Per la mamma, invece, la nona settimana di gravidanza è probabilmente l’apice del disagio legato ai disturbi; questa può essere una buona notizia, perché una volta raggiunta la cima si può solo che pensare a scendere.
Nona settimana di gravidanza: la mamma
I sintomi classici che accompagnano il primo trimestre di gravidanza, come nausea mattutina, stanchezza e senso di pesantezza, fastidi o voglie per determinati cibi, cambi d’umore, gonfiore del seno, eccetera, raggiungono in questo periodo la loro massima intensità. Rimarranno ancora per un po’, ma si ridurrà la loro forza e passerà anche l’”effetto sorpresa”, imparando a convivere con questa serie di fastidi.
Oltre a quelli che si è abituati a conoscere potrebbero manifestarsi anche di nuovi, come la cosiddetta rinite gravidica. Niente di allarmante, in quanto riguarda una sorta di chiusura delle narici, che può somigliare a un raffreddore, anche se non lo è ed è semplicemente uno degli effetti dell’intensa attività ormonale.
L’altro grande cambiamento è quello relativo al proprio aspetto fisico che, anche in base alle caratteristiche di ogni donna, a breve inizierà a farsi vedere. Durante la nona settimana di gravidanza si può iniziare a percepire come alcuni vestiti risultino stretti, specie quelli più aderenti e come la taglia di reggiseno tradizionale non sia più sufficiente, tanto che non manca anche un senso di gonfiore.
Questo clima di grandi cambiamenti è provocato dall’aumento della produzione degli ormoni, specialmente gli estrogeni e il progesterone. Quest’attività, per quanto fastidiosa, è il segnale positivo del corretto lavoro che l’organismo femminile sta svolgendo per consentire al feto di svilupparsi ed essere nutrito e protetto. Si possono alleviare i sintomi e cercare il più possibile di mantenere la calma, ma questi fastidi, seppure con una grande variabilità da donna a donna, sono inevitabili.
Nona settimana di gravidanza: il bambino
Il corpo femminile è quasi esclusivamente votato allo sviluppo embrionale, destinando a questa attività molte delle energie a disposizione. Questo è un po’ il senso dei tanti fastidi percepiti dalla madre e il motivo per cui è bene che stia il più possibile a riposo, rilassata e lontana dai rischi, anche quelli di contrarre una malattia.
Per quanto banale e curabile, infatti, rappresenta uno squilibrio nella gestione delle risorse che, inevitabilmente, incide sullo sviluppo del bambino. Non che automaticamente questi soffrirà o avrà dei problemi, ma è comunque un aumento dei rischi e delle probabilità che è bene evitare.
Durante la nona settimana di gravidanza il feto (si può iniziare a chiamarlo così e non più embrione) pesa poco più di un grammo ed è lungo circa 22mm, ma molte delle sue caratteristiche sono già definite. L’apparato sessuale, per esempio, è già stabilito, in quanto le gonadi si sono trasformate o nelle ovaie o nei testicoli.
Anche gli altri organi si sono già sviluppati o lo stanno facendo: polmoni, reni, intestino e cuore (il battito cardiaco è in questa fase di 160-170 battiti al minuto) stanno facendo il loro lavoro. Continua anche il processo di ossificazione e lo sviluppo degli occhi è completato.
Dalla nona settimana di gravidanza il feto può iniziare a muoversi, anche se è ancora troppo presto per riuscire a sentirlo.
Nona settimana di gravidanza: gli esami da fare
Quando si parla di esami da fare in gravidanza bisogna distinguere tra quelli obbligatori (e per di più erogati gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale) e quelli facoltativi. Nel primo caso rientrano le analisi del sangue, quelli delle urine, il test dell’HIV, il Toxotest e tutti quelli che sono da considerare di routine e che accompagneranno la donna nel corso della gravidanza.
Esistono poi una serie di esami facoltativi, come il BiTest o il TriTest, che servono a individuare la probabilità (non sono una diagnosi) che il bambino possa presentare delle anomalie cromosomiche. Questi secondi esami sono a discrezione della donna e del suo partner, che devono essere informati sul loro scopo, sulle modalità di svolgimento e sul significato dei test.
Esistono anche esami diagnostici veri e propri, come l’amniocentesi e la villocentesi, che però hanno un rischio maggiore in quanto sono esami invasivi.
È sempre fondamentale parlarne con il proprio medico e scegliere liberamente il da farsi. L’agenda della gravidanza permette di conoscere da quando è possibile fare questo o quell’esame e richiedere al proprio ginecologo tutte le informazioni necessarie per poter decidere. Nella decisione spesso incide anche l’età e lo stato di salute della donna, fattori che possono incidere sulle probabilità di malformazioni o complicazioni.
È assolutamente necessario tranquillizzare le future mamme, già sottoposte a enorme stress fisico e psicologico, evitando di caricarle di inutili ansie che, con l’intento di fornire informazioni più o meno utili, rischiano di aumentare l’agitazione e le preoccupazioni sul corso positivo della gravidanza.
Nona settimana di gravidanza: le cose da sapere
Nonostante tutte le necessarie e inevitabili attenzioni, mediche e non solo, nei confronti della donna gravida, questa non è malata e non va trattata come tale. Anzi, il tentativo di rinchiuderla in una campana di vetro per proteggerla da tutti i rischi e i pericoli, è controproducente in quanto la si carica di ulteriori pressioni e cambiamenti che non fanno bene alla sua serenità.
Per quanto questa sia clinicamente difficile da definire, è uno dei segreti più importanti per il felice decorso ed esito della gravidanza. Della gravidanza, infatti, non bisogna preoccuparsi solo della sua conclusione (il parto), ma anche di come mamma e bambino arriveranno a quell’appuntamento.
Per questo è fondamentale un sano equilibrio che preveda una dose di moderazione, ma anche di tranquillità nel proseguire, nel limite del possibile, le proprie attività. Tra le indicazioni generali della nona settimana di gravidanza vi è sempre quella di seguire una dieta adeguata, prima di salumi e cibi poco cotti, e che tenga conto dei cambiamenti del metabolismo in atto. È bene continuare ad assumere l’acido folico ed evitare sia il fumo che l’alcol.
Questo è poi un periodo buono per iniziare a pensare felicemente al futuro, sia a breve che a medio termine, pensando per esempio a dove si vuole partorire e al nome del bambino. Per quanto è presto per entrambe è utile non ridursi all’ultimo per decider e valutare tutti gli elementi con la serenità e la gioia del caso.