Per molto tempo il mancato arrivo di una gravidanza per le coppie che erano alla ricerca di un figlio veniva attribuita alla donna. La medicina ha dimostrato che non è così, e che i problemi di fertilità riguardano sia gli uomini che le donne.

I diversi tipi di infertilità maschile

Innanzitutto il concetto di infertilità va distinto da quello di sterilità: si parla di infertilità quando la gravidanza non porta alla nascita di un bambino sano, mentre per sterilità si intende l’impossibilità di concepire. I due termini sono spesso usati come sinonimi, ma indicano due condizioni diverse.

Come nel caso della salute riproduttiva della donna, anche le cause che portano alla diagnosi di infertilità dell’uomo sono molteplici. In linea generale si distinguono due diversi tipi di infertilità maschile: l’infertilità primaria, che si verifica nel caso in cui l’uomo non ha mai fecondato una donna, e infertilità secondaria, quando l’uomo ha già fecondato una donna ma incontra difficoltà nei tentativi successivi.

L’infertilità secondaria ha solitamente più probabilità di successo della cura rispetto all’infertilità secondaria.

La diffusione dell’infertilità maschile

Non è facile dare una stima dell’incidenza dell’infertilità maschile, ma secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità circa il 15% delle coppie soffre di problemi di fertilità.

I dati raccolti dal Registro nazionale della procreazione medicalmente assistita riportano come l’infertilità maschile sfiori, da sola il 30% del totale, e nel dettaglio:

  • infertilità maschile: 29,3%
  • infertilità femminile: 37,1%
  • infertilità maschile e femminile: 17,6%
  • infertilità idiopatica: 15,1%
  • fattore genetico: 0,9%

Si tratta di stime che tengono conto solo delle coppie che si rivolgono ai centri specializzati in tecniche di Pma, e sono quindi parziali. Con infertilità idiopatica ci si riferisce alla mancata individuazione delle cause dell’infertilità, mentre il fattore genetico, come si vede, influisce per meno dell’1%.

Le cause dell’infertilità maschile

infertilità e sterilità maschile

Nonostante dell’infertilità maschile si parli più di frequente rispetto al passato e nonostante sia possibile prevenire molte delle condizioni che possono provocarla, la prevenzione è ancora a livelli piuttosto bassi. Non solo: la media stessa della fertilità maschile, secondo recenti studi, ha subito una forte riduzione negli ultimi 50 anni.

Le cause che portano ad una diagnosi di infertilità nell’uomo sono diverse, e oltre a quelle fisiche un ruolo non secondario sarebbe anche quello delle condizioni ambientali e psico-sociali: stress, inquinamento, stili di vita scorretti influenzano la probabilità di concepire.

Altre condizioni possono ridurre la probabilità di concepire, anche temporaneamente. Tra le cause più comuni della riduzione della fertilità maschile si trovano:

  • Infezioni delle vie urinarie: le infezioni del tratto urinario, soprattutto se non trattate correttamente, possono dare origine a danni a livello testicolare, che provocano anche un peggioramento della qualità del liquido seminale.
  • Operazioni chirurgiche: nel caso di interventi chirurgici sopratutto se in anestesia generale la produzione e la qualità dello sperma possono risultare inferiori per un periodo di tempo variabile, in genere da 3 a 6 mesi. Alcuni interventi specifici all’apparato riproduttivo possono invece provocare una riduzione cronica della fertilità maschile.
  • Traumi: se i testicoli subiscono un trauma accompagnato da ematoma o atrofia si può verificare una temporanea diminuzione della fertilità, strettamente correlata alla violenza del colpo subito.
  • Malattie sessuali: alcune delle malattie sessualmente trasmissibili possono interdire, del tutto o in parte e definitivamente oppure per un lasso di tempo variabile la probabilità di concepire. Fra queste ci sono sifilide, gonorrea, clamidia e Papillomavirus, che mettono a rischio la fertilità maschile come quella femminile.
  • Varicocele: in molti casi (circa 4 su 10) l’infertilità è dovuta al varicocele, che provoca una riduzione dell’ossigeno nei testicoli e, se non trattato tempestivamente, può avere effetti anche a lungo termine.
  • Febbre: un aumento della temperatura sopra i 38,5 gradi può alterare la spermatogenesi (il processo di produzione degli spermatozoi) per un periodo che va da 2 a 6 mesi.
  • Terapie farmacologiche: alcuni farmaci possono avere un effetto anche sulla fertilità maschile, ad esempio nel caso di terapie oncologiche.
  • Infiammazioni: gli stati infiammatori dell’apparato uro-genitale possono alterare la fertilità. È il caso ad esempio dell’epididimite, un’infiammazione dell’epididimo che si trova nel margine del testicolo.
  • Orchite: si tratta di una condizione associata di frequente alla parotite, comunemente nota come “orecchioni”, che si verifica in genere durante l’infanzia e non dà problemi di fertilità. In altri casi l’orchite è dovuta invece ad infezioni virali o, raramente, batteriche, che provocano una riduzione della fertilità.

Tra i fattori che incidono sulla difficoltà di un uomo ad avere figli, oltre a quelli fisiologici, ci sono anche lo stress, i fattori ambientali (come l’inquinamento) e gli stili di vita scorretti (abuso di alcool, fumo, uso di droghe, eccesso di caffè).

La diagnosi dell’infertilità maschile

infertilità sterilità maschile

Come anticipato, oggi esiste una consapevolezza maggiore rispetto alla possibilità che anche l’uomo soffra di problemi di infertilità. Nonostante questo la maggior parte delle diagnosi di infertilità arrivano quando è più difficile curare l’origine del problema, nel momento cioè in cui una coppia cerca un figlio senza riuscirci.

Solitamente il termine entro cui una coppia senza problemi di fertilità concepisce un figlio è di 12 mesi, perciò è dopo tale periodo che, in assenza di patologie pregresse, ci si rivolge ad uno specialista per approfondire la situazione.

Per verificare la presenza di alterazioni del liquido seminale si effettua una visita apposita con l’andrologo, che prescrive un’analisi del liquido seminale detta spermiogramma.

Tale analisi viene eseguita in due diversi momenti, in modo da poter definire la valutazione delle caratteristiche del liquido seminale. In seguito lo specialista può prescrivere ulteriori accertamenti per individuare le cause e effettuare una diagnosi corretta.

Le cure dell’infertilità maschile

Una volta diagnosticata l’infertilità maschile, a seconda delle cause individuate, si possono predisporre alcuni interventi mirati per aiutare il concepimento, qualora possibile.

Nel caso dell’infertilità maschile si possono intraprendere cure farmacologiche per migliorare la “qualità” dello sperma, mentre se la diagnosi è di sterilità può essere necessario rivolgersi alle tecniche di procreazione medicalmente assistita.

Infertilità e disfunzioni sessuali

Alcune disfunzioni sessuali possono essere ricondotte a problemi di fertilità, come la cosiddetta eiaculazione retrograda, che consiste nell’eiaculazione del seme nella vescica, rendendo di fatto impossibile l’ingresso nella vagina, e la disfunzione erettile, che consiste nell’impossibilità di raggiungere o mantenere l’erezione.

Queste condizioni possono verificarsi anche in seguito alla diagnosi di infertilità e all’avvio di terapie di procreazione assistita, e avere quindi una natura psicologica.

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