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Cos'è l'aborto tubarico e perché si verifica, come avviene e quali sono le conseguenze per la donna e la sua fertilità.
L’aborto tubarico è un particolare tipo di aborto che si verifica a seguito di una gravidanza tubarica, la più comune tipologia di gravidanza extrauterina.
Una gravidanza extrauterina avviene quando l’embrione si impianta fuori dall’utero e in particolare in una delle tube di Falloppio. In questo caso la gravidanza non può proseguire e si ha come naturale conseguenza un aborto tubarico, caratterizzato dall’espulsione dell’embrione che non può continuare a svilupparsi nelle tube.
Se la diagnosi di gravidanza extrauterina non avviene precocemente, l’embrione si sviluppa e cresce nella tuba fino a romperla. In questi casi la donna è interessata da forti dolori addominali, emorragie e altri sintomi di malessere. Ma spieghiamo meglio come avviene l’aborto:
Sin dal momento in cui l’ovulo fecondato si impianta, ha bisogno naturalmente di un ambiente adatto alla sua crescita e al suo nutrimento. E quando l’impianto avviene nelle tube ne invade i vasi sanguigni e ne dilata le pareti. Ma la tuba non ha l’ampiezza dell’utero e i vasi sono più piccoli.
Si possono verificare sostanzialmente due situazioni che causano l’aborto tubarico: nella prima, i vasi dell’ovulo consumano quelli della tuba provocando un sanguinamento che a propria volta causa il distacco dell’ovulo dalla parete; nella seconda ipotesi, l’ovulo si impianta tra due strati della tuba creando un vuoto che dà luogo all’emorragia.
In entrambe le situazioni l’ovulo che si è staccato può restare nella tuba circondato da un coagulo di sangue. Il sanguinamento della tuba invece si riversa nella cavità addominale e può provocare dolore al basso ventre.
Per poter effettuare una corretta diagnosi, è necessario fare un’ecografia transvaginale che mostrerà un utero vuoto e privo di camera gestazionale. Un altro controllo importante da effettuare in gravidanza è l’esame dei livelli dell’ormone Beta-hCG, l’ormone della gravidanza.
Nelle gravidanze extrauterine, infatti, i livelli di questo ormone aumentano molto lentamente rispetto a una gravidanza iniziata nell’utero.
Tuttavia, il solo valore delle beta-hCG non è attendibile per fare una diagnosi da aborto, che invece può dirsi completa solo con l’ecografia transvaginale.
Lo scenario che l’ecografia restituisce è quello di un utero vuoto in cui non sono visibili né la camera gestazionale né l’eventuale coagulo di sangue che non è stato ancora espulso. Per quanto riguarda la situazione delle tube ci sono due possibilità: o la tuba è intatta ed è visibile l’ovulo circondato da coaguli di sangue, oppure la tuba è danneggiata e per questo non è possibile vedere nulla al suo interno.
Se la gravidanza è prolungata, la principale conseguenza dell’aborto tubarico è la rottura della tuba di riferimento.
Nei casi in cui non si arrivi alla rottura si può iniziare una terapia farmacologica per indurre l’aborto, ma è sempre opportuno rivolgersi al proprio ginecologo per farsi prescrivere la terapia più adatta.
Quando invece si ha la rottura della tuba (e quindi anche un versamento di sangue), bisogna sottoporsi a un intervento per rimuovere i residui di sangue e dello stesso embrione. Nei casi più gravi può essere necessario asportare la tuba e questo intervento viene solitamente operato in laparoscopia.
Quando l’aborto invece si verifica in tempi piuttosto brevi, è possibile che il riassorbimento avvenga in maniera spontanea. Dopo un aborto tubarico con riassorbimento spontaneo, spesso anatomicamente tutto si risolve, però il concepimento dal lato colpito è sempre a rischio.
Per questo è opportuno eseguire esami specifici sulle tube prima di pensare a una successiva gravidanza.
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