Nel giro di pochissimi mesi il bambino neonato passa da un’alimentazione esclusiva a base di solo latte materno (o di formula) (materno o artificiale) all’introduzione di cibi dell’alimentazione complementare, fino ad arrivare all’assunzione di qualunque tipo di cibo solido. Questo periodo, che vede coinvolto il bambino nel suo 1° anno di vita, è definto svezzamento (o divezzamento), un passaggio fondamentale
nella crescita del bambino che caratterizzerà il resto della sua vita. Infatti è in questo periodo, che il bambino sperimentando diversi cibi, affinerà i propri gusti alimentari.

Secondo le linee guida per l’alimentazione complementare fornite dall’ESPGHAN (società Europea di Gastroenterologia e Nutrizione Pediatrica) non esiste un’unica epoca di svezzamento per tutti i bambini, in quanto la scelta di introdurre cibi diversi dal solo
latte materno viene influenzata da diversi fattori, come esigenze nutrizionali, sviluppo neuro-fisiologico del bambino e contesto socio-culturale della famiglia. Tuttavia, vengono proposte delle finestre nelle quali è consigliabile cominciare il divezzamento, non prima della 17°
settimana né dopo la 26 ° settimana di vita.

Sebbene non sia possibile individuare uno schema dietetico di svezzamento ideale, in base anche alle indicazioni fornite dal pediatra, i genitori dovrebbero inizialmente proporre al bambino cibi semi-solidi, privi di semi, di bucce o di altri elementi difficili da masticare o non digeribili. L’ESPGHAN raccomanda inoltre di non usare sale, zuccheri aggiunti e di non esporre il bambino a glutine o altri prodotti potenzialmente allergizzanti (come soia, frutta secca, uova, latte vaccino, ecc.) prima del 6°-12° mese di vita. In alcuni casi si preferisce
iniziare lo svezzamento, sostituendo alcuni pasti a base di latte con la frutta.

Scopriamo quali sono i vantaggi di questa scelta e quali indicazioni seguire per assicurare al bambino un’alimentazione che sia allo stesso tempo adeguata e piacevole.

Il ruolo della frutta nello svezzamento

Perché alcuni pediatri consigliano di iniziare lo svezzamento con la frutta?

La scelta sembra guidata dal fatto che la frutta è un alimento sano, che assicura al bambino un’importante fonte di vitamine, acqua e sali minerali, nutrienti fondamentali per una crescita sana.

Inoltre, la frutta ha una consistenza morbida, facile da deglutire e dal sapore gradevole. Naturalmente per rendere la frutta adatta al consumo del bambino, quest’ultima va omogenizzata o ridotta in purea.

Quale frutta prevedere per lo svezzamento

Non ci sono particolari controindicazioni nell’assunzione di frutta durante lo svezzamento. L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia di utilizzare la frutta ben matura e di stagione, preparata al naturale in forma di purea e senza l’aggiunta di zucchero o altri
dolcificanti, a temperatura ambiente. Dove possibile, sarebbe bene cominciare con i frutti amidacei come banana e pere.

Nelle fasi successive si può provare ad iserire frutta più acidula come prugne, ananas, pesche, agrumi, ecc.. Alcuni pediatri sono invece concordi nell’evitare il consumo delle fragole prima del 12° mese di vita.

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Svezzamento e frutta: quando cominciare?

L’inizio dello svezzamento non coincide con una data prefissata in quanto molto dipende dallo sviluppo psicofisico del bambino. L’indicazione è quella di attendere, almeno, i 6 mesi, anche se alcuni pediatri suggeriscono di iniziare lo svezzamento proprio con la frutta già dal quarto mese.

Per cominciare lo svezzamento è fondamentale che il bambino sia in grado di stare seduto da solo, sappia deglutire, abbia un buon controllo del busto e della testa e abbia sviluppato la curiosità di portare alla bocca i cibi proposti e la capacità di tenere in mano gli oggetti come ad esempio giochi o cucchiai.

Le organizzazioni scientifiche propongono ai genitori delle linee di comportamento da seguire in questa fase delicata di proposta del cibo al bambino, al fine di evitare errori grossolani. Il concetto fondamentale da rispettare è quello del responsive feeding, ovvero deve esserci un’interazione continua tra la mamma/papà (e qualsiasi altra persona che si occupi del divezzamento) ed il bambino.  Il cibo va sempre offerto al bambino, mai imposto ed è importante valutare come reagisce a questa nuova scoperta.

Il consiglio è quello di offrire la frutta con il cucchiaino, ma eventualmente permettergli anche di toccare e prendere autonomamente i pezzettini di frutta in modo da esplorare anche questa dimensione sensoriale e apprendere una primitiva modalità di autonomia.

Al contrario se il bambino dimostra di non gradire il cibo proposto, non va assolutamente forzato; è preferibile aspettare qualche giorno, riproponendo lo stesso alimento o frutta diversa con calma e serenità, accettando anche un altro eventuale diniego.

Frutta e svezzamento: consigli per prepararla

In commercio esistono preparazioni a base di frutta già omogeneizzata. Si tratta di una soluzione estremamente comoda e pratica, anche perché non deve essere preparata e può essere trasportata e consumata in qualsiasi momento. Per chi volesse si può anche provare a fare gli omogeneizzati di frutta in casa.

Per preparare gli omogeneizzati, dopo aver pulito e tagliato la frutta, questa va messa a cuocere in una padella antiaderente con dell’acqua per una decina di minuti utilizzando un coperchio per tutta la durata della cottura. Dopo essersi ammorbidita la frutta va trasferita in un frullatore fino a quando non si ottiene un composto omogeneo. L’omogeneizzato è pronto e può essere servito subito o conservato in appositi contenitori. Si consiglia di conservare in frigorifero e consumare entro le 24 ore.

La frutta, sempre dopo averla lavata, pulita e privata di semi e noccioli, può essere somministrata anche grattugiata, avendo cura che i pezzi non siano troppo grandi, risultando rischiosi per il pericolo di soffocamento. In alternativa, se il bambino non è ancora completamente autonomo nella masticazione e deglutizione è possibile provare l’utilizzo degli appositi ciucci nei quali inserire i pezzettini di frutta. In questo modo il bambino mastica senza entrare in contatto diretto con i pezzi grandi, ma ingerendo solamente il succo.

Con il passare dei mesi e con l’inizio della dentizione, si può anche dare al bambino piccoli pezzetti di frutta consentendogli di prenderla autonomamente dal piattino e mangiarla secondo le sue necessità.

In tutti i casi è consigliato utilizzare frutta di stagione in quanto più sana, fresca e migliore dal punto di vista nutrizionale. Per le quantità e la frequenza è preferibile consultare il pediatra, ma in linea generale sarebbe preferibile proporre la frutta lontana dai pasti principali per ridurre eventuali problemi legati alla fermentescibilità con conseguente formazione di gas, dovuta agli zuccheri che contiene.

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