relativamente basse di lattosio mostrando come le sue funzioni principali sono prevalentemente immunologiche più che nutrizionali.
Tra gli aspetti interessanti da registrare sul colostro c’è anche il fatto che si tratti di una sostanza fisiologica che, nei neonati con anomalie nella deglutizione, risulta meno pericolosa per i polmoni nel caso venisse inalata, rispetto a quanto avverrebbe con l’acqua o il latte artificiale che l’organismo considererebbe come sostanze estranee.
Inoltre, il Cleveland Clinic evidenzia come il colostro aiuti a prevenire un basso livello di zuccheri nel sangue (ipoglicemia) nei bambini nati a termine.
Infine l’European Lactation Consultants Alliance (ELACTA) indica anche la possibilità, e in alcuni casi l’utilità, di raccogliere il colostro durante la gravidanza e dopo il parto. Soprattutto nelle gestanti con diabete, infatti, la raccolta e la conservazione di piccole quantità di colostro verso la fine della gravidanza potrebbe risultare utile come riserva di sicurezza in caso di difficoltà e problemi.
Il colostro si differenzia dal latte maturo sia per la sua colorazione (più giallognola e meno biancastra) che per la sua composizione (è più denso e meno acquoso). Il passaggio verso il latte maturo avviene gradualmente e con tempistiche molto variabili da donna a donna.
Inoltre il passaggio da colostro a latte maturo non è diretto ma tra i due intercorre la formazione del cosiddetto latte di transizione. La produzione di colostro dura dai 2 ai 4 giorni dopo l’inizio dell’allattamento e in questo periodo si completa il processo di maturazione indispensabile per permettere all’organismo femminile di produrre il latte maturo.
Successivamente al colostro, indicativamente dal sesto al decimo giorno di vita del bambino, viene prodotto il latte di transizione per poi passare, dal decimo al ventesimo giorno, alla formazione del latte maturo che avviene con la montata lattea.
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