
Cosa succede dopo il parto? Ecco tutto quello che c'è da sapere sulla prima settimana del neonato, in ospedale e casa!
Come affrontare al meglio i primi giorni dopo il parto: ecco quanto deve mangiare il neonato e come riconoscere quando ha fame.
Occupiamoci, quindi, dell’alimentazione del neonato nei primi giorni di vita, offrendo indicazioni utili e pratiche ai genitori (non solo alle mamme!) su come gestire le prime fasi dell’allattamento.
Cosa succede dopo il parto? Ecco tutto quello che c'è da sapere sulla prima settimana del neonato, in ospedale e casa!
Partiamo da una premessa doverosa: ogni bambino è una storia a sé. Lo si ripete spesso ma si fa fatica a metabolizzare il fatto che non tutti i neonati, anche per quel che riguarda l’allattamento, si nutrono allo stesso modo. Non c’è quindi un’indicazione univoca per tutti; il Manuale MSD riferisce che nei primi giorni l’assunzione media per l’alimentazione può essere anche solo di 15-30 mL.
Il fabbisogno quotidiano del neonato è maggiore rispetto a quelli dei bambini più grandi tanto che nei primi sei mesi il fabbisogno è di 110-120 kcal/kg/die per poi diventare di 95-100 kcal/kg/die a 1 anno.
L’Australian Breastfeeding Association aggiunge come sia normale che nei primi giorni i neonati si nutrano più frequentemente. Alcuni possono richiedere di essere allattati ogni ora o due, altri in maniera meno frequente. Questo perché i neonati hanno lo stomaco piccolo e il latte è, specialmente quello materno, facilmente digeribile; motivo per cui nei primi giorni hanno bisogno di poco latte per saziarsi e, quindi, avere fame più spesso.
Indicativamente i bambini sani a termine allattati al seno bevono le seguenti quantità di latte:
Dalla seconda settimana di vita lo stomaco tende a crescere di dimensioni aumentando la quantità di latte necessaria per saziarlo e riducendo la frequenza dei pasti. Nelle prime settimane, comunque, la maggior parte dei neonati necessita tra le 8 e le 14 poppate ogni 24 ore.
Nell’allattamento al seno la frequenza delle poppate è legata anche alla produzione di latte che viene stimolata proprio dalla suzione del neonato. L’indicazione dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù è quella, almeno nei primi giorni, di allattare a ogni pasto con entrambi i seni.
L’allattamento può essere a richiesta (è il bambino a decidere quando mangiare) o a orario (si offre il seno o il biberon a orari e intervalli di tempo prestabiliti). Se si segue l’allattamento a richiesta è quindi necessario riconoscere i segnali con i quali i neonati possono comunicare di avere voglia e bisogno di essere nutriti:
Se questi segnali non venissero accolti e soddisfatti il bambino potrebbe agitarsi muovendo a scatti le braccia e le gambe e piangere. Nell’allattamento a richiesta intervenire rispondendo prontamente alla volontà del neonato permette di migliorare l’attaccamento, soddisfare la sua fame e la sua sete, mantenere una produzione regolare di latte e infondere tranquillità al bambino.
Tra i segnali che la nutrizione del neonato è adeguata ci sono anche che appare soddisfatto e tranquillo dopo la poppata, che ha movimenti intestinali regolari e bagna dai 6 agli 8 pannolini al giorno, che aumenta di peso (al netto del calo fisiologico) e che è vigile quando è sveglio.
A determinare il successo e la qualità dell’allattamento al seno è l’attaccamento del neonato. Può presentare delle difficoltà che oltre a condizionare la nutrizione del piccolo può favorire l’insorgenza di dolori e fastidi per la donna. È quindi doveroso dedicare cura e attenzione, specialmente le prime volte, a come posizionare e tenere il neonato quando lo si allatta.
Dopo il parto in assenza di controindicazioni mediche il neonato viene subito posto sul petto della madre (skin to skin) anche per consentirgli il primo allattamento al seno. In questo momento il latte prodotto dal seno non è ancora quello maturo, ma è quello di cui il neonato ha bisogno.
Il latte materno non è sempre lo stesso. Dopo il colostro, la prima versione del latte materno, a distanza di circa una settimana si ha il latte di transizione che precede la montata lattea che porterà alla produzione del latte maturo.
L’allattamento al seno può essere faticoso, ma non doloroso. In presenza di dolori è necessario non sospendere l’allattamento (salvo particolari casi) ma comprenderne la causa (spesso dipende da uno scorretto attaccamento) e intervenire magari chiedendo aiuto al proprio ginecologo, alla pediatra o a un professionista dell’allattamento.
Nel caso si utilizzi il latte di formula va mantenuta comunque l’attenzione al rispetto delle esigenze del neonato. Il bambino non va forzato a terminare il biberon, spiega il Manuale MSD, e gli va lasciata la possibilità di assumere la quantità di latte che desidera ogni volta che ha fame. Indicativamente i neonati nella prima settimana assumo dai 15ml ai 60ml alla volta, per poi passare ai 90-120ml 6-8 volte al giorno dalla seconda settimana di vita. Per la preparazione del giusto quantitativo di latte artificiale è necessario seguire le indicazioni del pediatra facendo riferimento al peso, all’età e alle caratteristiche di ogni singolo bambino.
Per i primi 6 mesi l’allattamento è esclusivo; è quindi l’unica forma di alimentazione del neonato. In questo periodo varia nella frequenza e nella quantità di latte assunto, ma non vanno introdotti altri cibi. Solo a partire dal sesto mese, quando il neonato mostra interesse per questo cambiamento e risulta pronto per questa successiva fase del suo sviluppo, si comincia con lo svezzamento, introducendo gradualmente cibi alternativi al latte.
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