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Molte donne nel periodo del puerperio sperimentano una maggiore caduta dei capelli. Vediamo quando è normale e cosa fare per porvi rimedio.
Tra i fenomeni che molte donne sperimentano in questa fase c’è anche quella della caduta dei capelli. In realtà non è l’allattamento al seno la causa della caduta dei capelli, quanto i cambiamenti che avvengono in questo periodo del puerperio.
Come spiegato dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù per comprendere le ragioni della caduta dei capelli in allattamento è necessario analizzare quello che accade durante la gravidanza. Nelle settimane della gestazione, infatti, si assiste a un aumento della quantità di estrogeni (prodotti dalla placenta) che agiscono sul ciclo vitale del capello, mantenendolo più a lungo in fase anagen (la fase di crescita).
Non è un caso, infatti, che durante la gravidanza – complice anche l’attività ridotta delle ghiandole sebacee – i capelli risultino lucidi, folti, forti e belli.
Ma quello che si “guadagna” prima lo si va a “perdere” dopo. Il calo drastico che si ha subito dopo il parto, in concomitanza con l’inizio dell’allattamento, è alla base della caduta dei capelli.
L’International Journal of Womens’s Dermatology aggiunge che questa è propriamente un’alopecia diffusa che interessa più del 90% delle donne nel periodo del post-partum e che inizia dopo 2-4 mesi e dura tra i 6 e i 12 mesi. In realtà ci sono anche ricerche statistiche che sottolineano come nella maggior parte dei casi i cambiamenti che interessano i capelli non siano esagerati.
Può quindi essere considerata una condizione fisiologica, normale, che è condizionata dalla durata dell’allattamento al seno.
Anche un parto pretermine può essere una causa della caduta dei capelli in allattamento. Solitamente sul cuoio capelluto, precisa la Cleveland Clinic, ci sono tra 80000 e 120000 capelli e se ne perdono circa 100 al giorno. La perdita che si registra nel periodo del post-partum è superiore ai 100 al giorno motivo per cui si nota una maggiore caduta.
La caduta dei capelli nel post-partum non è motivo di preoccupazione, ma l’attenzione all’alimentazione e al proprio benessere sono accorgimenti tali da ridurre l’entità del fenomeno.
La Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico sottolinea l’importanza di seguire un’alimentazione varia ricca di frutta e verdura. Tra gli alimenti più utili a questo scopo segnaliamo le verdure a foglia verde scuro, le carote, le patate dolci, il pesce e le uova.
Parallelamente raccomanda di investire sulla qualità del sonno e valutare, sotto indicazione medica, il ricorso a integratori di zinco, rame e ferro.
L’American Academy of Dermatology Association (AAD) suggerisce di adottare questi accorgimenti nel caso in cui la caduta dei capelli in allattamento è motivo di fastidio e disagio. Di per sé, infatti, è una condizione temporanea che non richiede alcun trattamento ed entro il primo anno di vita del bambino si recupera la normale capigliatura.
I consigli sono quelli di prestare innanzitutto attenzione alla cura dei capelli. Questa inizia dall’utilizzo di uno shampoo volumizzante (che rende i capelli più folti) e dal ricorso a un balsamo specifico per i capelli fini (così da non appesantire i capelli) da applicare solamente sulle punte e non sul cuoio capelluto e il resto dei capelli.
Vanno evitati anche i trattamenti potenzialmente più aggressivi (come le piastre e il phon a temperature elevate), le spazzolature troppo energiche e l’uso degli elastici che potrebbero aumentare la caduta dei capelli.
Parallelamente può essere utile anche valutare un’acconciatura diversa che nasconda la perdita dei capelli. Per esempio preferire i tagli più corti può essere una soluzione che si rivela indicata anche perché sono acconciature che richiedono meno cura e sono più semplici da gestire.
Come abbiamo visto, la caduta dei capelli in allattamento non è un problema né un segno di un disturbo sottostante, quanto il normale ripristino dei livelli ormonali dell’organismo femminile dopo la gravidanza.
Mediamente, nell’arco di sei mesi, questo fenomeno si risolve spontaneamente, ma nei casi in cui fosse persistente oltre questo periodo o fosse abbondante e tale da risultare critico per la propria serenità e dimensione sociale e relazionale è fondamentale rivolgersi a un dermatologo o a un endocrinologo.
Soprattutto in presenza di altri sintomi (come insonnia, variazioni di peso e depressione) è possibile che alla base della caduta dei capelli ci siano problemi ormonali (tra cui un eccesso di androgeni o di cortisolo, una iperprolattinemia o una tiroidite post-partum) che vanno analizzati e trattati in maniera adeguata.
In ogni caso è sempre opportuno approcciarsi con attenzione ai cambiamenti che avvengono, sia dal punto di vista fisico che psicologico, dopo il parto.
È probabilmente una linea molto sottile quella che separa l’eccesso di preoccupazione dalla trascuratezza e il pensare che tutto (anche ciò che arreca disagio) sia normale e da accettare, ma è importante mantenere alta l’attenzione per evitare rischi seri che spesso nascono proprio da un certo atteggiamento nei confronti di ciò che avviene nel post-partum.
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