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È un gesto innato e istintivo, che permette al neonato di trovare la strada per nutrirsi da solo: cosa è e come funziona il breast crawl.
Se messi a contatto con la pelle della madre, infatti, strisciano naturalmente verso il seno e lì si attaccano: si chiama breast crawl, un modo unico e molto efficace di iniziare l’allattamento al seno, alimentando il legame della diade mamma-bebé.
Breast (seno) e crawl (strisciare) è il nome di un processo che avviene naturalmente nei momenti immediatamente successivi al parto nei casi in cui viene praticato il cosiddetto “skin-to-skin“, ovvero il primo contatto pelle a pelle tra mamma e bambino.
Subito dopo la nascita, invece che essere lavato, pesato, misurato e visitato, il bambino viene posto sul ventre o sul seno nudo della madre, così da instaurare un primo contatto, prevenire l’ipotermia e – se le condizioni lo consentono – iniziare immediatamente l’allattamento, così come suggerito da OMS e Unicef, che raccomandano di non far passare più di 30 minuti per la prima poppata.
Senza aiuti né indirizzamenti, il neonato poggiato a contatto con la mamma inizia a strisciare verso il seno, si attacca e mangia per la prima volta.
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Il breast crawl non è un metodo o una tecnica, ma un processo istintivo e naturale dei bambini appena nati, così come dei cuccioli degli altri mammiferi.
Come spiega l’Unicef, i bambini che vengono posti pelle-a-pelle sul petto della madre, dopo il pianto entrano in una fase di rilassamento e, in seguito, iniziano a svegliarsi, aprendo gli occhi e mostrando segnali di risposta alla voce della madre.
A questo punto, generalmente avviene la “scalata”: il bambino inizia a fare piccoli movimenti delle braccia, delle spalle e della testa e, man mano che questi movimenti aumentano, solleverà le ginocchia e sembrerà muoversi o addirittura “gattonare” verso il seno. Per favorire questo processo, è importante che dalle mani del piccolo non venga rimosso il liquido amniotico, il cui odore, simile a quello del colostro, lo aiuta a trovare il seno prima e ad attaccarsi poi.
Una volta giunto a destinazione, potrebbe riposare – questo non significa che non abbia fame – o iniziare immediatamente a familiarizzare con il seno, magari strofinando il naso, annusando e leccando la zona, prima di aprire la bocca, attaccarsi e iniziare a nutrirsi.
Il periodo di familiarizzazione può durare per qualche tempo, ma è un momento fondamentale ed è importante non affrettarlo, cercando di rimanere pazienti e lasciando che il bambino capisca come attaccarsi al meglio.
Questa è una regola che vale per tutto il breast crawl, che non ha una durata stabilita: ogni bambino impiegherà il proprio tempo per strisciare verso il seno, conoscerlo, attaccarsi e nutrirsi. La maggior parte dei neonati impiega circa 30-60 minuti, ma i tempi possono essere più brevi – come nel video a cura di Unicef India registrato a Nandubar “Iniziare l’allattamento al seno con il Breast Crawl”, in cui sono sufficienti 10 minuti – o persino più lunghi. Dopo un’ora, se il piccolo non ha raggiunto il seno o non è riuscito ad attaccarsi, può essere delicatamente sospinto verso il capezzolo per aiutarlo.
L’importante è non mettergli fretta: una volta assicuratisi che sia protetto dal freddo e non rischi di cadere, è infatti fondamentale lasciare a lui o a lei tutto il tempo necessario, senza voler accelerare il processo o, peggio, interrompendolo, come spiega ancora l’Unicef
Dopo che il bambino ha succhiato per un po’ si staccherà dal seno, e sia lui che la mamma probabilmente si addormenteranno. La maggior parte dei bambini nati a termine segue questo processo, ed è importante che non venga interrotto, ad esempio per pesare il bambino o per una doccia della mamma. Interrompere il processo o tentare di velocizzarlo potrebbe innescare problemi successivi per l’allattamento. Se la madre ha avuto un’anestesia durante il parto il bambino potrebbe mostrarsi sonnolento e la procedura può durare di più.
Il breast crawl permette di potenziare al massimo benefici dell’allattamento precoce (entro mezz’ora dalla nascita). In particolare,
Il breast crawling, inoltre, permetterebbe anche una migliore acclimatazione nel passaggio dall’ambiente intrauterino a quello extrauterino.
Come abbiamo visto, il breast crawl è frutto di un istinto innato e la maggior parte dei bambini nati a termine riesce a trovare autonomamente la propria strada verso il seno. Certamente, però, è possibile aiutare questo processo, prima, durante e dopo il parto.
In un documento realizzato da Unicef India nel 2007 e dedicato agli operatori sanitari è presente un elenco di accorgimenti che è possibile mettere in atto «per ottenere risultati ottimali»:
- Discutete del “Breast Crawl” durante gli incontri preparto. Parlate alla madre della necessità di indossare indumenti che consentano il contatto pelle a pelle.
- Orientate gli operatori verso questa tecnica.
- Usate la partoanalgesia con giudizio.
- Se il bambino ha pianto bene non c’è bisogno di aspirare le vie oronasali.
- Asciugate il bambino accuratamente tranne le mani.
- Il bagnetto dovrebbe essere ritardato fino a 24 ore dopo la nascita.
- Non passate il sondino orogastrico o nasogastrico di routine.
- Posticipate l’iniezione della vitamina K, la misurazione di routine di peso e lunghezza, e vestite (fasciate) il bambino dopo la prima poppata.
- Il bambino e la madre dovrebbero essere coperti insieme con un telo, in modo stare caldi mentre continua il contatto pelle a pelle.
- Sollevate con un cuscino la testa alla madre per facilitarle il contatto visivo col bambino.
- Non lavate/asciugate il seno prima della poppata.
- Continuate il primo contatto pelle a pelle, fino alla conclusione della prima poppata.
- La maggior parte dei bambini completeranno il “Breast Crawl” in 30-60 minuti. Comunque, se un bambino è stato già in contatto pelle a pelle per un’ora o più e non ha ancora raggiunto il seno, o ha tentato di attaccarsi più volte senza successo, può essere sospinto dolcemente verso il seno e aiutato ad attaccarsi.
- Non portare la madre fuori dalla sala parto fino a quando la prima poppata non si è conclusa.
- Il padre del bambino, o una parente stretta, dovrebbe far parte di questa interazione emotiva. Se non è possibile al momento della nascita, essi dovrebbero essere chiamati appena possibile e praticabile.
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