L’introduzione del sale nell’alimentazione dei neonati e dei bambini è un argomento importante e spesso discusso tra genitori e professionisti della salute. È essenziale comprendere gli effetti del sale sullo sviluppo infantile, le linee guida e come e quando introdurre il sale nella dieta dei più piccoli.

Vediamo insieme come integrare il sale nello svezzamento e nell’alimentazione dei primi anni.

Gli effetti del sale su neonati e bambini

Il sale, o cloruro di sodio, è un componente essenziale della dieta umana, ma il suo consumo deve essere attentamente monitorato, soprattutto nei neonati e nei bambini più piccoli. In questa fascia d’età, infatti, i reni non sono completamente sviluppati e non sono in grado di eliminare eccessive quantità di sodio. L’eccesso di sale può sovraccaricarli e causare problemi di salute a lungo termine.

Nel documento dell’Oms “Guideline: Sodium intake for adults and children” si legge

La riduzione dell’assunzione di sodio ha ridotto significativamente la pressione sanguigna sistolica e diastolica negli adulti e nei bambini. La riduzione della pressione sanguigna è stata rilevata in un’ampia gamma di livelli di assunzione ed era indipendente dall’assunzione di sodio al basale. Ridurre l’assunzione di sodio a <2 g/giorno era più vantaggioso per la pressione sanguigna rispetto a ridurre l’assunzione di sodio ma consumando comunque >2 g/giorno. La riduzione dell’assunzione di sodio non ha avuto effetti avversi significativi sui lipidi nel sangue, sui livelli di catecolamine o sulla funzionalità renale. Una maggiore assunzione di sodio era associata a un rischio più elevato di ictus incidente, ictus fatale e malattia coronarica fatale. Non è stata riscontrata alcuna associazione tra l’assunzione di sodio e la mortalità per tutte le cause, le malattie cardiovascolari incidenti e le malattie coronariche non fatali. Tuttavia, la forte relazione positiva tra pressione sanguigna e questi risultati fornisce prove indirette che la riduzione dell’assunzione di sodio può migliorare questi risultati attraverso un effetto benefico sulla pressione sanguigna.

Non solo: il consumo eccessivo di sale durante l’infanzia può predisporre i bambini a sviluppare ipertensione (pressione alta) in età adulta. Alcuni studi, infatti, suggeriscono che abitudini alimentari precoci possano influenzare la salute cardiovascolare futura.

Abituare i bambini a cibi salati inoltre, può condizionare le loro preferenze alimentari, spingendoli a preferire alimenti ricchi di sale anche in futuro, aumentando il rischio di problemi di salute legati all’alimentazione.

Sebbene sia vero che in quantità adeguate il sale aiuti a mantenere l’equilibrio elettrolitico del corpo (essenziale per il funzionamento dei muscoli e dei nervi), i bambini piccoli di solito ricevono abbastanza sodio dal latte materno o dal latte artificiale e, in seguito, dai cibi solidi senza aggiunta di sale.

Il sale nello svezzamento: le linee guida

Le linee guida per l’introduzione del sale durante lo svezzamento sono chiare: è importante limitarne l’assunzione per proteggere la salute dei bambini.

Fino ai 12 mesi è importante non aggiungere sale agli alimenti dei neonati. I lattanti ottengono tutto il sodio necessario dal latte materno o da quello artificiale, per questo gli alimenti complementari preparati in casa non dovrebbero contenere sale aggiunto ed è importante assicurarsi che i prodotti confezionati siano privi di sale aggiunto.

Anche dopo il primo anno e almeno fino ai 3 l’assunzione di sale dovrebbe rimanere bassa. Le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomandano di mantenere basso l’apporto di sale, ricalibrando i 2g massimi per gli adulti secondo le loro necessità energetiche.

La World Action on Salt & Health della Queen Mary University of London raccomanda che i bambini di età compresa tra 1 e 3 anni non consumino più di 2 grammi di sale al giorno, corrispondenti circa a 0,8 grammi di sodio. Nella fascia d’età 4-6 anni i bambini non dovrebbero consumare più di 3 grammi di sale al giorno (circa 1,2 grammi di sodio). Anche in seguito, è importante non eccedere con le quantità di sale, poiché il consumo eccessivo può avere effetti dannosi a ogni età.

Secondo un documento della Società di Nutrizione Tedesca, l’apporto adeguato di sodio per i bambini è

da 1 a meno di 4 anni: 0,4 g/giorno; da 4 a meno di 7 anni: 0,5 g/giorno; da 7 a meno di 10 anni: 0,75 g/giorno; da 10 a meno di 13 anni: 1,1 g/g; da 13 a meno di 15 anni: 1,4 g/giorno; da 15 a meno di 19 anni: 1,5 g/giorno.

Quando si acquistano alimenti confezionati, è importante leggere attentamente le etichette nutrizionali per controllare il contenuto di sale, preferendo prodotti a basso contenuto di sodio.

Quando e come introdurre il sale nell’alimentazione?

L’introduzione del sale nella dieta dei bambini deve avvenire con cautela e consapevolezza. Come abbiamo visto, prima dei 12 mesi il sale non dovrebbe essere aggiunto agli alimenti dei neonati.

Dopo il primo anno, può essere introdotto in piccole quantità, seguendo le linee e consultando il pediatra o uno specialista dell’alimentazione pediatrica se si hanno dubbi sul fatto che le modifiche siano appropriate e sicure.

Il sale deve essere introdotto gradualmente, iniziando con piccolissime quantità e preferibilmente attraverso alimenti naturali che contengono sodio, come verdure e carni fresche, piuttosto che cibi processati.

Preparare pasti freschi in casa permette di controllare meglio il contenuto di sale: frutta e verdure fresche, carni magre e pesce fresco, cereali e integrali sono tutti alimenti che contengono quantità limitate di sodio. Utilizzare erbe e spezie per insaporire i cibi –basilico, prezzemolo, origano, curcuma e zenzero – permette di aggiungere sapore senza dover aggiungere sale.

È importante evitare e in seguito limitare cibi confezionati e i fast food, che spesso contengono elevate quantità di sodio: non solo patatine, salatini e frutta secca salata (come le noccioline) ma anche zuppe in scatola, salse e pasti pronti, salumi e formaggi stagionati e cibi processati. Per questo, si deve insegnare ai bambini l’importanza di una dieta equilibrata, per aiutare a instaurare abitudini alimentari sane che li accompagneranno nel corso della vita, aiutando a prevenire problemi di salute a lungo termine.

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  • Alimentazione